Un orgoglio essere stati i primi a scoprire e lanciare le due creature della famiglia Locatelli. Ossia, ad essere stati i primi a dire che l’azienda agricola Tosca sarebbe diventata famosa, e che il loro agriturismo Polisena avrebbe scritto una pagina importante del mondo del gusto italiano.
Oggi, a vent’anni dai loro esordi, dopo la nostra ultima visita, con lo stupore di chi ha vissuto una sosta da sogno, siamo di nuovo i primi, ma questa volta ad affermare che il percorso fatto da Tosca e Polisena fa sì che queste due realtà siano vere eccellenze, attività dove imprenditorialità e genio hanno celebrazione somma.
Siamo nella Bergamasca. E più precisamente a Pontida, dove, sulle colline della Valle San Martino, terra particolarmente vocata alla coltivazione della vite, mamma Tosca, nel 2000 ha avviato l’azienda agricola Tosca, producendo, secondo i dettami dell’agricoltura biologica, vini che nel tempo hanno svelato stoffa da fuoriclasse (imperdibili il Valcalepio Rosso Riserva Bemù, il Mainardo III Oro, metodo classico ancestrale Dosaggio Zero, e della linea Vite Natural Durante, il succoso Cabernet Sauvignon, questo il nostro trio del cuore, anche se il consiglio è di provarli tutti).
Dal recupero dell’antica proprietà monastica immersa nel verde di boschi e vigneti, è poi rinata a nuova vita la cascina Polisena (toponimo della località alla sommità di Pontida, crocevia di sentieri per Palazzago, Celana, Valcava), con l’agriturismo Polisena (via Ca' di Maggio - tel. 035 795841) che è stato l’evoluzione naturale dell’avventura iniziata con la cantina. In questa struttura di ospitalità che rispetta l’ambiente (ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di CasaClima, che dà certificazione energetica e ambientale degli edifici), bellissime camere, area spa e benessere, sala meeting e un signor ristorante.
Per quanto ci riguarda, la sorpresa più grande l’abbiamo avuta proprio a tavola. Marco, il papà, e il figlio Mainardo sono in sala, guidando il personale che li affianca nel servizio, e mettendo in campo la loro passione smisurata e competenza per i vini (in carta, oltre a quelli di famiglia, una bella selezione, nel segno del naturale). A guidare lo staff di cucina, Ezio Gritti, sì avete letto bene, il grandissimo chef che, affascinato dal progetto che qui stanno realizzando, ha accettato di cimentarsi in una nuova sfida, impegnandosi a fare di un agriturismo una tavola di eccellenza. Obiettivo raggiunto. A darvi conferma del perché per la nostra Guida IlGolosarioRistoranti GattiMassobrio questa è indirizzo ai vertici, le lumache in fricassea di carciofi o il “foiolo come una volta morbido e suadente” con cui potrete iniziare.
Tra i primi, da applausi il piatto bandiera, i casonsei de la Polisena con pancetta salvia e burro di malga, per chi ama il riso, il Carnaroli Riserva san Massimo ai funghi e polvere di prezzemolo, e gli gnocchi di patate del nostro campo alla zucca su guazzetto di pesci di lago.
Tra i secondi, due i capolavori da non farsi sfuggire, ossia “Dal nostro ovile: declinazione della pecora bergamasca” e “Il piccione alla Gritti”, vera prelibatezza che ai golosi, non possiamo non dire, che vale il viaggio, e che potrete apprezzare usando un lussuoso coltello Laguiole, particolare che sarà ulteriore conferma di come qui la voglia di far bene sia assoluta.
Dopo il parfait ai marron glacé e crema di cachi, uscirete pensando che la vostra sosta è stata in un piccolo meraviglioso paradiso!