Assaggi e considerazioni su un’area intrigante

Eccoci a raccontarvi una full immersion nei vini di queste Docg davvero intriganti, grazie all’accoglienza di Daniele Becchi che del Consorzio di Tutela di Suvereto e della Val di Cornia ne è il segretario.
Abbiamo degustato circa 80 campioni, alla cieca, e solo ora abbiamo raggruppato gli appunti per cantine, per facilitarne la lettura. Cosa abbiamo trovato dunque? “Tanta roba” viene da dire, con alcune punte che segnano una strada per tutta la denominazione, sia per quanto riguarda gli iconici vini Bianchi sia per i Rossi che possono raggiungere espressioni notevoli come ben insegnano le cantine leader della zona che hanno segnato la strada: Tua Rita, Petra, Gualdo del Re e da ora anche Casadei.

Gualdo del RePartiamo allora proprio da una cantina del territorio che ha scommesso da tempo su questo terroir: Gualdo del Re. Attiva dal 1953, in località Notri, ha quasi 25 ettari vitati di proprietà – con la tenuta che si estende complessivamente su una superficie di 45 ettari totali – a un’altitudine di circa 100 metri sul livello del mare, con piante che hanno un’età media di quarant’anni. Il Costa Toscana Vermentino “Valentina” 2021 dal colore paglierino ha belle sensazioni floreali di acacia e tiglio ed erbe aromatiche. Una nota che ti accompagna con gentilezza anche in bocca.
valentina-vermentino.jpgIl Costa Toscana Pinot bianco “Eliseo” 2021 è anch’esso paglierino e si mostra con un naso vegetale con una sua profondità: ricco, pieno in bocca. Interessante il Costa Toscana rosato Aleatico “Shiny” 2021; colore buccia di cipolla; naso fine, erbe aromatiche poetiche che sono molto fini e persistenti. In bocca è pieno, vegetale, ficcante con una nota di mela verde e timbro tannico sul finale. Il Toscana Rosso “Eliseo” 2018 da uve sangiovese, merlot e cabernet sauvignon, si presenta con una piacevole fragolina di bosco e mostra tutta la sua eleganza. Ma il compimento lo trovi nel Suvereto Merlot “I'Rennero” 2017. Molto fresco e speziato, in bocca è equilibrato con una bocca gioiosa e verticale. Il Toscana Rosso “Cabraia” 2017 ha note sulfuree fini e cenni di incenso per un sorso rotondo e piacevole. Tuttavia il vino che più ci è piaciuto della cantina resta il Suvereto Sangiovese Il Gualdo 2016, che ha frutta esplosiva, con profumi di ciliegia, prugna, spezie e un accenno fruttato che ricorda la mostarda di Cremona. È fresco, equilibrato, con una bella carezza tannica.  Chiudiamo col Costa Toscana Aleatico passito “Amansio” 2019 che immediatamente mostra cenni di cola e poi rosmarino, timo, macchia mediterranea che ti fanno chiudere gli occhi davanti a un’inusitata dolcezza.
il-gualdo.jpg
RigoliL’azienda Rigoli (oggetto dell’articolo su IlGusto.it a firma di Paolo Massobrio uscito oggi, martedì 6 dicembre: link) vede il fondatore, Nelusco Pini, e i suoi figli, Edoardo e Niccolò, coltivare sette ettari di vigneto, collocati nella fascia pedecollinare di Monte Calvi. Ebbene questa cantina – con cui, per quanto ci riguarda, per noi è stato il primo incontro – ci ha davvero sorpreso. A partire dal Costa Toscana Vermentino “Stradivino” 2021: colore paglierino brillante; naso profondo con frutta gialla su uno sfondo balsamico e speziato. Imperioso, molto persistente; in bocca lo ritrovi con una sua pienezza e una nota sapida. Grandissimo, tanto da meritare i nostri 5 asterischi sarà il Costa Toscana Ansonica “Accordo” 2021. Colore giallo oro intenso. Polpa di frutta esotica (mango, papaya) per un sorso pieno, elegante, rorido di freschezza, finissimo. Elegante. Perfetto in tutti i suoi elementi, persino nella sua carica alcolica.
rigoli-accordo.jpgSu IlGusto.it anche il Toscana Rosso “N'Etrusco” 2021 (da uve sangiovese 50%, merlot 25% e cabernet sauvignon 25%); il Val di Cornia Sangiovese “Montepitti” 2020; il Toscana rosso “L'Assiolo” 2018 (merlot 50%, cabernet sauvignon 25%, cabernet franc 25%): il Val di Cornia Rosso “Testalto” 2017 (sangiovese 75%, cabernet sauvignon e merlot 25%). Infine l’intrigante Toscana passito di Ansonica “Impressioni di Settembre” 2020. Capolavoro!
