Si è aperto il dialogo tra esercizi e Ministero dello Sviluppo economico, con la convergenza su alcune questioni di rilievo. La notizia arriva da Fipe-Confcommercio con una nota che cita il contenuto dell’incontro tra il presidente Lino Stoppani e il ministro, Giancarlo Giorgetti.
Tre i punti principali. La richiesta di approvare rapidamente un pacchetto di misure emergenziali, adeguate e tempestive, attraverso il dl Ristori quinquies, come un nuovo meccanismo di calcolo che assicuri indennizzi a fondo perduto sulla base del reale calo dei fatturati dei pubblici sercizi nell’ultimo anno. L’adozione di un piano di ripartenza, riprendendo il lavoro già svolto con il CTS, per la riapertura graduale ma stabile, parametrata sulle caratteristiche strutturali dei locali, che consenta ai pubblici esercizi che dispongono di servizio al tavolo di tornare a lavorare anche di sera nelle zone gialle e di giorno nelle zone arancioni. L’integrazione, all’interno del P.N.R.R., di un progetto dedicato al rilancio dei pubblici esercizi, attore fondamentale per le filiere turistica e agroalimentare.
Positiva la risposta del ministero che, si legge nel comunicato, “ha annunciato l’intenzione di rivedere i parametri di calcolo dei ristori da inserire nel cosiddetto Dl quinquies, di modo da selezionare in maniera più precisa le imprese che hanno subito un grave danno a causa della pandemia” come quelle del turismo. Inoltre, ed è un’altra nota positiva, c’è una cauta apertura per il prolungamento dell’orario oltre le 18 in zona gialla.
Ci avviciniamo alla risposta auspicata sulle pagine di Avvenire questa mattina da Paolo Massobrio che, a fronte della responsabilità dei cittadini a cui fa appello lo Stato, chiede un intervento altrettanto responsabile in tema ristori, che “aiuterebbe tutti a una corresponsabilità più convinta".