Davanti al Teatro alla Scala, il locale innovativo con libreria, caffetteria e ristorante gourmet, con cui Stefania Moroni, Alessandro Negrini e Fabio Pisani hanno vinto la sfida di portare la filosofia di gusto di Aimo e Nadia nel cuore di Milano
La posizione è “una bomba”. In piazza della Scala, di fronte al Teatro. L’ambiente è elegante. All’interno del maestoso edificio della Banca Commerciale Italiana, dove ora ha sede il Museo delle Gallerie d’Italia.
Si varca l’ingresso, si fanno pochi gradini, e davanti, ecco tre ampi saloni con grandi vetrate e stucchi e arredi di design, con, sulla destra, la libreria con testi dedicati a mostre e arte, sulla sinistra, la caffetteria (sempre aperta al pubblico, in cui è possibile gustare colazioni e aperitivi d’autore), in fondo, la sala destinata al ristorante gourmet con cucina a vista.
La sfida è “elettrizzante”. Onorare storia, filosofia, cultura dell’accoglienza e cucina dei sommi Aimo e Nadia Moroni, nel cuore di Milano. Tutto questo è Vòce (piazza della Scala 6 – tel. 0240701935) “il luogo” di gusto, che, forti dell’esperienza de “Il luogo di Aimo e Nadia”, Stefania Moroni, Alessandro Negrini e Fabio Pisani, hanno accettato di inaugurare a fine 2018, per far incontrare la loro visione della cucina italiana con le proposte artistiche del museo. Essendo loro tre - e con loro Nicola Dell’Agnolo, il maitre e Alberto Piras, il sommelier - dedicati dall’alba a notte fonda al “ristorante” di via Montecuccoli (tanto più, ora, dopo la recente, formidabile, ristrutturazione, che ne ha fatto indirizzo di caratura internazionale). La scelta, che si sta rivelando vincente, è stata quella di affidare servizio e fornelli a professionisti di assoluto valore, individuati pescando a piene mani, innanzitutto, tra i giovani “campioni” di scuola “Aimo e Nadia”, formando un team affiatato che ha i suoi leader nel Direttore Federico De Luca, nello chef Dario Pisani, nel sommelier Roberto Riccardo Tornabene, e in quella “top player” della sala che è Marina Brandanise.
Comodamente seduti ai tavoli ben apparecchiati, e ammirando le numerose “Toques” che, in modo ordinato, come nelle grandi “brigate”, cucinano per voi. Con uno dei buoni vini, che potrete avere anche a bicchiere. Da un menu che, pur realizzato con prodotti e materie prime di qualità senza eguali (la grande lezione di Aimo), saggiamente, non ripropone in modo “scolastico” i piatti più celebri dei Moroni, smarcandosi così dal rischio di proporre “copie” opache degli originali, ma si muove dimostrando capacità di interpretazione personale della filosofia della “casa madre”.
Sarete felici con la strepitosa zuppa di pomodori di Sicilia cetriolo pane capperi origano di Pantelleria e olio extra vergine d’oliva Coratina, o con il calamaro scottato su crema di primizie al profumo di limone della Costiera. Poi, golosi cappelletti fatti in casa farciti di ragù napoletano Parmigiano Reggiano 36 mesi e basilico. Per chi ama la cucina milanese, di primo, risotto allo zafferano, e di secondo, “Milano: controfiletto di vitella di montagna alla milanese al giusto rosa con patate al rosmarino”. Mare? Sognatelo con i gamberi rossi di Santa Margherita con la loro riduzione su crema di primizie al profumo di menta. Gran finale con Babà al limoncello o stragoloso Tiramisu VOCE alla moka.
Nel cuore di Milano, finalmente una VOCE fuori dal coro, che nulla ha a che vedere con la ristorazione acchiappa stranieri che va per la maggiore nel centro della città, e che, ai golosi, e anche ai turisti, “parla”, sì, ma facendo il racconto affascinante dell’Italia del gusto!