Aveva solo (solo?) 4 stelle l’annata 2017, ovvero la valutazione della vendemmia di quell’annata problematica un po’ in tutta Italia dove la siccità ha provocato i danni che si sono rivisti nel 2021. E dunque quella stella in meno rispetto al top (fin troppo consueto) ha destato qualche pregiudizio al tavolo dei degustatori convocati anzitempo a Montalcino per Benvenuto Brunello (di solito si faceva a febbraio).
Montalcino: il panorama di novembreEppure se un’annata ha 4 stelle, non ne ha certo una, o due o tre, insomma non è un giudizio negativo. E difatti, questa degustazione ci ha riservato più di una sorpresa. La prima cosa che ci ha colpito dell’assaggio dei
120 campioni (una ventina in meno rispetto ai 2016) è stato il colore: granato trasparente, con belle acidità e un corpo non esagerato come si vedeva in certe annate. Non abbiamo trovato i Brunello opulenti, ma nello stesso tempo ci hanno colpito quei campioni (e parliamo della maggioranza) che hanno saputo esaltare l’eleganza.
Eleganza e finezza, poche sovrastrutture che caratterizzavano il passato, ovvero tecniche di cantina invasive con un uso del legno come fosse un contenitore magico. Oddio, qualcuno ci ha provato, come quando raccogli un tartufo poco uniforme e copri i buchi con la terra per renderlo presentabile alla vendita. In questi casi, pochi per la verità e lontani dai tanti casi del passato, c’era nel bicchiere un Brunello irriconoscibile. Ma per fortuna gli altri erano Brunello, nella sua essenza e nudità. Un Brunello che magari non promette longevità, ma che sicuramente offre piacevolezza fin da subito.
Paolo Massobrio e Marco GattiDetto questo, mentre è in corso la cerimonia delle piastrelle (dall’annata 1992 il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino fa realizzare una piastrella celebrativa, da apporre sul muro del Palazzo Comunale di Montalcino. Le piastrelle sono realizzate da personaggi del mondo dell’arte, dello sport, dello spettacolo, sia italiani che stranieri, sono in ceramica e di misura di cm 30x30 e riportano l'annata di riferimento ed il numero di stelle assegnate), e con il Consorzio che nella prima giornata ha presentato il Bicchiere per il Brunello con il quale abbiamo svolto le nostre degustazioni, dopo ieri sera in cui i giornalisti hanno partecipato a cene con i produttori, noi vi raccontiamo quel che merita assaggiare.
Canalicchio di Sopra ha dominato, sia nella prima selezione, poi nelle semifinali e in finale, risultando il
nostro migliore Brunello di Montalcino 2017. Finezza, profondità e freschezza le caratteristiche di questo grande rosso, capace di coniugare la balsamicità del versante Nord di Montalcino con l’opulenza dei terreni, presentandosi nel bicchiere rubino luminoso, con profumi di fragoline di bosco, lamponi e ribes, note speziate di cannella, gusto caldo, con tannino ben integrato e finale lunghissimo.
Una conferma poi per
Agostina Pieri, top hundred di quest’anno a Golosaria. Il suo 2017 è elegante, dai profumi di viola, frutta rossa, note minerali e balsamiche, in bocca morbido equilibrato di persistenza abbastanza lunga. Continuiamo con un buono al Brunello de
La Togata, soprattutto nella sua espressione distesa ed equilibrata, dove i tannini sono fitti e fini.
Le Gode azienda che non conoscevamo si presenta con un Brunello 2017 con note distese al naso, che emergono dal suo colore aranciato. Piacevolissimo nel suo esprimersi elegante. Un bicchiere iconico.
Lisini si mostra un grande, con un Brunello che esprime subito pienezza, un’eleganza quasi aggressiva che offre tanta intensità e persistenza. Un piacere la conferma anche di
Matè, azienda che premiammo anni addietro. Bell’intensità olfattiva, vibrante, con note anche di piccoli frutti e in bocca una setosa eleganza offerta dai tannini.
Non conosciamo invece
Musico, ma il suo Brunello è una primavera al naso, con un ché di caramella di frutta che esce da un colore arancio trasparente. Il Brunello di
Padelletti è invece fruttato, netto, con profumi terziari che ricordano la liquirizia, il cuocio, la grafite. Un sorso complesso che termina amarognolo. Ci ha poi fatto piacere la conferma di
Palazzo, che abbiamo premiato quest’anno con il 2016, fra i 100 migliori vini d’Italia, ma che continua a scrivere racconti certi con questo 2017 che ha un frutto pieno al naso e in bocca. E poi quei tannini polverosi che vanno verso il velluto.