rigoli-impressioni di settembre.jpgTerradonnàEccoci dunque alla cantina Terradonnà, della famiglia Rossi, condotta nel pieno “rispetto dell’ambiente e dei ritmi della natura”, facendo convivere tradizione e innovazione, mantenendo la cantina tradizionale con vasche di cemento e torchi di legno, ma non rinunciando all’utilizzo delle migliori tecniche di vinificazione e di lavorazione per migliorare la vita delle piante. Il Toscana bianco “Faden” 2021 (uve trebbiano 60%, clairette ansonica e altre uve 40%) ha colore paglierino luminoso, con note vegetali evidenti al naso, sentori di ginestra, note agrumate, mentre in bocca è vellutato e dalla sapidità spiccata, piacevole per la lunghezza. Il Toscana rosso “Bixbi” 2019 (uve syrah 50 % e sangiovese 50%) invece ha profumi di violetta, piccoli frutti e frutta speziata, nota elegante di pelliccia, gusto caldo, tannino setoso, retrogusto di frutta. Da seguire nella sua evoluzione il Toscana Rosso “Prasio” 2019 (uve cabernet sauvignon 50% e merlot 50%) che ha naso austero, solenne, con nota balsamica di eucalipto, speziatura con note di pepe e cuoio; in bocca è autentico, astringente, dalla lunga persistenza. In divenire. Di notevole carattere il Toscana Rosso “Spato” 2019 da uve sangiovese. Fruttato, di grande tipicità, classico, ha profumi di ciliegia, mentre in bocca, è equilibrato, di buona personalità, ghiotto. Il Toscana cabernet sauvignon “Okenio” 2018, invece, è vegetale e verde, con nota caratteristica di peperone, tipico.
terradonna.jpg
Casadei è una cantina che seguiamo sin da quando Stefano Casadei e Fred Cline l’hanno creata, condividendo il progetto di mettere al centro la natura, rispettando e tutelando un ambiente ricco di biodiversità e piantando vitigni internazionali capaci di esprimere tutto il carattere della varietà, dando vita a un progetto affascinante con un’idea di sostenibilità. In cantina, dai sedici ettari della proprietà, arrivano solo uve selezionatissime, che sono vinificate in anfora e cemento. La Tenuta permette di fare un’esperienza di valore di enoturismo e già nel 2020 il suo Cabernet franc "Filare 18" 2018 figurò fra i nostri Top Hundred. Se di questo vino il millesimo 2020 sfiora solo un “buono”, l’applauso per la sua grandezza ce lo ha strappato invece il Syrah. Ma andiamo con ordine con le nostre note sui nuovi vini. Per iniziare il Toscana Bianco “Incanto Mediterraneo” 2021 da uve sauvignon (50%) e semillon (50%) ha note speziate, sentori di frutta esotica, poi in bocca si presenta un po’ aromatico e amaricante, ancora in cerca di un suo equilibrio. Chi invece è già grande è il Toscana Viognier “Filare 23” 2020 che ci ha strappato i cinque asterischi pieni. Di colore oro brillante, al naso ha un qualcosa di sulfureo accanto a profumi di frutta esotica e mela cotogna fresca, con bouquet molto profondo, sostenuto da una freschezza marina e speziatura che evoca la cannella. In bocca si esprime con un sorso pieno e complesso. Enorme eleganza.
casadei-filare23.jpgPer quanto riguarda il Toscana Rosso “Sogno Mediterraneo” 2020, blend di syrah (85%), grenache e mourvèdre, ha colore rubino intenso, naso profondo e fine con note di frutti di bosco e spezie tra cui spicca il pepe, mentre in bocca ha nota ematica, grande sostanza, futuro promettente.
Il Toscana Syrah Selezione Le Anfore 2020, che fa parte del progetto seguito dalla figlia di Stefano, Elena, nel bicchiere ha colore rubino intenso, note di mirtilli, pepe nero e cuoio, sentore ferroso, tenui nuances di rosmarino ed erbe aromatiche, mentre al palato è secco e pieno, di grande impatto, pregnante. Anche questo ottiene i pieni voti dell’eccellenza. FOTO. Quanto al Toscana Petit verdot “Filare 41” 2020 ha colore rubino impenetrabile, note di mora, speziatura che si esprime anche in bocca, dove è tannico, caldo, con retrogusto di legno tostato.
casadei-petit verdot.jpg
Cantina IncontriDella Cantina Incontri, fondata nel 1967 da Martellino Martelli, e oggi condotta con passione dal nipote Alessandro, che ha abbracciato la filosofia del “naturale”, il primo vino che abbiamo degustato è il Toscana Vermentino. Giallo oro, ha naso profondo speziato e dalle note esuberanti di frutta esotica. Pieno in bocca, si distende con gusto di frutta sotto spirito e note di tostato. Molto carico. Interessante poi il Toscana Igt Trebbiano nd. Dal colore che ricorda l’oro antico, ha profumi di spiga di grano, e poi note di frutta gialla, sapidità e speziatura raffinata, con un finale al palato che ricorda la susina “ramassin”. Bellissimo vino FOTO. Per quanto riguarda i rossi, il Toscana Sangiovese 2018 ha nota di ciliegia che tende al sottospirito e buon corpo, mentre il Toscana Rosso 2016 (uve merlot 90% cabernet sauvignon 4% sangiovese 4% vermentino 2%) ha profumi di sottobosco e frutta sottospirito, note animali, e in bocca è secco e di buona persistenza. A farsi ricordare è il Toscana Bianco Vendemmia tardiva nd. Dal colore ambrato, in stile vino orange, al naso ha note evolute, con sentori di frutta secca, uva sultanina, cedro candito e mandorla. Mentre in bocca è dolce, ma non stucchevole, con una personalità che ricorda quella dei migliori Vin Santo.

