Il Dolcetto? Un grande vino piemontese. Alla stessa stregua dei celeberrimi Barolo, Barbaresco, Barbera e Moscato d’Asti. Da sempre, ingiustamente, oscurato dai “mostri sacri” di Langhe e Monferrato, per il Dolcetto è l’ora della riscossa. A promuovere questo rosso tra le eccellenze vitivinicole piemontesi, Regione Piemonte, Consorzi di tutela, Enoteche regionali e Botteghe del vino, che hanno deciso di valorizzarlo, dedicandogli iniziative per tutto il 2019.
Per comunicare l’Anno del Dolcetto, la Regione Piemonte ha realizzato l’etichetta con l'immagine grafica Emoji Pattern (2018) ideata dall'artista Simone Monsi, un omaggio alla cultura vitivinicola piemontese, visto che in essa sono riportati 13 simboli stilizzati che evocano sapienza imprenditoriale e amore per i prodotti del territorio, ma anche divertimento, passione e gioia di condividere le proprie eccellenze con il resto del mondo. Un’immagine coordinata, che Consorzi e produttori potranno utilizzare in occasione di saloni internazionali, fiere, eventi - imperdibile l’appuntamento a Golosaria Monferrato il 30 e 31 marzo - per identificare il Dolcetto, vino prodotto in Piemonte.
«La Regione Piemonte – ha detto Giorgio Ferrero, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte – intende sensibilizzare produttori e consumatori per valorizzare al meglio un’eccellenza vinicola che ha la stessa dignità dei vini piemontesi già affermati sui mercati esteri. Una produzione su cui puntare per la qualità e l'autenticità, perché in Italia e nel mondo siamo oggi i principali produttori. Insieme ai Consorzi di tutela e agli operatori del settore occorre far conoscere a livello internazionale il Dolcetto come vino del Piemonte».
L’anno scorso in Piemonte sono stati quasi 4.000 gli ettari coltivati a Dolcetto per la produzione delle dodici denominazioni d’origine: Dogliani Docg, Dolcetto di Diano d’Alba o Diano D’Alba Docg, Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada Docg, Dolcetto d’Alba Doc, Dolcetto d’Asti Doc, Dolcetto d’Acqui Doc, Colli Tortonesi Dolcetto Doc, Langhe Dolcetto Doc, Monferrato Dolcetto Doc, Pinerolese Doc Dolcetto, Dolcetto di Ovada Doc e il Piemonte Dolcetto Doc.
«Il Dolcetto – ha sottolineato Filippo Mobrici, presidente di Piemonte Land of Perfection – è uno dei vitigni che meglio rappresenta il Piemonte vitivinicolo, simbolo perfetto della biodiversità che contraddistingue la nostra regione. Per questo riteniamo indispensabile come Piemonte Land contribuire a tutti gli eventi di valorizzazione del nostro patrimonio vitivinicolo, specialmente quando sono realizzati in mercati storicamente rilevanti. Un ringraziamento particolare va alla Regione Piemonte, da sempre impegnata nella promozione del vigneto Piemonte».
Per quanto ci riguarda, il vino quotidiano, che si beve volentieri non solo in occasioni particolari ma ogni giorno, e, che, pur avendo beva godibile sorso dopo sorso svela il suo nobile lignaggio, è il Dolcetto. Tra le nostre scelte del cuore, le due interpretazioni della cantina Abrigo Giovanni (www.abrigo.it) di Diano d’Alba, ovvero il Dolcetto di Diano d’Alba Docg Sorì dei Crava e il Dolcetto di Diano d’Alba Superiore Gararbei, due autentici gioielli che, non a caso, hanno conquistato i palati esperti presenti a Golosaria Milano, nel novembre scorso.
Se il secondo è il cru più prestigioso, di razza, dal carattere aristocratico, il primo, il Dolcetto di Diano d’Alba Sorì dei Crava, è un vino per cui si rischia di perdere la testa. Rosso rubino intenso con riflessi violacei, ha profumi di ciliegia selvatica, amarena e piccoli frutti rossi sotto spirito, note di tè, fieno e mandorle. Secco e armonico, al palato si propone con trama tannica in equilibrio con l’acidità, con sorso agile e persistente e finale dalla caratteristica nota ammandorlata.
Viva il Dolcetto!