Per raccontare la storia di questo Amaro, bisogna partire da molto indietro. Molto, molto indietro. Senza esagerare, possiamo andare a più di 300 milioni di anni fa, quando ancora la terra non era abitata dai dinosauri (sarebbero arrivati 70 milioni di anni dopo). La geografia è quella dell'Alta Val Maira. Dove ora si dispiega l'Altopiano della Gardetta (che gli amanti della montagna conoscono bene per la straordinaria bellezza dei paesaggi e la meraviglia delle stellate notturne), c'era il fondale marino dell'Oceano del Tetide, che separava la placca europea da quella africana.
Di quei tempi preistorici, raccontano i fossili che ancora si possono ritrovare tra i sassi di questi monti. Ma anche l'incredibile ricchezza della flora, unica al mondo, erede della storia geologica di questo territorio e del suo clima alpino addolcito dall'aria del Mediterraneo, che si può ammirare dalle vette nelle giornate più terse. Basta un esempio: il lichene scandinavo nel mondo è ambientato in solo due terre. Il circolo polare artico. E le Alpi Occidentali.
Partiamo da qui, perché dell'
Amaro St. Hubertus il
lichene è uno degli ingredienti caratterizzanti. Non è storytelling. Chi ne conosce il sapore, potrà ritrovarne il suo profumo tra le pieghe di questo amaro che rappresenta un motivo d'orgoglio per la
distilleria Bordiga attiva dal 1888 alle porte di Cuneo, lungo la strada che sale verso la Val Maira. Perché il
Sant’Hubertus è un'appassionata dichiarazione d'amore per la montagna.
“
Un Amaro Riserva che nasce da un’antica ricetta data in regalo da un amico cacciatore Alpino al Cavalier Pietro Bordiga - raccontano
Claudio Arneodo e
Riccardo Molinero, titolari della distilleria dal 2009 –
Non a caso, il simbolo dell'amaro, anche nel suo nuovo packaging, è un camoscio, animale alpino per eccellenza, che vive sopra i 2500 metri d'altitudine cibandosi proprio di quelle essenze che ritroviamo nel St. Hubertus”.
Amaro St. Hubertus significa dunque
carattere, potenza ed eleganza, seguendo il principio di produrre sempre e soltanto da materie prime selezionate e di qualità. Per il Cavalier Pietro Bordiga era un mantra, e su questo assioma la distilleria ha costruito i suoi successi, perseguendo la stessa filosofia fino a oggi. Le erbe officinali alpine raccolte a mano dai montanari, così come l'acqua alpina, sono le basi da cui i mastri distillatori Bordiga partono per produrre i loro rinomati prodotti. Tra questi, gli
amari – ma non possiamo non ricordare anche i vermouth e i gin – fotografano al meglio l'ancestrale sapienza che qui hanno nel catturare l'anima più sincera di fiori, radici, spezie e altre botaniche grazie all'infusione in alcol e alla successiva distillazione.
Il
St. Hubertus ne è un perfetto esempio. Il sorso è intenso, eppure fine ed elegante. Un insieme armonico, che di fatto cela la potenza alcolica dei suoi 38 gradi, dall'equilibrio perfetto tra la parte balsamica e le componenti amare, che si rimbalzano in un finale di lunghissima persistenza. Un amaro eccellente e dal carattere sinceramente montano. Perfetto come fine pasto, audace come aperitivo – magari ammorbidito da un cubo di ghiaccio cristallino - ma che può regalare sorprese inaspettate anche in miscelazione.
Tra le sue botaniche risaltano componenti balsamiche come il
mentastro (menta selvatica di montagna), i licheni e il
genepy. “
Le componenti amare, invece, sono dettate da due tipi di genziane spontanee montane. La prima è la lutea, che viene raccolta in autunno e di cui si utilizza la radice. La seconda è la gentiana acaulis, ovvero la classica genzianella dai fiorellini blu, che si raccoglie in primavera e di cui si utilizzano proprio i fiori”. Quali sono le altre botaniche, domandiamo. Il sorriso di Arneodo e Molinero sta lì a celare il segreto... “
Però possiamo dirvi perché le erbe di montagna sono notoriamente più profumate. È questione di genetica e sopravvivenza, l'unico modo per attrarre gli insetti necessari per la loro riproduzione”.
Amaro St. Hubertus è disponibile nella nuova
bottiglia da 70 cl, eventualmente accompagnato da un elegante scatola di rappresentanza che richiama il libro delle antiche ricette del Cavalier Bordiga che ancora oggi custodiscono, chiuso in cassaforte, nella distilleria. Ma questa è un'altra storia, che si dovrà raccontare la prossima volta.