La FrallucaDalla moda e Milano al vino e a Barbiconi, sulle colline di Suvereto. È il percorso di Francesca Bellini e Luca Recine, titolari de La Fralluca che dopo essersi innamorati della Val di Cornia, han deciso di coltivare la vite, facendo tesoro della posizione in cui hanno i terreni. Con i loro vini a cui han dato i nomi dei personaggi che nella mitologia classica si trasformano in alberi che caratterizzano questa zona. Ecco quindi il Costa Toscana Vermentino “Filemone” 2021, dal colore paglierino e dai profumi di erbe aromatiche, salvia e timo, e dal sorso fresco, sapido, filigranoso. Il Costa Toscana Rosato “Isyrose” 2021 ha colore che vira verso l’amaranto; ha note di piccoli frutti, fragolina, agrumi, mentre in bocca si sente l’arancia amara. Di carattere il Suvereto Sangiovese “Ciparisso” 2018, dai profumi di sottobosco e dalle note balsamiche e dal gusto sapido. È di razza il Costa Toscana Rosso “Fillide” 2018, blend da uve sangiovese, syrah e alicante bousche, dal colore rubino, dal naso franco che si muove fra il vegetale e il fruttato, e che al palato ha tannino ben amalgamato, bel corpo, freschezza persistente, balsamicità.
lafralluca.jpgMontepelosocantina emergente che ha attirato l’attenzione anche della critica straniera, citiamo due dei quattro vini assaggiati. Il Costa Toscana Rosso “Gabbro” 2020, cabernet sauvignon in purezza dalle note di prugna sotto spirito, frutta a bacca scura come mirtilli e more, oltre a liquirizia, cuoio e spezie dolci, caffè. E il Costa Toscana Rosso “Nardo” 2020, da uve montepulciano (55%), sangiovese (35%) e marselan (10%) dal colore rubino di buona intensità, floreale, balsamico, elegante, dal gusto fresco e e persistente.

