L'avanzata delle aragoste e la rinascita del vino di Cana

27.05.2016

“Da anni le aragoste americane, più grosse e saporite di quelle australiane, sono il cibo più pregiato che viene servito in Cina negli eventi speciali”. Massimo Gaggi su Sette racconta la globalizzaizone delle aragoste del Maine e dice: “I pescatori americani sono usciti da una crisi molto grave proprio grazie alla Cina. L’impennata nella produzione di aragoste ha fatto crollare i prezzi. Bisognava trovare nuovi mercati per le aragoste, in modo da riequilibrare domanda e offerta e far risalire le quotazioni. Delegazioni del Maine cominciarono a battere la Cina e l’operazione ebbe successo”. @ Dalle aragoste al tonno. Su Sette anche Valentina Fortichiari spiega come il rito della mattanza a Carloforte sia diventato un ricco patrimonio di leggende. E riprendendone una scrive: “Catturato, si liberò grazie a un pesce spada che ruppe la rete che lo tratteneva. Poi tornò per trovarsi di fronte al pescatore cui era legato il suo destino”. @ Quando storia e religione incontrano il vino. E’ il caso del “Vino di Cana”, il rosso bevuto in occasione delle nozze di Cana di evangelica memoria che torna sulle tavole grazie a un docente pugliese, Francesco Carluccio. Il ricercatore, sulla scorta di studi approfonditi, nel suo piccolo vigneto a sud di Otranto è riuscito a riprodurre l’autentico Cananeo, che ha come base le uve di tre vitigni: Aleatico, Negroamaro e Malvasia. Su Sette il racconto di Marisa Fumagalli. 

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