Blockchain contro l'italian sounding, vino vip e cooperazione

12.03.2019

La contraffazione colpisce anche il mondo del vino. Una piaga che, secondo l’Unione Europea, nel 2017 è costata all’Italia 83 milioni di euro e che ora potrà essere arginata grazie alla tecnologia “blockchain”, che permetterà di ricostruire la filiera del prodotto utilizzando solo uno smartphone. Su ogni singola bottiglia di vino messo in commercio sarà quindi applicato un “tag Nfc”, un bollino adesivo del diametro di 3,5 cm dentro al quale sono registrate tutte le informazioni (rese pubbliche e non modificabili) sulla storia e l’origine di quel vino. L’affidabilità dei dati sarà garantita dalla piattaforma Almaviva, realizzata per il Ministero delle Politiche Agricole in collaborazione con l’Agenzia delle erogazioni Ue dil Sistema informativo nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura. Marcello Zacché sul Giornale. @ E proprio in tema di italian sounding, dalla Germania arriva anche la notizia della vendita di un altro prodotto che, almeno nel nome, ricorda molto un’eccellenza nazionale: si tratta della grappa Grappagner, presumibilmente una crasi tra il distillato più celebre del Veneto e il suo produttore di punta, il trevigiano Castagner che sulle pagine del Corriere fa sapere: “Da un lato sono piacevolmente sorpreso perché questa imitazione mi fa pensare che il marchio ha un richiamo internazionale. Dall’altro non posso fare a meno di attivare subito i miei legali come reazione a un gesto di vera e propria concorrenza sleale”. @ E alla schiera dei “Vip” prestati al mondo del vino si aggiunge anche Stefano Belisari, l’Elio delle Storie Tese, che sul Corriere della Sera presenta il suo “Gallo Otto” un rosso biologico prodotto nelle Marche in 700 bottiglie (per ora) con metodi tradizionali. @ Dal vino ai porri, veri e propri incubatori di salute. Citati (e mangiati) già nell’antichità, oggi sono un prodotto di nicchia che viene coltivato nell’area di Cervere, dove un gruppo di produttori ha dato vita alla “Valle dei Porri”. Donne e uomini riuniti in un Consorzio di 39 soci impegnati nella cura e nella valorizzazione di un prodotto caratterizzato da particolare sapore dolce e digeribilità. Paola Scola su La Stampa. @ E a proposito di produzioni di successo, su Avvenire è anche da leggere la storia di Arborea, il latte cooperativo che unisce i produttori sardi producendo latte, yogurt e formaggi di qualità.

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