PetraEd eccoci a Petra, dove i Moretti, celebri con i loro Franciacorta, si sono dedicati a creare una realtà che potesse render ragione del potenziale del territorio. Qui ci sono piaciuti due vini su tutti. Il Toscana Merlot “Quercegobbe” 2019. Note quasi di confettura, colore pieno, sapido, per un vino che in bocca si rivela fresco e rotondo. E il Toscana Cabernet Sauvignon 2019. Potente, elegante, dai profumi di mirtilli e spezie, nota vegetale, sapidità, piacevole tannino, con perfetta corrispondenza gusto-olfattiva.
petra.jpgE a questo punto dichiariamo cosa non ci è piaciuto di una serie di Rossi che ci hanno ricordato una Toscana lontana, quella del “voglio ma non posso”, dove il legno è troppo preponderante, tanto da caratterizzare i vini. Siamo sicuri che i rossi di questa zona abbiano tanto bisogno di legno nuovo? A Montalcino come a Montepulciano, così come nel Montecucco e perfino nel Chianti Classico a questi – che possiamo definire “errori di gioventù” - si è posto rimedio, in un crescendo anno dopo anno. Qui, a oggi, si ha a che fare ancora con il dualismo fra i vini di Pinocchio di antica memoria e i vini che invece sono fatti bene, legno o non legno, arrivando ad esaltare le caratteristiche di una zona che, per noi, ha un potenziale grandissimo.

