Antica Osteria Magenes, il risotto alla milanese che vale il viaggio

Dalla famiglia Guidi, gusto, charme, tradizione e creatività in tavola, per una sosta memorabile

03.03.2020

Un risotto alla milanese, così buono, da valere il viaggio! Una cucina che muovendo in modo sapiente tra passato, presente e futuro, riesce a toccare le corde più profonde del cuore! Un ambiente e un servizio da favola! Non è un sogno. È quello che vi aspetta all'Antica Osteria Magenes (fraz. Barate - via Cavour 7 - tel. 029085125) a Gaggiano, nella prima campagna milanese, in un suggestivo fazzoletto di terra lombarda dove gli occhi spaziano tra risaie, cascine, aironi, e in cui, pur essendo a pochi minuti da Milano, la città sembra lontanissima.

Il contesto, un set di un film. All'ombra di un campanile, circondata da una manciata di piccole case, l' "Antica Osteria", con l'insegna che ricorda i suoi oltre cento anni di vita, con un passato da macelleria, bar e osteria.

Abbiamo l'onore di averla scoperta e lanciata quando nessuno ancora la conosceva, grazie alla segnalazione di quel maestro della cucina italiana che è Davide Oldani. "Questa trattoria sa di buono!", scrivevamo nella nostra prima recensione. Da allora, la strada fatta è tanta. Il percorso, formidabile. Nel solco delle più belle storie del gusto della nostra Italia, sbocciate tra campi e piccoli paesi, grazie a famiglie unite e laboriose – avventure come quella dei Santini di Canneto sull'Oglio o degli Spigaroli a Polesine Parmense, per capirsi  – quella trattoria che ci aveva conquistato già agli esordi, negli anni ha mantenuto le promesse ed è cresciuta. E oggi è uno dei migliori ristoranti italiani, come conferma la Corona Radiosa del nostro "IlGolosarioRistoranti - GattiMassobrio".

L'ambiente è un incanto. Oltre la porticina, superato il piccolo bar, ad accogliervi due sale piene di charme e la splendida veranda affacciata sul giardino, tre spazi che la sapiente ristrutturazione ha trasformato in un locale di rara bellezza, con i tavoli apparecchiati in modo impeccabile e gli arredi che svelano subito una cura formidabile dei particolari.
Servizio e cucina hanno il passo dei grandissimi. Il segreto? La forza, la passione, il gusto, di Dario e Diego Guidi, ciascuno fuoriclasse nel suo lavoro, il primo ai fornelli, il secondo in sala, e di mamma Mariella, splendida figura di chef patronne, capace, prima, di far innamorare i due figli di questa vita crescendoli tra lunghe cotture e i tavoli,  e poi, di fare un passo di lato, al momento giusto, facendoli studiare, e lasciandoli andar a crescere e a far esperienza in altre grandi cucine, e quindi di affiancarli ora che sono guide sicure del locale. L'armonia che c'è tra loro, il perché del sorriso dei numerosi collaboratori che li aiutano in cucina e nel servizio. L'armonia che c'è tra loro, la stessa armonia che troverete nei piatti e nelle mille attenzioni che vi saranno riservate.

Con i vini di una cantina che farà la felicità degli appassionati, perché Diego, da competente e appassionato selezionatore qual è, non c'è giorno che non la arricchisca di qualche sua scoperta. Avanti a tutta gola con le succulente creazioni di Dario e del suo team, con un percorso, che come dichiara il menu, sarà "Viaggio in provincia tra territorio ed evasione", con la possibilità di spaziare con soddisfazione tra tradizione e creatività.

Se gli amanti delle ricette tradizionali, andranno giù di testa, con "il risotto Giallo Milano 2010" e la costoletta alla milanese, qui eseguiti in modo mirabile (per la cronaca, 2010 - 2020, 10 gli anni da quando i Guidi ricevettero il premio per il miglior risotto allo zafferano, il premio non c'è più, ma il loro risotto da premio lo è, eccome, e più che mai, vale il viaggio!)
chi ama esplorare strade nuove, vedrà le papille impazzire di gioia con pappa al pomodoro dolce e salata ricci di mare Parmigiano limone
o con il risotto al pompelmo gamberi rossi e Campari. Tra le altre proposte, sarete felici con "ceviche del Ticino": storione humus di sesamo nero mele e chicos, bottoni d'anatra in civet Buttafuoco more nocciole ed erbe selvatiche, trippa alla milanese verso il mare
rombo al cartoccio jus di finocchio liquirizia alloro e foglie di cappero. Per i ghiottoni, gran finale con "La buca le minga straca se la sa no de vaca", ossia una selezione di formaggi
o "Un cicin de caluria per finì in alegria" ovvero dessert che potranno avere il gusto delle "caldarroste in piazza Duomo" o di "uovo non uovo: crostata primordiale".
Questa è una sosta da sogno!

X

Cookie Policy

This page uses third-party cookies to offer personalized content