Da pochi mesi si pranza al Calèn dentro il resort Malpassuti
Dove eravamo rimasti? M’è venuto da chiedermi dopo aver passato il porticato che immette nel cortile di quella che era la Locanda Malpassuti, uno dei ristoranti migliori di quella che fu la nostra GuidaCriticaGolosa degli inizi.
Oggi della locanda sono rimaste le camere, mentre il ristorante è nelle solide mani di una coppia di “nomadi del gusto”, Lorenzo Daffonchio con la moglie Clelia che hanno scelto di giocare qui la loro sfida, con un’originalità che ci ha colpito.
Intanto il locale, diviso in due sale, ma con uno spazio all’aperto assai ampio e coperto, per quando c’è la bella stagione.
Siete nel centro di Carbonara Scrivia dove si erge l’antico Dongione (di fianco c’è anche un simpatico negozietto, la Rocca farinata e vino, che si offre per la merenda sinoira).
Il primo indizio circa l’originalità lo offre la carta dei vini, dove ti capita di trovare il Muller Thurgau di Alfio Nicolodi di Cembra (una vera rarità) oppure il Lambrusco foglia frastagliata di Vallaron, sempre in Trentino. Certo, ci saremmo aspettati una varietà un po’ più ampia di Derthona e vini del territorio, ma per ora la carta è raccolta, con referenze comunque di ottima soddisfazione.
Dopo un amuse bouche e il pane fragrante in tavola ecco la capasanta scottata, salsa Chimicurri, aglio nero (22 euro) oppure la battuta di vitella piemontese nascosta dall’insalata russa (15 euro); quindi gli scampi Porcupoine con rubra Bloody Mary e maionese al latte di mandorla (20 euro), ma va citata anche la mocetta di cervo con agrumi e riduzione al caffè (15 euro) perché da questi antipasti si evince la vena creativa dello chef, che osa abbinamenti inusuali al posto dei soliti piatti della tradizione.
Dei primi assaggiati ci sono piaciuti i paccheri dell’azienda agricola Caccese al ragù napoletano (18 euro), che avevano un gusto piacevolmente incisivo,
mentre le chicche di patate alla barbabietola burro acido e vongole veraci (20 euro) ci sono sembrate un poco addomesticate.
Corretto il Carnaroli allo zafferano, Somacco e “Bond” Martini (20 euro).
Fra i secondi era ricca e ghiotta la tagliata di vacca piemontese, lardo Patanegra e crema di nocciole (25 euro),
buono anche il tentacolo di polpo croccante, con patata dolce, yogurt greco e maracuja. (24 euro).
Gli altri due piatti erano la guancia di vitella lavorata a birra e miele con friarielli e provola affumicata e il tonno rosso scottato al soja e wasabi. A 50 euro c’è anche una degustazione di crudi che tuttavia va prenotata con 48 ore di anticipo.
Detto questo, anche i dolci ci sono piaciuti molto: il tiramisù di loro interpretazione, la japan cheesecake ai frutti rossi e la tatin nata a Bombay.
Una sosta decisamente felice, con il bravissimo Gianluca in sala insieme alla moglie, che nell’insieme ci danno l’idea che qui merita ritornare.
Calen Ristorante
Vicolo A. Cantù, 11
Carbonara Scrivia (AL)
Tel. 351 6965690