La degustazione oltre la degustazione: a Montepulciano l'assaggio del vino diventa un mix di psicologia, teatro e gioco. Una case history per capire come comunicare il vino oggi sia una questione multidisciplinare

Comunicare il vino significa comunicare un'emozione, ma per farlo occorre sviluppare la parte, il valore interattivo. Così il professor Vincenzo Russo, punto di riferimento italiano nel settore del neuromarketing, spiega l'importanza del dialogo con il consumatore. Una comunicazione che però deve essere bidirezionale lasciando agli ospiti la possibilità di esprimersi.
L'atmosfera, l'accoglienza, le sensazioni tutto intorno hanno un'influenza così come le informazioni che ci vengono date su un vino. Più queste ultime sapranno emozionare e definire, più sarà positiva l'esperienza. Ora fissiamoci su quest'ultimo termine: esperienza. che non può essere unidirezionale, né tantomeno esclusivamente passiva. Come il successo del turismo esperienziale insegna, la possibilità di mettersi in gioco in prima persona amplifica le emozioni. Il gusto stesso del vino - se di gusto di può parlare, data la complessità dell'esperienza - cambierà radicalmente in base al contesto che ci circonda. Se un cattivo vino può influenzare negativamente una cena, una cattiva compagnia, un litigio a tavola, un gesto maldestro del cameriere può influenzare in modo altrettanto determinante la percezione di quel prodotto. Oggi per le cantine presentare il vino in modo ancor più incisivo è diventato determinante. Cercare l'emozione, attraverso l'ambiente, le etichette, il servizio. Ma per distinguersi serve ancora altro.
laciarliana-struttura.jpgLa Ciarliana di Montepulciano ha scelto di puntare su un'esperienza in prima persona da parte degli ospiti. Attraverso il loro sito non si prenotano semplicemente l'assaggio magari in abbinamento con un prodotto gastronomico ma - citiamo letteralmente - "Wine Master Chef" che consiste nel mischiare i diversi campioni per creare un proprio blend, "Il naso del vino" un gioco dedicato all'accostare i profumi del vino al loro corrispondente in natura, "Blind tasting" quindi l'assaggio alla cieca come in certe sessioni di degustazione.
laciarliana-bicchiere-degustazione.jpgTre proposte che fanno parte di un progetto più ampio e in costruzione di storygaming e lo storyacting che permetteranno poi di calarsi anche nei panni di un influencer, di un critico, di un enologo, un vendemmiatore e così via.
ciarliana-wine_tasting.jpgEsperienze che si potranno in parte prenotare direttamente in cantina e, in parte, saranno vendute attraverso canali propri dell'incoming turistico. Sono l'evoluzione ultima o, meglio, una interessante declinazione dello storytelling che coinvolge la cantina, la sua storia, la parte di ospitalità e l'espressione del capitale umano.
laciarliana_bicchieri-degustazione.jpgPoi c'è il vino, che forse è un'altra storia o forse, più semplicemente, la somma di tutto questo. Ma di questo lasciamo spazio a Paolo Massobrio che ha ben presente La Ciarliana sia perché il suo Vino Nobile è stato un Top Hundred una decina di anni fa sia perché ha un enologo piemontese fra i più stimati che è fra l’altro il padre del progetto Monferace. 
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