Dici Bersano (www.bersano.it) e pensi Barbera, perché nonostante quest’azienda abbia raggiunto una estensione notevole ben oltre i suoi confini di partenza (siamo a 230 ettari tra Nizza, Langhe e Castagnole Monferrato) il suo cuore batte ancora per la Barbera. Il motivo è scritto nella sua storia: l’azienda nasce nel 1935 sulle colline di Nizza grazie allo spirito imprenditoriale di Arturo Bersano. Vignaiolo, ma anche studioso e poeta, Bersano è un umanista del vino. Lavora alacremente e nel contempo raccoglie contadinerie e stampe legate al vino che hanno dato vita a una collezione che oggi tutti possono ammirare.
Eppure tutto è partito dalla Barbera e da una cascina, la Cremosina, 12 ettari di proprietà degli omonimi conti, che il giovane avvocato Arturo Bersano acquistò per partire nella sua carriera nel mondo del vino. Oggi Cremosina è il nome della Barbera d’Asti superiore che si produce in questo cru. Abbiamo assaggiato il campione 2014, che si conferma ancora una volta da manuale, dal bel colore rosso porpora con riflessi granato al naso che subito resta più chiuso per poi aprirsi accentuando le sue note floreali di viola e di lampone. Anche in bocca non tradisce le aspettative con una grande freschezza, ancora in parte da smussare.
In una scaletta di degustazione ideale a precederla avremmo trovato la Barbera d’Asti Costalunga che abbiamo assaggiato nell’annata 2015. Affinata parte in botti di rovere e parte in acciaio, ha colore più vivido, con riflessi violacei. Al naso ha un profumo intenso, fruttato, che in bocca corrisponde a un corpo pieno e un finale ammandorlato. All’altro capo della degustazione è il vino che abbiamo inserito nelle prime righe, che abbiamo premiato nel 2015 tra i Top Hundred: la Barbera d’Asti Superiore Nizza La Generala. E’ un vino di grande impatto, che fin da un primo approccio mostra subito la sua grande complessità. Ottenuto da uve di un vigneto selezionato all’interno della proprietà di Agliano Terme, scelto per la perfetta esposizione e l’importante componente minerale del terreno, viene affinato in barrique, botte di rovere di slavonia e bottiglia, prima di essere pronto per la messa in commercio. Di colore con importanti riflessi granata, al naso ha profumi di ciliegia e viola, che presto lasciano spazio a cannella, cacao goudron. Ma è in bocca dove La Generala marca davvero la differenza: l’acidità è smussata, ha tocco vellutato ed è armonica, con grande corpo. E’ un vino che accarezza e sferza allo stesso tempo, un vino da scoprire con calma e coltivare nel tempo. E’ il vino che scegliamo in questo 8 marzo.