Montepulciano d'Abruzzo e Cerasuolo d'Abruzzo: due grandi vini di Inalto, progetto avviato nel 2018
Era il 2015 quando Adolfo De Cecco, non ancora trentenne, dopo un viaggio a Bordeaux e sull’Etna, territori che lo affascinavano per la loro eccellenza vitivinicola, tornato in Abruzzo, ha trovato nell’Aquilano quel territorio d’altura dove nascono vini di carattere elegante da vitigni autoctoni. Il progetto prende forma e nel 2018 nasce Inalto.
Il cognome, ai lettori più attenti, sarà suonato come sinonimo di pasta. E così è, visto che Adolfo è l’erede della dinastia che dalle geniali intuizioni nel 1886 del fondatore Filippo, ha fatto crescere l’azienda portandola a essere il gruppo multinazionale che è oggi, leader mondiale del settore nel segmento premium. Ma Adolfo, classe 1986, ha scelto una via tutta sua, seguendo la passione per il vino, decidendo di puntare tutto sul territorio identitario abruzzese.
«Abbiamo iniziato con l'acquisizione della cantina Gentile, preesistente in quel di Ofena – ci dice Adolfo – uno splendido luogo ove abbiamo piantato 3 ettari in territori eroici che vanno dai 750 fino agli 800 mt di altitudine; per poter raffinare e trattare con eleganza i vitigni bisogna andare in altura, perché le escursioni termiche e i terreni riescono solo lassù a dare mineralità nei vini bianchi e levigare il tannino nei vini rossi».
Nei giorni scorsi, al Desco, nuova realtà sbarcato sulla piazza milanese, con un ristorante moderno ed elegante, l’occasione di assaggiare i vini di questa giovane promessa vitivinicola d’Abruzzo, che sta affrontando con grinta la sfida di un territorio che ha un potenziale ancora da scoprire.
A ogni vino (cinque le “etichette degustate”, ossia Abruzzo Bianco DOC 2018, Pecorino Terre Aquilane 2018, Trebbiano d’Abruzzo, Montepulciano d’Abruzzo DOC 2018, Campo Affamato, Terre Aquilane IGT Rosato, Cerasuolo d'Abruzzo Superiore, Inalto Rosso 2016) è stato abbinato un piatto creato dallo chef Roberto Godi, assieme alla sua giovane équipe.
«L'idea che da tre anni muove il progetto Inalto – ha raccontato orgoglioso Adolfo, partendo con un'affermazione forte – parte da questa consapevolezza: “La terra d'Abruzzo è una bellissima donna, ma vestita male”».
Una provocazione che porta al cuore del suo discorso, visto che Adolfo vuole veramente “cucire addosso” a questa grande regione italiana un "suo" preciso vestito, ossia il progetto di interpretazione del “mondo vino” in un territorio d’altura dove questi vini danno il meglio di sé. Un obiettivo, che la degustazione ha detto, può considersi raggiunto.
Prodotti nella zona collocata tra la valle del Tirino e la valle Subequana, nei comuni di Ofena, Villa Santa Lucia (Caruffo, terra nativa della nonna di Micheal Bublè) e Acciano.
Importante il Campo Affamato Montepulciano d’Abruzzo Doc 2018. Da uve montepulciano di un singolo vigneto di 30 anni, vendemmiate a fine ottobre per una resa di circa 60 quintali/ettaro. Dopo fermentazione spontanea in acciaio, dove macera per circa 30 giorni, e affinamento in botte grande (20hl) e tonneaux per 14 mesi. Nel bicchiere fa conoscere una faccia dell'Abruzzo inedita e con un grande potenziale, ovvero il vino che non ti aspetti, con personalità, eleganza, longevità e struttura.
Un’emozione il Cerasuolo d’Abruzzo Superiore Doc 2019: più vicino come idea a un Pinot nero, quasi da mettere nella carta dei rossi. Cerasuolo Inalto è ottenuto da uve montepulciano vendemmiate a metà ottobre, per una resa di circa 70 quintali per ettaro. Dopo la macerazione pellicolare di circa 48 ore, avviene la fermentazione spontanea con l’ausilio di un pied de cuve, prima di affinare successivamente sulle fecce per 4 mesi, e poi riposare in bottiglia per altri 2 mesi. In degustazione, si presenta di un colore rosa tipicamente “cerasa” con riflessi rubino, e con notevole intensità all’olfatto. Identitario e dalla immediata riconoscibilità, si propone al naso con generosi sentori di frutta rossa, di ciliegia, prugna, lamponi e a seguire note di oliva e rabarbaro. Pieno, sensuale, ammaliante, al palato, in bocca si distende con equilibrio e armonia, per un finale persistente e appagante. È cantina da seguire, il suo percorso regalerà sorprese.
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