Il primo semestre ha decretato un + 12% di export del settore caseario nazionale, con risultati assai significativi che riguardano il mercato Usa dopo la sospensione dei dazi imposti da Trump (+27%), Francia (+13,8%) e Germania (+7,5%). Rimane negativo soltanto il bilancio in UK post Brexit -4,3 per cento.
L’UE rimane saldamente il primo terreno di export (84%) dei nostri formaggi. Attualmente, l’export rappresenta ben il 40% del formaggio prodotto per un totale di 3,5 miliardi di fatturato. Ancora con il segno meno i mercati asiatici, anche alla luce delle attuali chiusure commerciali, ma c’è ottimismo per il futuro.
Sul primo gradino dei formaggi esportati fuori dai nostri confini, la mozzarella (compresa la Bufala Campana Dop che continua a ottenere ottimi risultati), con più di 107mila tonnellate esportate nel 2020 (+23%), quindi altri formaggi freschi (100mila tonnellate, +22%), poi il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano (98mila tonnellate, +21%), i grattugiati (52,4 mila tonnellate, +11%, in buona parte ancora Grana e Parmigiano) e il Gorgonzola (23,5 mila tonnellate, +5%).
Come ha sottolineato il presidente di Assolatte, Paolo Zanetti, quello estero, a fronte di una maggiore produzione interna di latte, è un canale fondamentale per la sopravvivenza dell’intera filiera, in quanto tra i nostri confini, i consumi di formaggio rimangono stabili senza variazioni significative, mentre è in calo il consumo di latte fresco: «Siamo arrivati a questo punto perché noi imprenditori abbiamo seminato tantissimo, abbiamo viaggiato e abbiamo aperto nuovi mercati e continueremo a farlo. Ora stiamo raccogliendo i frutti. Vedo grandi potenzialità di sviluppo, anche perché manca ancora buona parte dell’apporto del consumo fuori casa. Quando si tornerà a viaggiare e i ristoranti riapriranno completamente avremo nuovi margini di crescita. Fondamentali per l’export sono anche gli accordi internazionali e la promozione. Più portiamo a casa buoni accordi – continua Zanetti – più tuteliamo i nostri prodotti e i nostri marchi, anche contro i falsi e l’ italian sounding. I Dop sono il nostro cavallo di battaglia, ma ci tengo a sottolineare che esportiamo molto anche gli altri prodotti. La collaborazione con l’Ice sul commercio estero è proficua, ma abbiamo bisogno di maggiore supporto in questo campo perché i ritorni sono buoni».
Domani si svolgerà l’assemblea nazionale di ASSOLATTE per affrontare queste tematiche e quella del costo del latte. Su questo tema, è intervenuto il presidente di Coldiretti Ettore Prandini: «La situazione del prezzo del latte alla stalla è diventata insostenibile con gli allevatori messi sotto pressione da prezzi troppo bassi a fronte del rincaro delle materie prime e dei foraggi, dal mais alla soia, a causa delle tensioni generate dalla pandemia. Una adeguata remunerazione del lavoro degli allevatori è condizione imprescindibile per mettere al sicuro tutta la filiera e continuare a garantire ai consumatori prodotti sicuri e di qualità che sostengono l'economia, il lavoro e i territori italiani».