Milano, città del business. Ma Milano, città della bellezza. Dagli anni del Dopoguerra, quando si parla del capoluogo lombardo lo si considera solo come capitale economica d'Italia. All’ombra della Madonnina, tuttavia, c’è un mondo che va scoperto senza fretta. Al di là di Duomo, Scala, Sant’Ambrogio, Castello, Cenacolo, solo per citare la “scala reale” di capolavori meneghini che attirano visitatori da tutto il mondo. Nei diversi quartieri si cela un’infinità di tesori, che hanno il fascino di vie, palazzi, cortili, e ancora, negozi storici, botteghe artigiane e luoghi del gusto, che chiedono solo di essere raggiunti, dimenticando i ritmi frenetici che caratterizzano la vita quotidiana dei milanesi.
Bene, tra gli angoli più suggestivi della metropoli, via Lincoln, a fine Ottocento, cuore di un quartiere dove l’iniziativa di una cooperativa operaia costruì volendo dare a prezzi accessibili abitazioni ai lavoratori di Porta Vittoria, e nel tempo, divenuta vera attrattiva, per aver visto, negli anni, i diversi proprietari, sfidarsi a scegliere il colore più brillante con cui pitturare la facciata della propria casa. Risultato. Oggi, le piccole casette, ciascuna di non più di due piani, che se ne stanno una di fianco all’altra, separate solo da graziosi giardini, regalano un colpo d’occhio senza eguali, e la via si può considerare la strada “più colorata” dell’intera città. Questa viuzza poetica, che con la sua magia e la sua atmosfera da set cinematografico, è da anni meta del turismo più esclusivo, sfocia in via Cellini. Ebbene, proprio dove le vie si incontrano, di fronte, da pochi mesi, un grande del gusto, Francesco Germani, ha inaugurato “La manierina”, indirizzo, che, manco a dirlo, visto il contesto dei dintorni, è vero e proprio gioiello.
La formula è quella dell’enoteca con mescita, ma appena sarete dentro, da subito, capirete che qui si è voluto scegliere la strada della distinzione. Il locale è una bomboniera, con la sala, suddivisa in diversi spazi, che si susseguono alla destra del banco bar, che è di fronte all’ingresso, con ogni spazio che ha l’aspetto di un salotto, con le pareti dipinte in modo artistico da decoratrici, divani e sedie comode attorno ai tavolini, fatta eccezione per il grazioso nido da innamorati, dove ci son solo un tavolino e due sedie, ideale per un tête-à-tête romantico.
Per serate conviviali nel segno della privacy, infine, la cantina, vera perla, dove il tavolo in legno massello accoglie gli ospiti sotto a volte in mattoni a vista di fine Settecento.
Francesco Germani ha bagaglio professionale da chef di valore, ma con lungimiranza imprenditoriale, qui non ha voluto inaugurare il nuovo, ennesimo, ristorante, anche perché, sapientemente, ha considerato che a due passi operano realtà prestigiose e pluripremiate, con solida clientela, come Ciz Cantina e Cucina, Da Giacomo, L’Alchimia, Ricci. “Il suo salotto”, differenziandosi, è l’indirizzo dove trovarsi, nel pomeriggio, a gustare un aperitivo “gourmet”, visto che scelto drink o vino, il cliente non è “liquidato” frettolosamente con le solite, ahinoi, quasi sempre stantie, patatine, arachidi e olive, vero incubo di ogni goloso soprattutto perché nulla “c’azzeccano” né con i cocktail né con i vini, ma al contrario viene coccolato vedendosi servire creazioni come i coni con crema e ceci, i cracker di barbabietola e caprino, carota e bergamotto e come la strepitosa crema cotta di cipolla, autentici, piccoli, capolavori golosi che rendono memorabile quel momento. O dove arrivare a tarda sera, dopo aver cenato, per godersi un distillato di pregio per chiudere nel modo migliore la giornata. O ancora, dove, fare una cena fuori dagli schemi, visto che essendo enoteca con mescita, il vino è protagonista grazie a una cantina che è un invito a stappare, in virtù di una formidabile selezione di vini, che offre sia etichette celebri sia un gran numero di scoperte. Ma in cui quello che si può mangiare è di assoluto valore, visto che come dicevamo sopra, il percorso professionale di Germani è stato di successo, sia per la sua conoscenza delle materie prime sia per il suo talento ai fornelli. Per questo, da una carta suddivisa in quattro sezioni, con “le nostre selezioni”, i “nostri caldi”, “le nostre proposte” e “i dolci”, potrete costruirvi un percorso di piena soddisfazione, con quelle che qui son chiamate “manierine”, ossia muovendo liberamente tra le diverse voci.
Per chi ama l’antipasto all’italiana con gli affettati, la scelta non potrà non andare sul tagliere di salumi, dove spiccano chicche come il crudo di Montagna Dop, spalla cotta e “ossocollo” di maiali della rara razza Mangalica, il salame e il prosciutto cotto arrosto di suino brado dei monti Sibillini, o ancora il “manzo salmonato” (controfiletto di manzo marinato salato a secco e leggermente affumicato) piuttosto che la mortandela della Val di Non. Poi, giocando tra piatti che potranno essere indifferentemente antipasti o secondi, potrete scegliere il delizioso magatello di vitello con salsa tonnata affumicata insalata riccia capperi.
Quel pane e pomodoro con crumble di focaccia basilico origano cipollotto che sarà omaggio a tutta gola al maestro Aimo Moroni.
O, pensando alla Liguria, il baccalà mantecato, impreziosito da pane integrale, cipolla caramellata e ketchup di rapa.
Il primo, in questa stagione, potrà avere il gusto di una corroborante zuppa di legumi e cereali. Di secondo, per le forchette più agguerrite, ma nel caso anche come “piatto unico”, la selezione di formaggi, con Salva cremasco Dop, Crabei, Matico, Blutunt e Robiola di Roccaverano Dop.
Oppure, “Pastrami” (con pane al vapore, senape, insalata di cavolo e cipolla di Montoro all’aceto) o “Razza Cabannina” (battuta al coltello con salsa verde, radicchio e cavolfiore viola).
Finale in dolcezza, con qualche “manierina” – dessert, prima di uscire pensando che un’enoteca con mescita così non c’era, e che questo è indirizzo davvero prezioso. E' una bella novità!
La Manierina
Via Benvenuto Cellini, 21
Milano
Tel. 3519354879