Cosio in Valle d’Arroscia si raggiunge da Pieve di Teco, dove in questi giorni si svolge L’Expo, oppure da Ceva, passando per il colle di Nava. Sono strade che potremmo definire di montagna, tanto si sale, passando da paesi come Pornassio, che dà il nome al celebre Ormeasco, e poi Mendatica, mentre prima di Pieve di Teco, Vessalico evoca l’aglio più fine del mondo.
Antonio Galante era impiegato nel settore immobiliare, ma dopo un anno per lui nefasto, che fu il 2017, ha deciso di cambiare vita e di tornare al paese d’origine, noto perché fu la sede del movimento culturale dei Situazionisti che convergevano in questo comune a 700 metri sul livello del mare, con 170 abitanti, da almeno 4 angoli dell’Europa. E bevevano tanto, si narra.
Ora, quando arrivi colpisce subito la piazzetta del paese, che sembra una cartolina che invita a fermarsi. Ma su un angolo verso destra, si aprono le porte del Cadò il ristorante che Antonio conduce insieme a Ilaria Belmonti. In cucina c’è un cuoco bravissimo, di origini toscane, Giuliano Tommasini, classe 1948, accanto a Matteo Gandolfi, classe 1993, che si occupa dei primi piatti.
Con questa squadra, che è anche una storia di amicizia, Antonio ha aperto il ristorante nel 2018: una bella sala elegante, con qualche ninnolo e una terrazza spaziale che guarda la valle selvaggia piena di verde, di boschi.
Il menu è praticamente fisso, ma se uno desidera può anche mangiare un solo piatto. La spesa è uno scherzo: 30 euro o poco più (deve essere di più!!!). C’è una carta dei vini che raccoglie tutto il meglio della Valle d'Arroscia e quindi del mondo dell’Ormeasco e una parte dedicata ai vini del resto d’Italia, con buone scelte. Sono venuto apposta fin qui, perché quando ho sentito Antonio parlare alla conferenza stampa dell’evento che si tiene in questo week end, ho letto nelle sue parole una passione davvero rara. Ed ho vinto la mia scommessa.
Qui il pane lo fanno in cucina usando cinque farine diverse (ed è buonissimo, anche per la sua compattezza); l’
antipasto misto è poi imperdibile: la pappa al pomodoro perfetta che tradisce le origini dello chef, il crostino toscano con crema di fegatini da urlo, la fricassea di vitello da 10 e lode.
Ma come se non bastasse, ecco la
torta Bernardun, tipica della valle Arroscia con i porri e patate, la
cipolla ripiena e quel
Brandacujun con olio prezzemolo e terra di olive taggiasche che da oggi fino a domenica cucineranno in una delle piazze di Pieve di Teco, dove sono situate le cucine di sei ristoranti dell’areale, fra cui il Cadò. Approfittatene.
Ai primi saranno ghiotti gli
gnocchetti di farina con un finissimo ragù di baccalà
ma il piatto memorabile resteranno i
ravioli ripieni di borragine e ricotta con ragù di coniglio: stupendi e con la sfoglia fine e perfetta. Mamma mia!!!
E ai secondi, fra un taglio di carne bovina di capi allevati a Cosio (da non credere) e il
coniglio alla ligure, ho scelto quest’ultimo: sugoso, ricco, ottimo sia con lo Sciac-tra sia con l’Ormeasco d’annata.
A chiudere la mitica
Stroscia e il
semifreddo ai frutti di bosco con scaglie di cioccolato.
Ora, vi chiederete che valutazione avrà questa trattoria? Immaginatelo un po’ voi; ma già vi preannuncio che questi signori li vedremo a novembre sul palco di Golosaria. Come sono stato felice.
Ristorante Cadò
Via Cavour, 5
Cosio di Arroscia (IM)
Tel. 335 643 7766