Altre 10 cantine questa settimana, cui si aggiungono le 10 di Marco Gatti che da Milano sta procedendo al medesimo ritmo per raccontare il valore delle cantine che appariranno sulla nuova edizione de ilGolosario 2021

Un viaggio come sempre da Nord al Sud, dove è una vera curiosità scoprire quali vini, alla fine e al di là di ogni pronostico a tavolino, ci hanno davvero conquistato. In questa sezione appare poi un affondo sull’Oltrepò Pavese con tre cantine, ognuna con il suo vino che è riuscito ad emergere, quasi a comporre un puzzle di qualità e valore.

Oltrepò Pavese Pinot nero brut “Io per te” di PRIME ALTURE - Casteggio (Pv)
Roberto Lechiancole è un illuminato imprenditore che anche durante il periodo del lockdown si è dato da fare per tenere vivi i rapporti con quella clientela che aveva iniziato ad apprezzare i vini prodotti in questo piccolo paradiso che è diventato anche un’accogliente relais di campagna (sulle prime alture, ovviamente). In degustazione avevamo da inizio anno i suoi vini, frutto del lavoro con l’enologo francese Jean Francois Coquard. E abbiamo aspettato qualche mese, giustamente, prima di procedere all’assaggio.
Ora, al di là della sequenza con cui abbiamo svolto i primi assaggi diciamo subito che il top è stato quello che rimane il primo amore, ovvero il Pinot nero brut “Io per te” che scoprimmo la prima volta da Claudio Sadler a Milano, agli inizi dell’avventura di Lechiancole. Eccolo col suo colore giallo oro e un perlage cremoso e persistente. Al naso senti note di confettura di prugne bianche misto a sentori vegetali come una verza stufata che ti fa sognare una cassoeula (ottima fra l’altro) con questo brut di corpo. Che avverti in bocca con la sua freschezza verticale, mentre le note intorno "champagneggiano". Ha una notevole persistenza e in bocca lo ritrovi con le sue note verdi e un finale amarognolo. Proprio buono.
prime-alture-io-per-te.jpgDella medesima cantina ecco poi il Bianco “Sopra Riva” 2018 (moscato bianco, chardonnay) che se lo assaggi a occhi chiusi dice: “È un limoncello!”. In bocca infatti persiste quella nota di limone che lascia il palato fresco, ma soprattutto non tradisce la sua natura aromatica conferitagli dal moscato. Piacere puro anche in bocca con lo sviluppo degli opposti: l’aromatico in vinificazione deve essere domato del finale amaro, che in questo caso è diventato amarognolo.
"Sotto il Campo" è invece il Rosato 2018 (da uve merlot) che sembra concepito per essere tale, tanto è serioso quel colore misto fra la rosa e la buccia di cipolla. È come i colori di certi affreschi del Cinquecento. Ne avverti il frutto al naso, intenso e franco, quasi a dirti che ti devi preparare a un sorso importante. In realtà è un velluto, di grandissima (anzi lunghissima) piacevolezza. Davvero ben fatto, con le sue note minerali a chiudere. Che sorpresa! (me lo bevo a cena!).
prime-alture_sottocampo_primariva.jpgOra tre rossi.
Il Merlot si chiama “L’altra metà del cuore” 2016. Ha colore rubino piuttosto intenso, al naso sono nette le note di confettura di prugne rosse, ma quello che colpisce è proprio l’intensità. In bocca ritrovi, con più complessità, la medesima eleganza vellutata del Rosato. Però qui c’è un plus di freschezza in fondo a un sorso che termina amaricante, ma soprattutto c’è tutta la morbidezza del merlot.
Due i Pinot Nero. Il primo è il "Bardo Bosco" 2018 che immediatamente ha le sembianze di rubino trasparente dei Pinot Nero che non hanno subito passaggio in legno. Al naso senti tutto ciò che devi sentire: grafite, pepe nero, piccoli frutti. È molto elegante e setoso, ma soprattutto ha corpo. Il Pinot Nero “Monsieur” 2016 offre invece una profondità minerale unica. In bocca è fresco e alla fine pregnante e amarognolo, ma con la tannicità elegante propria dei pinot noir. Chapeau Monsù Roberto!