Petricci e Del PiantaE ora proseguiamo, vivaddio, con un’altra cantina rivelazione. È Petricci e Del Pianta, realtà di circa 22 ettari, di cui 11 di vigneto e circa 1.000 piante di olivi, con la vite che è allevata a cordone speronato, con una densità per ettaro di 4.800 ceppi. Tra i sui vini, di pregio il Toscana Sangiovese “Albatrone” 2021. Dal colore rubino trasparente, è floreale e fruttato, con note di geranio e ciliegia, per un vino che al primo impatto sembra esile, giocato com’è sull’eleganza, e invece esce poi al palato con un’armonia perfetta. L’altro sangiovese, il Suvereto Docg “Buca di Cleonte” 2018, invece, si propone con una bella nota fruttata di ciliegia e sapidità importante, rivelando di essere una promessa, ma ha bisogno di tempo per acquisire il giusto equilibrio. Il Toscana Rosso “Cerosecco” 2019, da uve merlot (50%) e cabernet sauvignon (50%), invece, ha colore impenetrabile, naso caldo e fine con profumi di frutti di bosco e sentori minerali, mentre al palato è rotondo, piacevolmente ricco, elegante. Fiore all’occhiello è il Suvereto Docg “Nubio” 2018, cabernet sauvignon in purezza dal colore scuro, dalle note di incenso, more, mirtilli e spezie, e che in bocca è elegante, ricco, vibrante.
petricci e del pianta.jpg
Poggio BanziDi Poggio Banzi, sorprende il Costa Toscana Sangiovese “Liana” 2018, di notevole complessità, che al naso svela profumi floreali di lavanda e violetta, e sentori fruttati di prugna e lampone; in bocca mostra struttura, con pronunciata sapidità e tannini ben integrati, per un vino che pur avendo i muscoli, sorprende per la freschezza che lo sostiene, facilitandone la beva. Tipico il Costa Toscana Syrah “Naomi” 2018 dalla piacevole nota fruttata e ottimo equilibrio. FOTO Interessante anche il Costa Toscana Cabernet Sauvignon “Remy” 2018, dal naso vivo, invitante, con la sua nota intensa di frutta fresca, tra cui spiccano le pesche gialle, le fragole croccanti e le ciliegie, cui si accompagnano, quasi fossero note di un sottofondo musicale, il succo di melograno, la rosa canina e l’ibisco. Al palato, il corpo è medio – pieno, i tannini mordenti, scalpitanti, il finale succoso e stimolante.
poggio banzi.jpg
Il FalconeDe Il Falcone, che oltre ad essere accogliente agriturismo, è prima di tutto l’azienda agricola più antica del comune di Suvereto (nel 1821 era già presente nelle mappe catastali del Gran Ducato di Toscana, dal 1911 è di proprietà della famiglia Petri, con le due sorelle Paola e Rosa che oggi la gestiscono con i rispettivi mariti Vittorio e Paolo), con una superficie aziendale che è di 100 ettari, di cui 10 di vigneto e circa 4.000 piante di olivi secolari. Due i vini degni di nota. Il Toscana “Falcorosso” 2020 da uve sangiovese. Figlio del vigneto Piantoni, parte storica dell’azienda dalla particolare composizione del terreno di origine galestrosa e pietrosa. Nel bicchiere ha colore rubino brillante, naso floreale di viola, profumi fruttati di ciliegia, mora e lampone, sorso pieno, verticale, piacevole. E il Suvereto Rosso “Boccalupo” 2017, che nasce nel vigneto storico Bocca al lupo, ed è figlio di uve sangiovese, giacomino, cabernet sauvignon e merlot. Fruttato, elegante, sostenuto da fine speziatura, al palato è setoso, equilibrato, piacevole.
falcone.jpg
BulichellaDella Bulichella, azienda biologica di vino e olio dal 1983, e anche agriturismo, due i vini che ci hanno colpito. Il Costa Toscana Vermentino “Tuscanio” 2021 di colore paglierino, dal naso intenso con profumi spiccati di frutta a polpa gialla ed esotica, cui si accompagnano leggere sfumature di vaniglia, noce, mandorla, dal sorso sostenuto da bella freschezza e sapidità con un finale piacevolmente ammandorlato, corrispondente. E il Costa Toscana Rosso 2018, da uve sangiovese, merlot e cabernet sauvignon. Ha colore rubino, profumi di frutta sotto spirito, palato vellutato e dal finale lungo.

