Questi i nostri assaggi della settimana, dalla Sicilia alla Liguria
Barbaresco Riserva Canova Serie Oro 2015 di RESSIA - Neive (CN)
La famiglia Ressia produce vini in una zona altamente vocata alla viticoltura, rappresentata nel loro caso dal “cru Canova”. Radici che risalgono agli inizi del Novecento, è il 1997 a rappresentare un punto di svolta cruciale: lotta integrata, rese più basse e sforzi economici (e personali) volti a una produzione enoica di qualità. In cantina puoi incontrare Fabrizio, che oggi ha in mano le redini dell'azienda. E' grazie alla sua guida che possiamo assaggiare la sua ottima Barbera d'Alba Superiore “Vigna Canova” che sa di frutta rossa sotto spirito e la liquirizia è evidente. Spalla alcolica di 14,5% che si fa sentire, riuscendo comunque a rimanere ben inquadrata.
Buono anche il nebbiolo che in etichetta si chiama “Gepù”. Forse leggermente corto, ha note terrose e di fiore come la viola ed è un'anticipazione dell'ottimo Barbaresco Canova 2017 che è fumé ed emerge anche una nota mentolata; è invece uno spettacolo il Barbaresco Riserva Canova Serie Oro millesimo 2015 che è lungo, lunghissimo! Trovi l'amarena sotto spirito che poi muta in una viola, quasi macerata. In bocca è pieno e rotondo con un tannino poderoso. Nel retronasale comanda un sentore netto di finocchietto molto particolare, che è la firma di un grande vino.
Sito Web: www.ressia.com
per acquisti sulla piattaforma winepoint.it
Brunello di Montalcino 2015 di PARADISO DI CACUCI - Montalcino (SI)
Dobbiamo attendere ancora 4 anni prima di assaggiare il millesimo 2019 del Brunello firmato da Gogu Cacuci, l'imprenditore che dal 2018 ha deciso di acquistare l'azienda Paradiso di Mauro Fastelli. Siamo nella microzona di Montosoli e qui Gogu – sapiente uomo d'affari – ha voluto rispettare la vecchia gestione e anche le tradizioni richieste dal territorio, con l'obiettivo di incrementare la qualità del prodotto (a partire quindi dalle uve).
New entry come l'agronomo Roberto Lamorgese, l'enologo Andrea Mazzoni e l'A.D. Marius Raulea per una produzione che comprende Brunello e Rosso di Montalcino, sicuramente i più rappresentativi oltre ad un rosato ed un Toscana Rosso. Quest'ultimo in etichetta si chiama “Pavla” e nel millesimo 2017 troviamo in prevalenze sangiovese, accanto a merlot e cabernet franc. Ottimo bilanciamento in bocca, su uno sfondo di note di bosco, soprattutto piccoli frutti e spezie. Riposa tre anni (di cui uno in botte di rovere di Slavonia) il Rosso di Montalcino che subito ricorda la frutta sotto spirito e poi vira inaspettatamente verso descrittori “marini”, grazie a una spada sapida interessante ben bilanciata dall'acidità.
Il Brunello è invece della vendemmia 2015 e il bouquet è davvero intrigante. Ciliegia, prugna, note balsamiche, poi sottobosco e liquirizia: finezza ed eleganza, un Brunello che merita ascolto e soprattutto rispetto!
Sito Web: www.paradisodicacuci.com
Barbaresco “Colle del Gelso” 2017 di CASCINA SARIA - Neive (CN)
Azienda famigliare nata grazie a Giovanni Abbruzzo che negli anni Settanta diede nuova vita ad un vecchio cascinale che vede, ad oggi, circa 13 ettari di vigneti per una produzione annua di circa 30 mila bottiglie. Nei campi puoi incontrare Francesco, in cantina l'enologo Alessandro e a gestire la parte commerciale è Maura. Se andrete a visitare Cascina Saria potrete degustare un Brut Charmat e un Langhe Arneis in apertura, per poi inoltravi nei più classici del territorio, dal Dolcetto d'Alba fino al più imperioso Barbaresco. Alla nostra tavola troviamo ad accoglierci l'Arneis 2019 che è subito speziato, con frutta dolce tropicale e un retrogusto sapido – minerale bilanciatissimo. A predominare nel loro Dolcetto, medesimo millesimo, è la frutta croccante, con un naso quasi vinoso. Vino morbido, davvero beverino.