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prime-alture_merlot_2pinot.jpg Extra brut Rose Pinot Nero “Note di Agosto" di BRANDOLINI - San Damiano al Colle (Pv)
Il nostro viaggio in Oltrepadus prosegue con un’altra delle nostre cantine del cuore, ovvero Alessio Brandolini. Che interpreta il pinot nero di queste terre con due brut. Il primo è il Dosage Zero "Luogo d’Agosto", che ha un bel colore oro antico che tende all’ambrato. Al naso senti immediatamente note citrine fresche, con una speciale caramella delicata. In bocca colpisce la finezza e la ricchezza delle bollicine, che offrono un sorso pieno di notevole persistenza. Ma ancora di più mi è piaciuto l’Extra Brut Rosè “Notte d’Agosto” anche questo a sboccatura febbraio 2020. Il colore buccia di cipolla è brillante, al naso senti l’amarena appena colta; in bocca è avvincente la croccantezza, ma soprattutto quel finale fresco e amaricante che persiste.
Alla sua cantina appartiene anche il Bianco “Il Bardughino” 2019 (da uve malvasia di Candia) che ha colore paglierino, note verdi e fresche al naso e poi una bocca piacevolmente elegante, finanche rotonda e quasi dolce nella sua ampiezza, anche se finisce secco.
Che dire poi de Il Cassino 2019 (io lo aspettavo) ossia la Bonarda dell’Oltrepò Pavese: fragranza di frutta ma con note verdi, piacevolezza lunga grazie alla sua freschezza.
Il Pinot Nero 2018 “Al Negrès” è molto profondo e al naso ha una nuance invitante che ricorda un’amalgama di sensazioni dove prevale la mandorla. In bocca è piacevole la sua freschezza e la sua connaturale eleganza; senti molto la mineralità e in fondo l’ho trovato ancora giovane.
Più concentrato è il Rosso “il Beneficio” 2016 da uve croatina e barbera. Qui si avverte già dal colore la lunga macerazione sulle bucce. Ora, la concentrazione del colore è un tutt’uno con quella al naso dove le note fresche di frutta rossa introducono a qualcosa di elegante. E difatti in bocca l’ingresso è ampio, pieno, con una sua felice complessità da scoprire.

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brandolini.jpgPinot nero Extra brut "La Farfalla" di BALLABIO - Casteggio (Pv)
Questa è la prima cantina che visitai in Oltrepò. Avevo 24 anni e ricorderò per sempre quella sera di nebbia a novembre. La collezione noir "La Farfalla" la ritengo un privilegio e una commovente evoluzione di questa cantina. Quest’anno ho assaggiato la sboccatura 2019. L’extra brut ha una persistenza ammirevole di bollicine, al naso è floreale e pungente. In bocca è cremoso, fresco, ma di impatto subito importante, quasi a dire che stiamo parlando di un pinot nero, appunto. La chiusura fresca e ammandorlata è un gran bel regalo.
Il Rosé mostra la stessa aggressiva consistenza, offre meno equilibrio (ma lo voglio per tutta la vita lo stesso), ma ha una chiusura sapida davvero intrigante. Da farci la firma. La Farfalla, in fondo è il vino di Papillon.

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farfalla.jpgCabernet franc bio “Vento forte” 2018 di LE CORNE - Grumello del Monte (Bg)
Io credo che ogni tanto si debba onestamente chiedere scusa. E io lo faccio qui, dopo aver assaggiato 4 vini di questa azienda biologica della Bergamasca che mi ha sorpreso come fosse la prima volta.
Inizio da Pinot Grigio della Bergamasca “Forte Terra” che ha un bel colore paglierino tendente all’oro, ma al naso sprigiona piacevoli note di banana e frutta matura di provenienza esotica; sullo sfondo un ché di verde come di catalogna fresca, con le sue foglie. In bocca è caratteristico, con un’acidità diffusa e felice e un finale sapido.
lecorne-forte-terra.jpgA me è piaciuto, anche qui come una sorpresa, anche il Rosé Brut “Potamotoco” da uve pinot nero. Il colore è buccia di cipolla brillante con note di fragoline di bosco piuttosto intense. È gradevole la fragranza con un finale demi sec.
Buono anche il Moscato dolce “Akoya”.
Veniamo ora al grande rosso che mi ha colpito, ovvero il Cabernet franc “Vento Forte” 2018. E subito lo osservi con il suo colore rubino brillante e impenetrabile. Al naso ha un’immediata profondità animale, ma poi ti offre abbondante il peperone, anche se nell’ascolto io ritrovo la brovada del Friuli. In bocca è il massimo dell’eleganza che puoi chiedere a un vino con un finale tannico e vinoso. Davvero grande!
Ma non è finita perché anche il Rosso della Bergamasca Corne 2015 è uno spettacolo. Nasce da uve merlot e cabernet sauvignon: ha un colore sugoso e al naso senti subito la frutta sotto spirito leggera: ciliegia. Poi la grafite e il nocciolo della frutta rossa. In bocca ha una bella trama di tannini fini ed eleganti, senti le spezie che ballano su un corpo vibrante. Davvero un grande vino, elevato in legno.