Bravissima anche
Patrizia Cencioni, dove sono le spezie i descrittori che più emergono. Un Brunello iconico, pieno, espressione dell’annata con tannini e acidità compenetrati bene. Del medesimo tenore è
Pian delle Querci, anch’esso speziato e disteso, decisamente pronto per essere bevuto coi suoi tannini fini e carezzevoli. Ha invece preso i 5 asterischi (il massimo punteggio della nostra valutazione) il Brunello di
Pietroso. Mostra armonia al naso con note animali e fruttate. È fresco ma anche scalare nell’assaggio dove mostra tutta la sua complessità con note calde ed eleganti.
Particolare è invece il Brunello di
Piombaia che ha un profumo vinoso da vendemmia appena terminata. In bocca è quasi duro, secco con una tannicità pregante che in verità ci ha consegnato un prototipo d’antan che quasi ci ha commosso. Nel Brunello di
Poggio all’Aquila senti invece il giglio, i fiori, che denotano un terroir tipico di Montalcino. In bocca è piacevolissima la sua distensione speziata, il leggero cuoio che si avverte su un corpo di una certa importanza.
Che gioia assaggiare il Brunello di
Ridolfi, cantina della nostra predilezione che ha esordito a Golosaria e anche quest’anno ha ottenuto consensi. E una gioia quando vedi la conferma e i passi avanti. Questo Brunello ha note balsamiche al naso con effluvi di erbe officinali. In bocca quasi non avverti il corpo perché si sviluppa dentro a un’armonia che sorprende. Molto elegante. Nel Brunello di Montalcino 2017 di
San Polino l’impronta al naso è speziata e senti pepe e origano. Quindi erbe officinali anche qui e poi una bocca sontuosa, elegante, molto caratteristica. Ottimo.
Felici anche di aver scoperto le carte per trovare in questo Brunello caldo e pieno il campione di
Sassidisole, altro storico Top Hundred della nostra predilezione. Senti il frutto ampio, ma anche note di cuoio. In bocca l’ingresso pieno porta poi ad una chiusura asciutta. Anche
Sesta di Sopra è una cantina della nostra predilezione. E questo 2017 che parte subito speziato ci ha fatto felici. E molto intenso al naso e penetrante in bocca, con una profondità tutta sua. I suoi tannini sono polvere che ti accarezza.
Pure
Talenti fu un Top hundred memorabile e scoprire che ha fatto un 2017 complesso e invitante ci ha sorpresi. Qui senti la grafite accanto a note animali distese. Eleganza assoluta come nello stile della cantina. Non è passato inosservato anche il campione di
Tassi Franca, dove la frutta sembra una caramella, con note di liquirizia e un tannino accompagnato da una bella freschezza. Il Brunello di
Tenuta La Fuga è speciale. Grandissimo con le sue note speziate di sandalo. In bocca è intrigante, piacevole, di ottima persistenza ed equilibrio. Ti fa innamorare del Brunello.
Il Brunello di
Tenuta San Giorgio è fruttato e rotondo in bocca; tannini setosi e una seta in bocca che avviluppa un bel corpo. E che dire di Silvio Nardi col
Vigneto Poggio Doria che spicca con la sua ciliegia matura al naso. Anche questa cantina emerge ogni volta fra le migliori. Il suo 2017 è rotondo, pregnante, iconico. Da assaggiare e riassaggiare. Ecco poi
Villa Poggio Salvi con un 2017 floreale, molto elegante al naso, fine. Senti il sambuco intenso e poi in bocca un equilibrio disteso.
Tra i migliori quello di
Capanna di Cencioni. Dal colore rubino intenso con riflessi granati, al naso è etereo, con profumi di frutta rossa e vaniglia, mentre al palato è armonico, piacevolmente tannico e strutturato. Quello di
Caprili è di tonalità rubina luminosa, è esplosione di frutta rossa, cui seguono sentori speziati e balsamicità rinfrescante, che si ritrova in un sorso pieno e dinamico.
Ci ha colpito dell’
Azienda Agricola Le Chiuse (dal 1700 uno dei possedimenti più rinomati di Montalcino) il Brunello di Simonetta Valiani, nipote del mitico Tancredi Biondi Santi, di carattere e dalla stoffa promettente. Fine, minerale, complesso quello di
Poggio Landi, che ha buon equilibrio tra tannini e freschezza. Molto autentico quello della cantina
Franco Pacenti, che è in zona storica, tra le più vocate, nella conca beata del Canalicchio. Il Brunello del giovane Lorenzo è elegante e fruttato, intenso e complesso con note balsamiche.
Chapeau a
Col d’Orcia. Una costanza impressionante quella di questa cantina che si conferma eccellenza anche in questa annata. Dal colore rubino con riflessi granati, di media intensità, al naso ha bouquet che spazia dalla mora al lampone, fino alle spezie, mentre al palato è di bella struttura con tannini in perfetto equilibrio con l’acidità, persistenza lunga. Una sorpresa
Corte Pavone. Lampone, fragoline di bosco , ciliegia, humus, spezie l’elegante spettro olfattivo del loro vino, che in bocca si segnala per un sorso pieno, fresco e dinamico.
