Buone notizie dalle anteprime dei vini toscani. Il Chianti, a detta di alcuni collaboratori che hanno presenziato alle giornate di Firenze, è tornato a fornire belle soddisfazioni con i campioni 2015. E questo ci fa felici: bisogna conoscere il Chianti, un grande vino italiano che sta tornando in grande spolvero, dopo anni dove al forbice della riconoscibilità era troppo ampia. Non male anche la Vernaccia di San Gimigniano 2017, per un bianco che erroneamente in passato hanno considerato da annata, mentre chi ha pazienza può assaggiare dei vini longevi di ottimo valore, soprattutto se parliamo dell’annata 2016.
A Montepulciano (anteprima 2015) abbiamo registrato, nonostante l’annata promettente, meno acuti di quanto ci spettavamo. E mancavano in degustazione alcune storiche aziende del Golosario. Detto questo ci chiediamo: come mai ancora troppi Vino Nobile diversi, quando ci saremmo aspettati più coerenza generale a fronte di un’annata che prometteva bene? Forse è in quest'ottica che è nata una nuova associazione di produttori (che comprende una decina di realtà) che vuole incidere di più su questi aspetti produttivi.
Fra i nostri magnifici sei di quest'anno si è imposto il Vino Nobile di Daviddi, molto elegante, perfetto nella corrispondenza naso/palato; quindi Nottola, con una bella polpa e note di agrumi; e la Talosa, la miglior espressione della ciliegia del sangiovese, già top hundred di Papillon. A seguire la Ciarlana, Croce di Febo e Fattoria del Cerro, tre storici riferimenti che si confermano; così come Dei, sempre elegante, concentrato. E ancora Boscarelli, Bindella, Il Molinaccio La Spinosa, Metinella, Gattavecchi, Tenuta Tre Rose e Tiberini, una bella scoperta per un Nobile di grande equilibrio.
Poi sette Selezioni 2015 dove premiamo subito Gattavecchi “Parceto”, Valdipiatta “vigna d’Alfiero”, Lunadoro “Pagliareto”. Straordinaria la verticale di Carpineto “poggio sant’Enrico” di cui vi diremo più avanti.
Annata 2013 per il Brunello di Montalcino. Che dire? Buona, anche se avevamo ottenuto soddisfazioni più diffuse nel 2012, dove il muscolo e la rotondità si esprimevano più compiutamente. Ma questa è un'annata da guardare con attenzione perché è quella del Brunello più immediato, da apprezzare senza la muscolosità di altre annate e da ricercare per il suo equilibrio e la sua finezza. Le aziende "storiche" hanno lavorato molto bene, le nuove aziende, in taluni casi, arrancano e non hanno ancora le idee chiare, anche se qualche sorpresa l'abbiamo trovata anche quest’anno.
Diciamo subito che il Brunello di Montalcino di Albatreti, etichetta perolopiù sconosciuta, benché il patron Gaetano Salvioni sia sul pezzo da diversi anni (ma fa solo 4.266 bottiglie e forse per questo nessuno le degna) secondo noi rispecchia la sintesi migliore di questa annata (godibilissimo il 2012 che abbiamo riassaggiato la sera, rapiti dal calore e dall’equilibrio del Brunello di Montalcino come dev’essere). Ma i 5 asterischi pieni li hanno presi rispettivamente La Poderina che rispecchia proprio quella finezza tipica dell’annata 2013 e Campogiovanni, elegante e filigranoso. A seguire, altri Brunello ci sono piaciuti molto. Segnatevi su tutti: Cupano, La Cerbaia, Poderi Le Ripi, Caprili, Sesta di Sopra. A questa prima rosa di preferenza vanno aggiunti i Brunello di Col d’Orcia, Col di Lamo, Cortonesi La Mannella, Donatella Colombini Cinelli, Fattoi, La Fornacina, Il Poggiolo, Il Poggione, La Fiorita, La Rasina, La Togata, San Polo, Piancorello, Potazzine, Ridolfi, Salvioni, San Lorenzo, Sassodisole, Silvio Nardi, Sesti, Tiezzi, Uccelliera.
Insomma una rosa ben ampia, che ci ha fatto piacere per le conferme che seguono gli assaggi entusiasmanti fatti negli anni precedenti. Due new entry del GOLOSARIO, saranno inoltre: Madonna Nera e Martoccia di Brunelli. Una rivelazione il Brunello di Montalcino Villa i Cipressi, che accanto ad Albatreti rappresenta una bella espressione di questo 2013. Attenzione però: i Rosso di Montalcino 2015 sono molto buoni. Ne abbiamo assaggiati alcuni delle cantine menzionate e la soddisfazione è stata tanta.
Una grande “riserva” infine ci è arrivata alla cena di gala di venerdì, dove Roberto Rossi cuoco e patron del Silene di Seggiano si è davvero superato. E con orgoglio abbiamo salutato una nostra corona radiosa del GattiMassobrio, che ci ha fatto fare un figurone (anche al Catering di mezzogiorno c'era un “coronato”: Paolo Teverini di Bagno di Romagna). Dicevamo della riserva. Eccola: Brunello di Montalcino "Nastagio" 2012 di Col d'Orcia. Effluvio di erbe officinali, equilibrio e sostanza, a memorare la bella annata che è stata il 2012. Questo è quanto, dal vostro inviato.