Mangiare a Chiusi in tre mosse

Alla Solita Zuppa, Al Grillo Buon Cantore, alla Madia del Grillo

Che Chiusi fosse centrale era chiaro, ma che il suo centro fosse anche una bella realtà da visitare mi mancava, perché di solito la fretta è traditrice per cui da questa cittadina ci transiti e basta. Ora, quest’anno ci sono venuto due volte: la prima perché pernottavo a Città della Pieve (Umbria), la seconda, tre giorni dopo perché stavo a Chianciano. Entrambe le mete erano equidistanti.
Ma se la prima sera ho provato una trattoria verace, La Solita Zuppa, che a fianco ha un’enoteca-bottega fornitissima, la seconda sera sono stato a Il Grillo è buoncantore, nostra sosta radiosa che a mio parere è destinata a crescere, perché la nostra filosofia qui è proprio centrata. Il terzo locale è una costola del Grillo, ovvero la pizzeria la Madia del Grillo che sta sulla stessa piazza, proprio di fronte al locale, ma che non abbiamo provato, benché la curiosità fosse tanta. In ogni caso in fondo questo articolo dedicato interamente a Chiusi, ci sono indirizzi e numeri di telefono.
L’Osteria la Solita Zuppa si apre con una grande sala gremita di gente e un via vai di piatti tipici toscani a iniziare da una teoria di pici fatti in ogni modo, ma anche gli gnudi. Imperdibili le zuppe, le patate e i ceci conditi; consigliabile la fettunta o il lampredotto, ma qui i pezzi forti sono i secondi, dove meritano la trippa, la scottiglia e il coniglio allo zenzero.
solita-zuppa-piatto verze.jpg Se poi riuscite ad avere confidenza con il patron Andrea Paracchini, grande esperto di vino, ecco uscire una bottiglia di Toscana Rosso dell’azienda San Gregorio sempre di Chiusi a base di uve barbera e colorino (questa azienda la ritroveremo poi alle Anteprime toscane dove si affermerà con un ottimo Chianti Colli Senesi 2023) che vi farà chiudere la serata con soddisfazione.
A Il Grillo è Buoncantore ci eravamo stati un lustro fa e tanti nostri lettori, incuriositi dal faccino radioso, hanno seguito spesso il nostro consiglio. Qui Stefano Fattorini (in sala) con la moglie Tiziana Tacchi (in cucina) seguono con estrema serietà la filosofia di Slow Food.
grillo-lui e lei.jpg Quindi i prodotti dei Presidi, ma anche prodotti scovati da amici, da piccolissimi artigiani come Cristiano che gli fa il pane, davvero spettacolare (il più buono dell’anno).
Il locale ha un dehors e poi una saletta davanti al banco dove il patron sceglie qualche ottima bottiglia di vino (c’è anche una sala più riservata all’interno). Negli anni, dopo la nostra prima visita, pare abbiano deciso di essere slow anche nei coperti, per fare le cose per bene, senza ansia. Per cui, trovare un posto in questa osteria-bistrot è non solo un momento di gusto, ma anche qualcosa che a che vedere con la cultura contadina. E poi che dire dell’abbinamento degli oli a ogni portata, a cominciare da quello prodotto con la cultivar Minuta di Chiusi, che è anche un presidio Slow Food.
Detto questo, quando ho saputo che avevano la Ribollita cotta in cassetta (vedi foto d'apertura), ho fatto quasi un urlo di gioia. E me la sono goduta tutta. Ma prima mi sono fatto portare lo sformatino di cardi con crostini di burro e alici di Cetara, scelto in alternativa alla Fettunta con cavolo nero e fagiolo toscanello. Fra i primi non mancano i pici dell'osteria (12 euro), ma anche le linguine di grani antichi del Mulino della Val d’Orcia; quindi gli gnudi gratinati al Reggiano 30 mesi dei prati stabili.
Detto questo, vi invito a prepararvi per i secondi, perché basta scegliere la tipologia di carne per godere: razza Chianina e Maremmana per la carne bovina; cinta senese per il maiale; agnello Amiatino; quindi la faraona in rolata con pane di Marocca di Casola e il coniglio cotto con limone e rosmarino (questi due superbi!), e poi pollo, piccione, anatra e oca. I prezzi variano dai 16 ai 18 euro, e tutti sono accompagnati da un contorno. Avrei voluto prenderli tutti.
Ai dolci (7 euro) la crostata di frangipane, i cantucci del Grillo, il flan al fondente con cuore di melagrana. Che gran bella esperienza: mi sono sentito un signore quella sera, investito, e non per dire, da un amore per la cucina che non provavo da tempo. Bravissimi!