Sempre ottima, come un timbro di fabbrica l’interpretazione de
Il Poggione, di grande personalità, naso, eleganza per un Brunello dal colore rosso rubino, dal naso molto intenso, con note di frutti rossi, dal sorso bilanciato, con tannini vellutati, profondità, persistenza suggestiva. Tra i vini che più ci hanno conquistato, vi è poi quello de
La Palazzetta, che opera secondo i valori dell’agricoltura biologica. Il naso è di grande intensità, con profumi di prugna, mora, mirtillo, note di sottobosco, cioccolato, mentre in bocca è pieno con tannini ben presenti, buona acidità, finale armonico. Sarà una sorpresa conoscere il giovane produttore per cui siamo stati a sbirciare (e assaggiare) anche l’ottimo Rosso di Montalcino 2020.
Da
Argiano che è una delle più antiche aziende vinicole ilcinesi con origini Rinascimentali e storia di 500 anni, un Brunello di grande profondità, con sentori di frutta rossa, erbe aromatiche e spezie, e un sorso dal tannino setoso, piacevole sapidità e lunga persistenza.
Interessa pure la versione di
Armilla, dal naso profondo con profumi di frutti di bosco, spezie e tabacco, in bocca è caldo e persistente.
Da
Beatesca, cantina giovane ed emergente di Benedetta Pasini e Furio Fabbri, i titolari (il cui nome, Beatesca, è dedica alle figlie Beatrice e Francesca) un Brunello dove l’eleganza è il tratto distintivo con i profumi di prugna frutta rossa e spezie, e l’ottima beva. Dai vigneti di
Campogiovanni situati nel versante sud di Montalcino, un Brunello in stile tradizionale che anche quest’ anno conferma la sua classe. Rubino intenso, al naso ha profumi di frutti di bosco maturi e confettura di more, note di rabarbaro e liquirizia, sentori di tabacco e cuoio, mentre in bocca è aristocratico.
Con il vino di
Capanne Ricci l’incontro è subito invitante grazie alla sua spiazzante finezza al naso che si esprime attraverso le sue note di amarena e cannella. In bocca struttura e tannini che svelano un bel carattere. Così come interessante la versione di
Cava d’Onice. Rubino di buona intensità con riflessi granata ha profumi di frutta matura, note minerali e balsamiche, buon corpo con sapidità che rende invitante la beva. Da seguire la crescita costante di
Col di Lamo. Il 2017 è rubino di media intensità, ha note di prugna e mora, fine speziatura con nuance di vaniglia e chiodi di garofano, sorso rotondo ed equilibrato.
Da
Collemattoni che si trova su una collina nel versante sud del comune di Montalcino, un vino dal colore rubino profondo, naso che propone mora e marasche con spezie dolci, gusto secco e molto persistente. Del Brunello 2017 firmato
Donatella Cinelli Colombini - Casato Prime donne è l’eleganza il tratto distintivo principale, con un naso fine con profumi di viola, frutta rossa e spezie dolci, sorso di notevole ampiezza ed armonia. Sempre nel solco della sua continuità qualitativa
Banfi, dalle intense note di frutta rossa e dalla marcata speziatura, e dal sorso molto equilibrato.
Interessante
Ferrero, profondo, con profumi di giaggiolo, ciliegia, prugna e spezie. Di buona struttura, ha tannino in equilibrio con volume e acidità, finale lungo. È notevole l’interpretazione del
Palazzone, dal colore rubino, ha nota balsamica che fa da sottofondo donando eleganza ai profumi tipici di ciliegia e prugna, note di frutti bosco, e in particolare ribes, sorso caldo e armonico. Di un’eleganza emozionante il Brunello di
Uccelliera, dalla nota fruttata di ciliegia e prugna, e dal sorso in cui il tannino è in buon equilibrio con freschezza e sapidità. Chiudiamo con la cantina
Voliero che ha un naso fine, fruttato, con i tannini perfettamente amalgamati.
Una ventina di Brunello li abbiamo poi riassaggiati nella
semifinale (Agostina Pieri, Banfi, Canalicchio di Sopra, Capanna di Cencioni, Caprili, Col d’Orcia, Corte Pavone, Il Poggione, La Palazzetta, Le Gode, Lisini, Matè, Palazzo, Patrizia Cencioni, Pian delle Querci, Pietrosa, Piombaia, Poggio dell’Aquila, Ridolfi, San Polino, La Fuga, Villa Poggio Salvi).
La finale ne ha visti 5: al primo posto
Canalicchio di Sopra; al secondo posto
San Polino, al terzo a pari merito
Tenuta La Fuga e
La Palazzetta seguita da
Patrizia Cencioni.