Altra tornata delle nostre degustazioni settimanali, prima della pausa - dal vivo - con Golosaria Wine e Food a Milano dedicata al Piemonte.
Ecco dunque una carrellata di vini, dove sicuramente c’è anche la bottiglia giusta per la Pasqua. Auguri a tutti!!!
di Santa Maria della Versa (Pv)
Bella scoperta questa azienda guidata dal giovane enologo Alberto Fiori ma di proprietà della sua famiglia fin dagli inizi del ‘900. A lui però l'idea di procedere a vinificare in proprio puntando sulle produzioni più caratterizzanti di questo areale, cioè pinot nero - per la spumantizzazione - riesling e croatina. Una proposta che ci ha colpito fin dal primo approccio con la spumantistica: l'Oltrepò Pavese Pinot Nero Brut 2022, un metodo Martinotti dal naso fresco, pulito, di ribes e frutta nera che ritroviamo anche in bocca dove a vincere sarà l'acidità e la bolla ricca; il Pinot Nero Extra Brut “Le Stelle” 2019 è sicuramente il suo asso nella manica: uno spumante elegante fin dal naso con i profumi delicati di crema, viola appassita e una speziatura finissima. In bocca è pieno, con una bolla che si fa perlage sottile e una moderata acidità.
Passando ai bianchi l'Oltrepò Pavese “Crinale di Levante” 2021, da uve riesling renano, ha naso diretto, dove non si sentono ancora gli idrocarburi ma a prevalere sarà la nota più dolce del miele, che ritroveremo anche in bocca in un sorso dove l'acidità non è ancora ben definita. Più convincente il Provincia di Pavia Bianco “347 M.S.L.M” 2021, anche questo un riesling renano in purezza, che ha naso fresco, diretto, con una bella speziatura, ma sarà in bocca a trovare la sua dimensione ideale con un sorso leggermente tannico di stoffa setosa e acidità equilibrata.
di Lavis (Tn)
Conoscevamo le cantine Monfort di Lavis (Tn) solo per il loro Trentodoc ma questo passaggio ci è servito per mettere a fuoco una produzione che in realtà si dimostra valida sotto molti altri punti di vista.
Partiamo comunque dalla spumantistica e in particolare il Blanc de Blanc Riserva Dosaggio Zero “Le General” 2016, di colore paglierino, ha naso citrino che poi evolve su un naso di sottobosco e foglie bagnate, decisamente fine. In bocca è pieno, ricco, con una sapidità che permane a lungo. Il Trentino Gewurztraminer 2023 ha naso di estrema pulizia, con i sentori di arancia che escono netti, in tutta la loro esuberanza. In bocca il sorso è pieno, sapido, di buona acidità.
Sarà però il campo dei rossi a convincerci più di tutti con il Teroldego Rotaliano 2022. Di colore impenetrabile, che sembra quasi inchiostro, ha naso dolce dove il mirtillo esce con tutta la sua freschezza. In bocca il sorso è setoso, pieno con la ricchezza del frutto che si fa mordere.
di Capraia e Limite (Fi)
Una grande realtà di 250 ettari (40 vitati) dove a dominare sono sangiovese e cabernet sauvignon (Chianti e Carmignano le denominazioni di riferimento) che ha l'accoglienza nel DNA ma sa anche proporre vini di grande valore, sartoriali, decisamente ben fatti.
Tra i vini rossi ecco il Toscana “Gioveto” 2021, un vino di grande eleganza, con un naso dove la mandorla si accompagna all'incenso e all'alloro che torna, netto, in bocca, a corredo di un sorso di sostanza, con tannini fini. Il Chianti Montalbano 2022 ha naso verticale, con una nota leggermente affumicata e un sorso dal tannino ricco. Il Chianti Montalbano Riserva 2021 tira fuori l'anima selvatica di questo vino, con un naso di pelliccia. Il Chianti Montalbano Riserva “Il Fondatore” 2019 percorre invece tutte le sfumature del sottobosco.
di Castellina Marittima (Pi)
Una delle più imponenti tenute della Toscana: 1.500 ettari di terreno (60 vitati) al confine con Bolgheri dove la cultura dei Supertuscan è di casa. Il Lupicaia, frutto di cabernet sauvignon e petit verdot, va proprio in questa direzione. Siamo di fronte a un grande vino internazionale che, attenzione, in questa declinazione non significa incapace di esprimere una propria individualità, anzi. Il Lupicaia, già nostro Top Hundred nel 2008 (con l'annata 2004) è un vino grande, grandissimo, che "non può non piacere" ma non per questo rinuncia ad esprimersi. Al naso ci sono le note dolci-amare di cioccolato fondente accompagnate però da una cotè sulfurea, minerale. In bocca c'è tutto quello che ci aspettiamo da un grande vino: pienezza, equilibrio e seta. Il Toscana "Tassinaia", frutto di cabernet sauvignon e merlot, ha la stessa cifra di eleganza del campione precedenze: al naso il peperone del cabernet si sente accanto alla noce del merlot, uniti da una nota balsamica che torna anche nel sorso giocato sulla freschezza pur rispettando le esigenze di perfetto equilibrio e di un tannino levigato che un vino di questo tipo richiede. Infine il Toscana “Castello del Terriccio” 2018, mix di syrah e petit verdot, è sicuramente quello più fresco al naso, con la balsamicità e la ricchezza delle erbe aromatiche che sale in intensità con una leggera affumicatura che torna anche in bocca.