La Barbera (d'Asti) “Convento” sa proprio di amarena ed è giustamente fresca, ma lascia spazio alla vendemmia 2017 della Barbera d'Asti “S. Lorenzo” che è molto più intrigante e completa dove note di incenso e affumicatura si mescolano ad una mineralità decisa ma inquadrata.
Stappiamo poi il Langhe Nebbiolo “La Riddolina” 2018. Sentori di grafite e ciliegia, con un tannino davvero piacevole.
Concludiamo con il Barbaresco “Colle del Gelso” che vince e convince per eleganza: frutta sotto spirito che muta in spezie dolci e note verdi. La menta è netta e il vino strutturato, lunga la persistenza.
Sito Web e Shop online: www.cascinasaria.com
Erbaluce di Caluso di CANTINA SAN MARTIN di Alberto Mancusi - Moncrivello (VC)
Color paglierino limpido per questo campione di Erbaluce di Caluso di Alberto Mancusi che a Moncrivello in provincia di Vercelli ci regala un vino biologico molto pulito e sincero nei profumi. Fiori di campo e richiami alla mandorla ma la linea guida della bevuta è sicuramente la mineralità. Il vino è equilibrato e si beve con piacere: forse il tallone d'Achille è la scarsa persistenza gusto-olfattiva che lo fa risultare leggermente corto. Rimane comunque un campione ben fatto che racconta della grandezza di questo vitigno.
Vétua Bianco dell’AZIENDA AGRICOLA VÉTUA - Monterosso al Mare (SP)
Alto sulla baia di Monterosso, il vigneto di Vétua, che sale da mezza costa verso il cielo guardando il mare è uno spettacolo. Abbiamo conosciuto questa cantina, Vétua, appunto, nata nel 2010 dalla passione di Sebastiano Catania, grazie a Francesco Malgrati, instancabile promotore del territorio ligure, che sin dagli esordi ha sempre sostenuto gli sforzi di questa piccolissima azienda agricola a conduzione familiare, che ora è arrivata a produrre circa 4.000 bottiglie l'anno. I vini sono schietti e sapidi, come quelli che si facevano una volta alle Cinque Terre e ancora adesso nascono da vigneti terrazzati a picco sul mare. La filosofia di lavoro si ispira al rispetto per la natura e alla biodiversità.
Abbiamo degustato sia Ö, bianco che nel nome ha voluto riprendere un intercalare tipico degli abitanti di Monterosso, “Ö”, appunto, a sottolineare la notevole tipicità che ha il vino, dalle note agrumate, dai sentori di erbe aromatiche e macchia mediterranea, dal gusto sapido e fresco sia il Vétua Bianco. Da uve bosco (50%) albarola (20%) e vermentino (10%) e 3 uve autoctone salvate dall’oblio e restituite al territorio, ossia piccabùn (10%) e frappelà e brujapagià (10%) delle vigne della località Vettora, Vétua in dialetto, di Monterosso. Nel bicchiere ha colore giallo oro brillante e luminoso, naso di intensa mineralità con note di cedro candito, sentori di erbe aromatiche, e in particolare di salvia e rosmarino, e di macchia mediterranea e spezie, mentre al palato è fresco e di spiccata sapidità, salino, iodato, con suggestiva armonia e finale infinito. Emozionante! È assaggio memorabile!