MontesolaioBell’assaggio quello dei vini di Montesolaio realtà con vigneti formati da parcelle che si estendono lungo i pendii del colle omonimo, per un totale di 10 ettari, comprendendo anche la vigna di Salvapiano, un impianto di un ettaro circa adagiato nel terreno alluvionale della pianura, non lontano dalla costa Est del mare toscano. Molto interessante il Costa Toscana Syrah “Sassin’oro” 2020, dal colore impenetrabile, al naso è profondo e si propone con piccoli frutti, spezie, grafite intensa, mentre in bocca è sontuoso ed elegante, con un piacevole corpo setoso che avvolge il palato con tannini equilibrati, risultando rotondo, pieno, con elegante nota balsamica. FOTO Il Costa Toscana rosso “Tino Rosso” 2020 da uve cabernet sauvignon, merlot, petit verdot è concentrato, franco al naso dove si sente bene il frutto e spicca una nota balsamica raffinata di menta e spezie. Rotondo in bocca è reso di notevole classe da mineralità e freschezza. Quanto al Costa Toscana Merlot “Re del Castello” 2018 si segnala per un naso dove la frutta rossa spicca, insieme ai profumi di ribes e lampone. Elegante, in bocca è rotondo e di buona lunghezza.
monte solaio.jpg
Tua RitaEd eccoci ai vini di Tua Rita, la cantina leader del territorio, diventata celebre quasi trent’anni fa, quando con il suo Redigaffi, ottenne il prestigioso traguardo dei 100/100 di Robert Parker, il famoso critico americano. In questa occasione abbiamo assaggiato il Toscana Sangiovese “Perlato del Bosco” 2020. Dal colore rubino intenso, ha naso profondo, con profumi di marasca sotto spirito, prugna e spezie, mentre al palato ha corpo, ma soprattutto tanta freschezza, che ne lascia intravvedere la longevità. Il Toscana Syrah “Keir” 2020 è vera novità, trattandosi della prima produzione con vinificazione e affinamento in anfora dell’azienda. Dall’anima contadina, è autentico, con profumi ematici, poi di frutta rossa, quindi di pepe, mentre al palato è tannico e di buona struttura. Di classe infine il Toscana Rosso “Giusto di Notri” 2020 da uve cabernet sauvignon 80%, cabernet franc. Al naso è fine, vinoso, con eleganti profumi di rosa, marasca, ribes, quindi sentori speziati di cannella, e raffinata nota mentolata.
tua-rita.jpg
Il BruscelloInfine a strapparci i cinque asterischi anche la cantina Il Bruscello, azienda della famiglia Topi che produce vino da quattro generazioni ed è conosciuta sul territorio con il nome di Cantina Togliatti perché nel 1949 Palmiro Togliatti con Nilde Iotti furono ospitati nel casale, ora sede dell’azienda. Ha quidi fatto centro con il suo Toscana Rosso “Passo al Merlo” 2015. Dal colore intenso su note granate, al naso ricorda la frutta secca e la marasca sotto spirito, mentre in bocca è profondo, equilibrato, grande.
il bruscello.jpg
Tenuta di MonterufoliDue i vini degustati della Tenuta di Monterufoli, totalmente biologica dal 2021, che fa parte del gruppo Tentute del Cerro. Ecco il Toscana Vermentino “Pian di Seta” 2021. Dal colore giallo paglierino intenso, con riflessi oro, ha profumi di frutta esotica, e in particolare di ananas e passion fruit, mentre in bocca è fresco, avvolgente, con un finale veloce. Il Rosso Val di Cornia “Poggio Miniera” 2013, sangiovese in purezza, ha naso vivo, intenso, con nota eterea e di sottobosco, sentori di fogliame autunnale e spezie orientali, mentre in bocca è piacevolmente tannico, amaricante.

In conclusione, dovendo fare una sintesi, il giudizio è quello di chi si è trovato in un giacimento importante dal punto di vista vitivinicolo, con un potenziale di assoluta eccellenza, che tuttavia oggi ha bisogno di trovare una propria identità. Detto che il Consorzio può essere l’ambito del confronto, dal nostro osservatorio ci chiediamo: può essere solo il Vermentino il bianco che detta la strada? Perché anche il Viognier ci ha dato grandi soddisfazioni e non è la prima volta che accade su queste sponde toscane. Mentre il dimenticato Trebbiano forse merita qualche chance in più. Che dire poi del Syrah anch’esso espressivo, assai più del Merlot, mentre il Sangiovese resta un vitigno di tutto rispetto e il Cabernet (sia sauvignon sia franc) convince decisamente. Detto questo, ci piacerebbe ogni anno ripetere l’esperienza, come accaduto in altre zone d’Italia (due per tutte: nelle terre del Rossese di Dolceacqua e sui Colli Euganei, dove gli anni di dialettica e confronto con noi, hanno portato a un percorso virtuoso che ha visto realizzarsi un autentico rinascimento dei vini dei due territori), perché qui sta nascendo un’altra Toscana, che tuttavia deve smarcarsi dal rischio di appiattirsi sulla Toscana di ieri. Ai posteri l’ardua sentenza!

 

Foto d'apertura: paesaggio azienda Tua Rita

ILGOLOSARIO WINE TOUR 2024

DI MASSOBRIO e GATTI

Guida all'enoturismo italiano

ilGolosario 2025

DI PAOLO MASSOBRIO

Guida alle cose buone d'Italia