Forma ovale, colore arancione brillante, buccia vellutata e sottile, polpa morbida, profumo e sapore invitanti, poche calorie e tante vitamine e sali minerali: è l'albicocca, il frutto irrinunciabile di inizio estate.
Le albicocche sono presenti in Europa da diversi millenni, grazie all'importazione dei legionari Romani e, successivamente, agli scambi commerciali con l'Oriente. Le origini infatti sono asiatiche: la pianta fece la sua comparsa nella Cina nordorientale al confine con la Russia. Da lì si estese lentamente verso Ovest attraverso l'Asia centrale sino ad arrivare in Armenia (da cui prese il nome) dove, si dice, venne scoperta da Alessandro Magno.
I Romani la introdussero in Italia e in Grecia nel 70-60 a.C., anche se la sua diffusione nel bacino del Mediterraneo fu consolidata dagli arabi, infatti albicocco deriva dalla parola araba Al-barquq. In America è stata portata dagli Europei a partire dal 1700.
Oggi è diffusa in oltre 60 Paesi, anche se è nel bacino del Mediterraneo che si raccoglie il 60% della produzione mondiale di albicocche.
Esistono numerose varietà, per lo più con limitata diffusione, a causa di una difficoltà di adattamento tipica di questa specie. Le albicocche italiane presenti sul mercato provengono in gran parte dall’Emilia Romagna e dalla Campania.
Le varietà coltivate in Italia sono moltissime e la loro maturazione va dai primi di giugno a fine luglio, secondo le zone e l’altitudine. Le varietà precoci, in genere, sono meno dolci di quelle che maturano a fine giugno e in luglio.
Ecco le tipologie più note e diffuse:
• Pindos. Varietà precoce, la si può iniziare a raccogliere verso la fine di maggio. Produce frutti di buona pezzatura purché si pratichi il diradamento.
• Diavole. Varietà molto coltivata in Campania, caratterizzata da un portamento vigoroso e da una spiccata longevità. Produce frutti con pigmentazione rossastra e di discreta pezzatura previo diradamento.
• Preole. Varietà coltivata soprattutto in Campania, con portamento poco vigoroso e frutti di piccola pezzatura.
• Reale di Imola. Varietà un tempo coltivata in Emilia-Romagna, matura in questa regione nel mese di luglio. Il frutto è di pezzatura media, di color oro e con polpa gialla.
• Valleggina. Chiamata anche "Albicocca di Valleggia", viene coltivata nell'entroterra savonese. Il maggior centro produttivo si colloca nella piana di Valleggia (da cui prende il nome), situata alle spalle dei comuni di Savona e Vado Ligure e terminante nel comune di Quiliano. Il frutto è riconoscibile per il colore arancione brillante, pigmenti rosso acceso con una spiccata mascheratura rossa, di media pezzatura.
Al momento dell’acquisto le albicocche non devono essere né troppo verdi né molli o ammaccate e devono emanare un profumo gradevole. Se sono molto mature è consigliabile conservarle in frigorifero, mentre se sono piuttosto dure è meglio tenerle a temperatura ambiente per permettere che maturino.
Grazie al basso contenuto di calorie e al suo notevole potere saziante, l’albicocca costituisce l’alimento ideale di metà mattina e metà pomeriggio. Benché povere di calorie, le albicocche sono ricche di vitamine (A, B, C, PP), minerali (magnesio, fosforo, ferro, calcio, rame) e fibre solubili.
Ha effetti lassativi grazie ad uno zucchero che si chiama sorbitolo, può essere un valido aiuto in caso di anemia, stanchezza cronica, depressione e per aumentare le difese immunitarie. Consigliata a bambini, ragazzi, anziani, sportivi, donne in gravidanza e negli stati di convalescenza.
L’albicocca si presta alla realizzazione di molti dolci soffici sullo stile della classica torta di mele, ma tenendo l’impasto leggermente meno morbido per il loro contenuto di acqua. Ma è perfetta anche per la preparazione di crostate e torte rovesciate (tipo Tatin).