Sito Web e Shop online: www.vetua-azienda-agricola
Vino Spumante di qualità Metodo Classico Anna Botti di TENUTA LA VIGNA - Capriano del Colle (BS)
Sulla collina Montenetto di Capriano del Colle, sovrastata dalla Torrazza, maniero del ‘700 con funzione di avvistamento (delle truppe che dalle Alpi scendevano verso la Pianura Padana), l’azienda Agricola Tenuta La Vigna, che mappe del ‘300 segnalavano già come luogo di vigneti pregiati. La DOC è Capriano del Colle. E altri documenti indicano sin dall’800, il legame della famiglia Botti, attuale titolare, con l’agricoltura e la vigna. La svolta è dei primi anni del ‘900, quando Giuseppe ha portato a 10 ettari la superficie vitata. Arrivando ai giorni nostri, si deve a Ugo l’incremento dell’attività vitivinicola, realizzato con la fondazione nel 1982 dell’Azienda Agricola La Vigna, e ora a sua figlia Anna, che rappresenta la quarta generazione, lo slancio dato alla cantina e la volontà di proseguire nell’evoluzione dell’azienda, nel segno della salvaguardia dell’ambiente, della sostenibilità, della qualità dei vini. Di Tenuta La Vigna notevole il Capriano del Colle Rosso Riserva DOC Monte Bruciato 2015, rubino carico, con sfumature violacee, dai profumi di ciliegia, amarena, ribes e lampone, di buon corpo, sorso piacevolmente tannico e persistente. Il vino che non finisce mai di stupirci, il Metodo Classico Anna Botti, dal colore giallo paglierino, dal perlage fine e persistente, dai profumi di fiori bianchi e le note suggestive di liquirizia, la fine speziatura, il suo proporsi al palato con buona struttura, sapidità e lunghezza.
Shop online: piattaforma tannico
Kebrilla Grillo di FINA - Marsala (TP)
Questa cantina ci continua a stupire. Dal primo nostro assaggio fatto su segnalazione di Roberto Formica, che ne era rimasto stupito, anche per noi, da allora, ogni riassaggio è una sorpresa. Fondata negli anni Ottanta, e gestita con dedizione da Bruno e Mariella Fina e dai loro figli, questa azienda ha cantina efficiente e di moderna concezione, spazio per l’ospitalità, vigneti in buona parte con vitigni autoctoni come il grillo e il nero d’Avola, per i quali il patron continua la frenetica ricerca di cloni originali per ridare carattere antico e “originale” ai propri vini. Il nostro Top, era stato il loro Sauvignon 2005, uno spettacolo, con i suoi profumi di pesca, frutta esotica, le sue note di foglia di pomodoro, il suo gusto fresco, equilibrato, persistente e armonico.
“Carattere” è la parola d’ordine di Bruno ai suoi figli, e i loro vini questo hanno come caratteristica principale. È così per i rossi, di cui il più complesso è certo il Caro Maestro, da uve cabernet sauvignon, merlot e petit verdot.
Ed è così per i bianchi, tra cui ci ha ancora una volta conquistato il Kebrilla Grillo 2018, bio che esalta l’integrità del grillo. L’ho assaggiato al Ristorante dei Bravi di Cormano e m’è sembrato di tornare a Golosaria, dove i Fina sono venuti per due anni facendosi conoscere al pubblico attento di Milano. Questo Grillo è pieno, con una nuance quasi aromatica e una spada di acidità forte. Che bel vino!
Sito Web e Shop online: cantinefina.it
Frascati Bianco “496” Bio 2017 di DE SANCTIS - Frascati (RM)
Alfiere di viticoltura biologica e antiche radici contadine (viticoltori già dal 1816), la famiglia De Sanctis produce vino all'interno della denominazione Frascati, luogo incantato i cui suoli sono ricchi di sostanze ereditate da una terra una volta vulcanica e sorta sui resti del leggendario lago Regillo. Luigi De Sanctis è padre di Andrea e Francesco (enologo), i quali rappresentano un motore fondamentale per l'azienda che oggi insegue il sogno di una produzione “naturale”, nel rispetto della natura e dell'uomo. Di recente installazione è il nuovo impianto geotermico a sonde orizzontali interrate sotto un vigneto di cabernet franc, il cui scopo è quello di ridurre le emissioni di CO2 nell'atmosfera.
