Un olivo sbattuto dal vento. Campeggiava - come simbolo - sulle etichette dell'olio extravergine La Baita di Borghetto d'Arroscia, provincia di Imperia, storico nome de ilGolosario. Da un anno questa azienda agricola si è unita ad un'altra, la Galleano. Nuova società – La Baita & Galleano (tel. 018331324)– e nuovo packaging, molto femminile.
Quel che più conta, però, è la qualità della produzione, che si è allargata a confetture, sciroppi, erbe essiccate, verdure sott'olio e frutta conservata. Una filiera tutta aziendale, dalle coltivazioni (due ettari di orti e frutteti terrazzati a Gazzo di Arroscia) ai prodotti finali, lavorati nel laboratorio di Diano Castello.
Certo, l'olio extravergine, tutto da olive taggiasche, resta uno dei prodotti d'eccellenza. A partire dall'etichetta Agagin, che nasce da un oliveto compreso tra i 500 e i 700 metri d'altezza. Nonostante l'annata non facile (eufemismo, soprattutto per la quantità, che ha fatto registrare un -40%), presenta bei polifenoli, ed è delicato, con una chiusa leggermente piccante (la bottiglia da 0.75 costa 14 euro). Il cru Ludo è invece ottenuto da 300 alberi del 1700. La nota verde è più decisa, la complessità si allarga, e la morbidezza si accentua (15 euro la bottiglia da 0.5). La novità è l'olio extravergine Estremo, frutto di una maggiore concentrazione, di grandissima complessità: erbaceo, quasi balsamico, piccante nel finale (15 euro la bottiglia da 0.375). Le olive taggiasche vengono proposte anche in salamoia e sott'olio, oltre che in paté.
Ma è tutto il resto della produzione che è da scoprire. Dalle erbe essiccate (le più intriganti, timo e borragine e santoreggia, tarassaco e finocchietto selvatico), alle confetture (straordinaria quella al Chinotto di Savona), ai canditi, fino ai carciofi di Albenga in olio extravergine e agli sciroppi. Sono dieci, da bere in purezza o ideali per preparare originale vinaigrette. Da provare quello ai fiori di sambuco. Ultimo consiglio: le fette di arance al Pigato (dell'azienda Biovio). Sono super.