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le-corne.jpgPinot noir riserva Collection 2016 di Cantina San Michele Appiano - Appiano sulla Strada del Vino (Bz)
Due i vini delle Collection della cantina cooperativa di San Michele Appiano. Il primo è un Sauvignon 2017 dal colore giallo oro di lucenza e consistenza. Al naso hai un’eleganza estrema come entrare in una confetteria. Senti fiori e piccoli frutti. Poi si aprono fini note citrine. In bocca è pieno, concentrato, di stoffa forte ed elegante. Fluido e avvolgente (quasi dolce), finisce con una nota sapida e amarognola, ma nel frattempo non si esime dal presentarti tutti i descrittori tipici del Sauvignon.
Il Pinot Noir ha colore coerente, rubino scarico, ma con evidente consistenza. È pazzesca l’invasione di spezie, pepe nero, grafite e poi il naso profondissimo. A occhi chiusi qui dici: “Pinot nero”, ancor più con quelle note fumé e di leggero caramello. In bocca è placido, elegante, molto equilibrato. Ha tannini fini e non ti abbandona quella nota sottile ed elegante, sempre di caramello. Cinque asterischi pieni.

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san-michele-appiano.jpgGabiano riserva 2013 di CASTELLO DI GABIANO - Gabiano (Al)
È doveroso ricordare che la doc è nata qui, essendo di queste parti il senatore Paolo Desana, relatore delle legge che istituì le Doc. È così che il Gabiano figura fra le prime denominazioni. Ora, il castello di Gabiano ha fortemente contribuito a mantenere in vita le due prime doc: il Gabiano e il Rubino di Cantavenna. Entrambi figli di Barbera. Questo castello è poi una tappa fissa di Golosaria Monferrato e credo che a settembre potremo avere le nostre soddisfazioni a visitare di nuovo questo luogo. Intanto assaggiate, anche voi, l’ottimo (e non per dire) Grignolino del Monferrato Casalese “Il Ruvo” 2019. Ha i colori tenui del Grignolino d’annata con riflessi che tendono all’aranciato. Ma colpisce soprattutto la nota intensa di amarena e di lamponi. Il profumo è seducente, in bocca è proprio espressione di ciò che deve essere: fresco e con finale tannico scontroso. W il Grignolino: gentile e scontroso.
Il Rubino di Cantavenna è decisamente un gran bel vino. Sono franche le note fruttate che presenta al naso, di piacevole equilibrio con finale amarognolo.
Il Gabiano 2013 ha note fini di sottobosco ma soprattutto ha un’indomita acidità che lo rende giovane. E qui mi sovviene il dono che mi fece di marchese, di una bottiglia di Barbera del 1961 che riposa nel castello e che era ancora buona (questo dieci anni fa). Grandi vini in Monferrato !

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gabiano.jpgAglianico del Vulture “Rotondo” 2017 di PATERNOSTER-TOMASI - Barile (Pz)
Quattro vini in assaggio per l’azienda Paternoster, gloria di Barile, oggi in mano all’azienda Tomasi di Verona.
Ora la Falanghina “Vulcanico” 2019 si presenta con un paglierino brillante. Al naso senti il talco e un profumo chanel: quindi fiori. Avvincenti i profumi, in bocca si manifesta soprattutto la freschezza.
Dei tre Aglianico il più convincente è stato il "Rotondo" 2017 decisamente imperioso, vinoso, rubino concentrato. Più trasparente il “Syntesi” 2018. Due espressioni diverse, con il medesimo frutto (la prugna) ma con maturazioni diverse. È più fresco il 2018 poi in bocca ti accarezza il legno fino all’acidità che ancora deve levigarsi. “Rotondo” lo è di nome e di fatto, ma anche qui il legno lo avverti ancora fresco (ma usarne un po’ meno no?).
Infine il “Giuv” che è l'Aglianico Bio sempre annata 2017. Ha note di frutta sotto spirito e di prugna macerata. Rispetto agli altri mostra di più il lato minerale ed ha una sua eleganza. Bella freschezza sul finale.

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paternosterOK.jpgSalice Salentino Rosato “Anticaia” 2018 di CANTINA SAN DONACI - San Donaci (Br)
Tra le aziende più antiche del territorio salentino non si può non raccontare di San Donaci, cantina nata dall'idea imprenditoriale di 12 agricoltori nel 1933; ad oggi, i soci all'attivo sono circa 300 e i quintali di uva più di 20 mila. Numeri importanti accompagnati anche da un uso innovativo e cosciente della tecnologia: vinificatori automatici (dove la “sommersione” del cappello è meccanizzata), controllo della temperatura di fermentazione e presse soffici. Ma anche tradizione, non solo innovazione. Le botti di rovere rimangono un pilastro saldo e il lavoro degli agronomi in vigna continua nel rispetto della natura e dei cicli vegetativi. Insomma, uva sana - vino sano.
Consci della forte impronta qualitativa che San Donaci ha dato alla storia agricola del Salice Salentino, stappiamo il loro Rosato “Anticaia” millesimo 2018 che è un negroamaro fresco e morbido, al naso sembra di percepire sentori di un vino bianco. Fragola, rosa, lavanda, ginger e zenzero. Tanti descrittori e qualità gusto-olfattiva sorprendente. Di color quasi rosa corallo, ha un sorso bilanciatissimo.
Nel 2014 premiammo come Top Hundred il loro Salento Rosso “Contrada del Falco”: a sei anni di distanza continuano a stupirci positivamente con una bottiglia di cui andare veramente fieri.