Allietati da questo spirito di iniziativa, assaggiamo il loro bianco Frascati che in etichetta è “496”, nato grazie ad un blend di malvasia di candia (90%) e trebbiano toscano. Il naso è indubbiamente aromatico e molto espressivo, dove si percepisce la mandorla e i fiori di sambuco. Il vino risulta secco, di corpo e molto fresco. Nel finale ritorna una nota verde che impreziosisce ulteriormente il bouquet.
Sito Web: www.frascati-wine.com
Vermentino di Sardegna “Su'imari” 2015 di SU'ENTU - Sanluri (CA)
Su'entu in sardo significa “il vento” e il nome ci sembra più che azzeccato. Elemento naturale che caratterizza la grande isola. Il nome evoca anche una parola dal forte valore simbolico che racconta di libertà e cambiamento. Questi valori la famiglia Pilloni li conosce profondamente, da quando nonno Ernesto produceva vino, cereali e legumi fino ad arrivare a Salvatore – il terzogenito: l'azienda oggi è concentrata nella produzione di vino di qualità e promuove la vendita di vini autoctoni, come Vermentino, Bovale e Cannonau. Stappiamo il loro Vermentino di Sardegna vendemmia 2015 che è verdolino nei riflessi e piacevolmente fruttato, con un naso che ricorda gli agrumi ed anticipa una sapida ben evidente in bocca. Vino equilibratissimo che non manca di freschezza e chiude su note di frutta tropicale. Il riposo in tonneaux lo si percepisce ma i sentori “legnosi” non sovrastano assolutamente i sentori varietali. Assaggiato alla Cascina Vittoria di Rognano. Che gran bel vino!
Sito Web: www.cantinesuentu.com per acquisti su www.karasardegna.it
RAMADDINI - Marzamemi (SR)
Carlo Scollo e Francesco Ristuccia sono i due protagonisti di questa storia: due imprenditori che si sono innamorati della Val di Noto nel sud-est siciliano e che hanno deciso di investire su una ventina di ettari vitati dove, oltre ai campi, hanno ereditato una cantina ricca di storia e valori figli di intere generazioni di contadini. Carlo e Francesco hanno però portato un vento di novità, con uno chiaro sguardo rivolto verso la sostenibilità (dalla vendemmia 2018 sono certificati BIO). Un impegno che non si esaurisce nel mondo del vino ma spazia anche alla promozione enoturistica dell'intera Sicilia. Nel 2003 l'acquisto dei vigneti, nel 2008 il primo imbottigliamento e nel 2014 il restyling delle etichette. Ha invece 3 anni di vita il loro nuovo spumante Perla Marina versione Brut di Moscato di Noto che è paglierino scarico nei colori ma al naso è davvero acceso. Arancia candita e frutta tropicale (ananas) offrono un ottimo equilibrio in bocca caratterizzato da un'evidente freschezza. Dopo pochi secondi arriva la mela verde ma anche il miele di acacia. Davvero interessante (grazie a Salvatore Sipala per la segnalazione).
E' invece muscoloso il Terre Siciliane “Quattro Venti” 2019 che racconta di chardonnay e cataratto ed è vestito di un colore molto carico. La banana è netta, come il mango e la vaniglia. Si percepiscono sentori vanigliati anche se il vino fa solo acciaio e riposa 3 mesi in bottiglia. Tanta roba.
Il passaggio in tonneaux lo fa invece il Nero d'Avola Noto Riserva “Patrono” che è millesimo 2016 e senti subito il mirtillo ed il tabacco, virando poi su note animalesche. In bocca invece è speziatissimo e ritorna il frutto che è davvero integro. Il vino è sapido e piacevole da bere, Feudo Ramaddini non sbaglia un colpo.
Sito web e per acquisti: www.feudoramaddini.com