Si è svolta sabato scorso al Castello Reale di Govone (Cn), la prima manifestazione dei vini PIWI, con la presentazione di un ampio spettro del patrimonio vitivinicolo dei vitigni resistenti.
Grazie a decenni di lavoro, incrociando varietà di vitis vinifera e specie resistenti americane o asiatiche, attraverso una impollinazione naturale, questi vitigni hanno un'alta resistenza alle malattie, mantenendo al contempo elevate qualità enologiche e caratteristiche gustative e organolettiche uniche. Conseguentemente è possibile ridurre i costi legati ai trattamenti fitosanitari, aumentare contemporaneamente la produttività dei vigneti e promuovere la sostenibilità, in quanto coltivabili facilmente in regime biologico, in altre parole dare una risposta concreta alle sfide poste dai cambiamenti climatici.
Tra i promotori e i protagonisti della bella iniziativa,
Marco Stefanini, Presidente di Piwi Italia - agronomo ed enologo, e coordinatore dell’Unità di Genetica e Miglioramento Genetico della Vite presso la Fondazione,
Alexander Morandell, Presidente di PIWI International dal 2020, e
Nicola Biasi, enologo e fondazione di una rete d’impresa di 8 aziende vitivinicole che si dedicano ai vitigni Piwi.
Ecco i nostri assaggi:
Della cantina
Le Carline – che premiammo nel 2016 con il loro Lison Pramaggiore Refosco dal peduncolo rosso 2014 – ci è piaciuto il loro
Resiliens Bianco 2022, multivarietale da vitigni resistenti PIWI. Alla vista un giallo paglierino brillante con riflessi verdognoli, al naso una parte floreale ben evedente a cui seguono sentori fruttati, e una nota minerale chiara. In bocca è fresco con la frutta che ritorna, e una piacevole sapidità che regala persistenza.
Notevole anche il
Muscaris di Col Parè, azienda trevigiana autrice di questo bianco da uve PIWI muscaris in purezza, una varietà ottenuta dall’incrocio tra moscato giallo e traminer. Alla vista si presenta di colore giallo paglierino carico, mentre al naso colpisce per le note floreali di glicine e sambuco, a cui seguono note citrine ben marcate. In bocca è vellutato con note di frutta esotica.
Bella sorpresa il
M’Ama 2022 di Albafiorita, realtà di
Latisana (Ud) appartenente alla rete d’imprese vitivinicole coordinata dall’enologo Nicola Biasi. Questo vino (50% soreli e 50% sauvignon kretos) si presenta giallo paglierino alla vista, al naso è fruttato con una mela verde croccante a cui segue una piacevole parte agrumata che ricorda il limone e il mandarino. In bocca prevale la parte floreale (glicine) e una buona acidità che favorisce la persistenza. Questo il campione che ci ha sorpreso di più.
Bella storia quella della cantina
Delaiti, da 3 generazioni impegnata nella coltivazione della vite ad Aldeno, in Trentino, che dal 2016 ha deciso di vinificare in proprio. La produzione vitivinicola comprende anche 2 etichette realizzate con vigneti resistenti PIWI, tra cui spicca quello realizzato con uve johanniter in purezza. Della vendemmia 2022, un calice giallo carico, che presenta note di frutta gialla matura al naso, che tornano anche in bocca, accompagnate da buona acidità e sapidità. Un vino molto duttile ed equilibrato.
Da segnalare anche i vini di
Pojer e Sandri, nostra vecchia conoscenza e già Top Hundred nel 2011 con il rosso “Faye”, con i 2 metodo ancestrale; il bianco
Zero Infinito, da uve solaris, e il rosato
Cremisi, ottenuto da diverse uve di varietà PIWI coltivate nei vitigni a 900 metri sul livello del mare. Al naso arrivano chiaramente i profumi di frutta rossa mentre in bocca è vibrante e sapido.
Terre di Cerealto ha portato 2 dei suoi 4 vini, in particolare vi parliamo del
Metodo Classico Laisé, da uve bronner in purezza, naso elegante che annuncia una buona acidità e mineralità In bocca l’ingresso è avvolgente e la sapidità lascia pulita la bocca.
Infine vi parliamo della cantina
Trezero, la prima realtà friulana a vinificare esclusivamente vigneti PIWI, in particolare del loro
Eos, un bianco dal colore giallo paglierino, al naso si sentono la frutta esotica e la frutta gialla matura. In bocca regna l’equilibrio con buona freschezza e acidità.