Morellino di ScansanoSecondo giorno di degustazioni a Firenze, in campo le annate nuove di Morellino di Scansano e Chianti. Partiamo dalla Docg maremmana, che può festeggiare - anticipiamolo subito - un’altra annata fortunata. Campioni tutti di alto livello, un’identità ben definita. Si parte con Alberto Motta, che già lo scorso anno ci era piaciuto. Il suo Morellino di Scansano 2020 ci dà la conferma di quanto già visto in passato. Vino che deve aprirsi, ma lascia poi spazio a profumi delicati ed eleganti, con una nota minerale che si fa sentire. La Riserva 2018 ci dà la conferma: naso complesso, di un campione di razza, dove escono bene gli effluvi floreali e in lontananza una speziatura che ricorda la cannella virando sul dolce. Notevole anche in bocca, dov’è perfettamente rotondo.
Grande conferma per un nostro Top Hundred, Antonio Camillo, che fa emergere tutto il frutto del Sangiovese, ma gli mette anche una parte balsamica che gli sta bene.
Antonio Camillo Morellino di ScansanoAbbiamo già apprezzato
LaSelva per Vermentino e Ciliegiolo e anche con il Morellino di Scansano 2020 sa farsi apprezzare: ha intensità olfattiva e corpo, amplificati ancora più nella Riserva 2018, che al naso si allarga e lascia spuntare la nota verde e chiodi di garofano.
Fattoria Le Pupille, azienda che rappresenta uno dei punti di riferimento in questa denominazione, mette in campo un Morellino che punta sulla finezza, confermata anche nella Riserva che ha un finale lungo e lascia in bocca una piacevole sensazione di liquirizia.
Fattoria Mantellassi con il
Mago di 03 si distingue per il campione che, alla vista così come al naso, mostra la maggior intensità, con note di piccoli frutti decisamente spiccate.
Mantellassi Morellino di Scansano "il Mago di 03"Massi di Mandorlaia punta sulla violetta: estremamente fine.
Podere Casina, già nostro Top Hundred con il Maremma Rosso “Don Lucifero”, presenta invece un vino già più evoluto che apporta al frutto una sensazione di foglia di the.
Poggio Nibbiale invece ha un campione più ruvido, con note quasi selvatiche.
Tenuta Pietramora va a cercare, nome omen, le note di mora e di sottobosco nel suo “Brumaio” che presenta anche un sorso pieno e una speziatura interessante. Val delle Rose di
Cecchi, anche lei fedele al suo nome, porta un 2020 leggermente più tenue al naso rispetto ad altri assaggi ma con una raffinata nota floreale, che nella Riserva vira al miele e al fieno, e un sorso ben equilibrato, di spiccata acidità.
Cecchi Morellino di Scansano "Val delle Rose"
CHIANTINel mondo del Chianti 2020 ci ha convinto la freschezza di Bellini, sia al naso puntinato di fragoline sia in bocca. Fuori dagli schemi il
Buccia Nera, che potrebbe diventare da manuale quando si parla di sottobosco, con quei profumi di porcino e di foglie bagnate che invitano a soffermarsi e che ritroviamo anche se meno audaci nel campione Chianti Superiore 2018 dove ad ingentilirle intervengono anche le erbe aromatiche come la mentuccia. In bocca è caldo, avvolgente, tannico.
Buccia Nera ChiantiCome a uscire dagli schemi è anche il campione firmato da
Castello di Grevepesa che poggia su un piacevole tappeto di fieno.
Castelvecchio in San Casciano Val di Pesa ha una profondità e una concentrazione notevoli.
Villa Saletta è una sorpresa. Diverso fin dal colore che ha una tonalità mattone che ci fa intuire una diversa maturità e infatti il naso si fa più complesso con sentori minerali, di gesso.
Petriolo si distingue per un campione che unisce alla concentrazione un profumo di erbe officinali interessante che spazia tra menta ed eucalipto, mentre in bocca è la speziatura a farsi sentire.
Petriolo ChiantiFattoria Uccelliera si riconferma con un vino di buona complessità che va a cercare i profumi più maturi ed evoluti e un fondo di cioccolato che non ti aspetteresti. Anche in bocca è altrettanto convincente con un buon equilibrio e un finale lungo.
Marchesi Torrigiani punta su un vino in cui il frutto lascia ampio spazio alle note vegetali, di peperone, che in bocca tornano quasi piccanti.
Piccini ha un campione che al naso cerca più la pulizia che non la complessità con un profumo che evoca la mela e una buona bevibilità.
Poggio Bonelli ha rotondità e consistenza sia nel frutto sia in bocca.
Un assaggio interessante quello di
Tenuta di Morzano: l’Primo ha grande pulizia al naso, con un profumo intenso di mela rossa che ritroviamo anche nel retrogusto e in bocca una trama tannica intensa, ben costruita. Il campione bio di
Valvirginio merita attenzione: anche lui guarda alla parte più selvatica del Chianti, piccoli frutti e porcini, in bocca il sorso è caldo, potente.
Nella Docg Colli Senesi c’è forse il migliore assaggio della giornata, il 2020 firmato da
Fattoria del Cerro, nostra vecchia conoscenza e Top Hundred per il (raro) Vin Santo di Montepulciano “Sangallo”: grandissimo con note di rabarbaro immediate che diventano balsamiche, un’acidità vibrante, viva.
Fattoria del Cerro Chianti Colli SenesiDai Colli Fiorentini dove si assaggia l’annata 2019 interessante il vino firmato dall’azienda agricola
Marzocco di Poppiano, che al naso intriga con una nota di scorza di arancio e una leggera speziatura, in bocca si dimostra di buona struttura, con finale amaricante, lunghissimo.
Marzocco di Poppiano Chianti Colli Fiorentini Si distingue anche
Valvirginio che mette nel bicchiere un mix di piccoli frutti ed erbe aromatiche intrigante, mentre in bocca ha un tannino ancora verde che promette una buona evoluzione. Dalla zona di Montespertoli
Castello Sonnino in bella mostra con un Chianti 2019 che può contare su un naso di erba appena tagliata e una bocca decisamente pepata.
Tra i
Chianti Superiore annata 2019 merita infine segnalare
Sensi, che spicca per una nota quasi aromatica al naso, una viola molto intensa, accompagnata da un sorso equilibrato, fresco. Eccellente.
Sensi Chianti SuperioreAsterischi anche per il Chianti Superiore Usiglian del
Vescovo e
Tenuta San Fabiano che ci lascia una piacevolezza balsamica al naso e nel retrogusto, mentre in bocca ha un tannino rotondo, che invita alla beva.