Si chiama Truffle-Market ed è la nuova app che tutela il made in Italy e mette in diretto contatto i produttori certificati di tartufo con gli acquirenti. Per i ristoratori è uno strumento in più per garantire qualità ai clienti. A loro, infatti, verrà data una apposita targa di riconoscibilità.
All'interno delle filiere del food è diventato prioritario implementare strumenti di tutela, anche negli ambiti produttivi più di nicchia come quello del tartufo, nel quale è tristemente in aumento il fenomeno della concorrenza sleale e delle frodi. Sono infatti, tonnellate i tartufi importati, provenienti soprattutto da Paesi lontani come Iran e Afghanistan che attraversano per giorni il mare, arrivano in Turchia e in Bulgaria dove diventano europei se non addirittura “italiani”. Inaccettabile sia per un discorso di filiera non garantita, sia per la qualità organolettica che per quella sanitaria del prodotto finale.
A realizzare l’App Truffle-Market, ci ha pensato dunque l'
Associazione nazionale tartufai italiani, e in particolare il tartufaio con laurea in informatica alla Bicocca di Milano,
Enad Germani, figlio del presidente dell’Associazione, Riccardo Germani.
L’App utilizza la
tecnologia blockchain, un registro digitale aperto e distribuito, in grado di memorizzare record di dati (solitamente, denominati "transazioni") in modo sicuro, verificabile e permanente. Una volta scritti, i dati in un blocco non possono essere retroattivamente alterati senza che vengano modificati tutti i blocchi successivi ad esso e ciò, per la natura del protocollo e dello schema di validazione, necessiterebbe del consenso della maggioranza della rete.
Ma vediamo come funziona: il prodotto in offerta è mostrato al potenziale cliente, registratosi sulla piattaforma, con una foto e con la descrizione delle sue caratteristiche, ovvero il nome del cavatore che l’ha estratto, la località e la data dell’estrazione, il peso e la specie. Con un click si procede all’ acquisto e in 48 ore il pregiato tubero arriverà a casa, accompagnato da un certificato di provenienza emesso dal cavatore.
Ad oggi, sono già
300 i clienti iscritti, mentre i tartufai italiani, selezionati accuratamente, al momento sono una trentina.
L’app, presentata a Roma presso il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali alla presenza del sottosegretario Mipaaf con delega al settore,
Gian Marco Centinaio, è compatibile con i sistemi Android e IOS, ed è stata sviluppata dalla startup Oak Innovations avviata e presieduta da Enad Germani.