Sono sincero: ho sempre guardato con una certa invidia ciò che sta nascendo in terra romagnola attorno al Sangiovese. E questa faccenda delle sottozone, abbracciate da un marchio collettivo, mi è sembrato un modello compiuto mutuabile in altre situazioni, dove i Comuni sono evidenze di terreni a vocazione unica. E penso al mondo della Barbera.
Ho dunque seguito con interesse la conferenza stampa introdotta da un presidente illuminato quale è Ruenza Santandrea e da un direttore preparatissimo come Filiberto Mazzanti, che ha spiegato anche le differenze di terreno delle varie sottozone ed è stato convincente.
Ora, il
nuovo marchio collettivo europeo identifica i vini Romagna Sangiovese prodotti in
16 sottozone (Imola, Serra, Brisighella, Marzeno e Modigliana per l’area più occidentale. Quindi, Oriolo, Castrocaro, Predappio, Meldola, Bertinoro, Mercato Saraceno, Cesena, Longiano, Verucchio, Coriano e San Clemente).
L’uso della menzione sottozona è riservato a vini che derivano per almeno il 95% da vitigno sangiovese, quindi si tratta di sangiovese in purezza, prodotti secondo regole rigide, e che devono avere parametri chimico-fisici e qualitativi più impegnativi.
Dice infatti Ruenza Santandrea, presidente del Consorzio Vini di Romagna:
«L’obiettivo del marchio Rocche di Romagna è dare un impulso alla conoscenza dell’identità molteplice del Sangiovese nella nostra area e stimolare curiosità per le produzioni di Sottozona, che sono in assoluto quelle dall’impronta più fortemente territoriale. Vogliamo incentivare il consumatore così come i consociati alla ricerca di espressioni sempre più autentiche del Sangiovese, formidabile interprete dei suoli in cui cresce.»
Il marchio Rocche di Romagna dal punto di vista grafico reinterpreta un fregio della volta del mosaico di Galla Placidia a Ravenna, che è stato scelto in quanto così come le tessere del mosaico messe insieme creano una figura, così le sottozone del Sangiovese, insieme, danno di questo vino un’immagine unica, anche se composta da molteplicità.
La presentazione del nuovo marchio si è svolta nella location della
Rocca delle Caminate e la madrina dell’evento è stata la giornalista del vino americana
Kerin O’Keefe, che ha ribadito come questo nuovo marchio servirà a dare maggiore visibilità ai Sangiovese di Romagna sui mercati internazionali.
Per capirci, la superficie interessata al sangiovese riguarda
6.235 ettari per un totale di
10,9 milioni di bottiglie, di cui, per ora solo 400mila con la menzione Rocche di Romagna, benché dai nomi enunciati dalla presidente, vi siano già più di una trentina di cantine leader. Complimenti!