Per acquisti: www.cantinasandonaci.eu
cantina-san-donaci-aniticaia.jpgTavoliere delle Puglie Nero di Troia “Unus” 2015 di DECANTO - Troia (Fg)
“Fare vino è la mia vita, non saprei fare null'altro se non l'enologo”. Con queste parole Fabio Mecca racconta di sé, di una passione che è tradizione famigliare (è figlio di vignaioli) ed è anche una storia di rapporti, dove ascoltare le persone ed assecondare il vigneto sono sintesi di una filosofia di vita che poi si riflette inevitabilmente nel bicchiere. Cresciuto professionalmente in Basilicata, sarà l'incontro nel 2007 – e la collaborazione triennale – con Roberto Cipresso a segnare profondamente la sua visione sul vino e sull'importanza del terroir. Curriculum vitae ricco di riconoscimenti e premi (dove citiamo l'inserimento tra i “migliori enologi d'Italia” dal sito Winenews e l'esperienza di docente di Viticoltura ed Enologia presso l'Università Popolare Niccolò Copernico di Cassino), Fabio Mecca ci colpisce con due etichette.
“Trinus” vendemmia 2015 parla di un frutto netto come la ciliegia e di un profumo avvolgente di incenso. In bocca vince l'acidità, al naso il passaggio in legno è evidente e non copre i sentori varietali dei vitigni utilizzati (nero di troia, aglianico e primitivo).
Il Tavoliere delle Puglie Nero di Troia “Unus” lo definiremmo invece con la parola 'possenza': naso molto intenso di prugna, secondo noi sotto spirito. Poi affumicatura, tabacco. Un naso denso già preannunciato dalla bella tinta viola impenetrabile.

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decanto-unus-trinus.jpgSiracusa Bianco Moscato Secco “Eileos” 2019 di CANTINE GULINO - Siracusa
Nella regione che è forse la più assolata d'Europa, Cantine Gulino coltiva nero d'avola, albanello e moscato. Radici che affondano addirittura nel 1793, la cantina ha subito ragguardevoli opere di ristrutturazione alla fine degli anni Novanta conservando quello che ancora oggi rappresenta un tassello importante del patrimonio storico e culturale della città di Siracusa. Perché il vino è anche questo. In cantina la mano dell'enologo è leggera e come un sapiente direttore d'orchestra i suoi violini suonano all'unisono.
L'Albanello 2019, in etichetta “Pretiosa”, ricorda il fico verde, bello maturo. La nota erbacea in sottofondo accompagna tutta la bevuta. Un vino piacevolissimo, davvero.
Medaglia del primo classificato al Moscato Secco “Eileos” 2019, che è tipicamente aromatico e il glicine ed il sambuco si alternano. Poi emerge il fiore d'arancio, infine la vaniglia. Ma la carta d'identità di questo vino è descritta dalla gamba di sedano, perché una volta che la noti non ti sfugge più. Un naso davvero particolare, che raramente abbiamo riscontrato in un moscato.
Il Passito “Jaraya” è della stessa vendemmia e il contenuto è davvero 'tanta roba'. Bouquet di albicocca e miele su uno sfondo minerale, il tutto tenuto in piedi da una piacevole sapidità. Per nulla stucchevole, è invece elegante e fine. Bravi!

Per acquisti: www.cantinegulino.it
gulino.jpgQui di seguito i link per leggere gli articoli delle degustazioni dal 15 marzo in poi

degustazione del 15/3 (link)

degustazione del 30/3 (link)

degustazione del 6/4 (link)

degustazione del 14/4 (link)

degustazione del 20/4 (link)

degustazione del 28/4 (link)

degustazione del 4/5 (link)

degustazione del 11/5 (link)

degustazione del 18/5 (link)

degustazione del 20/5 (link)

degustazione del 23/5 (link)

degustazione del 25/5 (link)

degustazione del 27/5 (link)

degustazione del 3/6 (link)

degustazione del 10/6 (link)

degustazione del 16/6 (link)

ILGOLOSARIO WINE TOUR 2024

DI MASSOBRIO e GATTI

Guida all'enoturismo italiano

ilGolosario 2025

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Guida alle cose buone d'Italia