Il loro lavoro è prezioso, anzi, in molti casi, essenziale. Eppure, tra le figure del mondo del vino che non hanno ancora il riconoscimento che meritano, certo ci sono gli enotecari. Si parla del valore dei produttori, ed è giusto. Si puntano i riflettori su enologi e comunicatori del settore. E va bene. E si apprezzano le capacità di chi si occupa del commerciale, e anche in questo caso nulla da dire. Ma di quella figura che è l’enotecario, voce di decine di cantine sul territorio in cui opera, e intermediario insostituibile tra le aziende e i consumatori, difficilmente si parla. Eppure un’enoteca di valore, è un luogo dove si fa cultura del vino, è attività che ai produttori assicura la presenza di un “Virgilio”, il titolare, che facendo sua la causa di quella cantina, ne sarà portabandiera appassionato, senza eguali. Insomma, è un partner che, lontano da dove nasce quel vino, lo avvicina alla clientela, muovendosi come se a proporlo, fosse il vignaiolo che lo ha prodotto.
Ho pensato a questo, all’Enoteca da 8tto (via Garibaldi 14 - tel. 0299050202) di Senago. I titolari, Ottaviano Orsi, con la moglie Paola ed il figlio Francesco, sono un concentrato di passione esplosiva e contagiosa verso tutto ciò che è bello e buono. Origini – non solo non dimenticate, ma portate con orgoglio – in Garfagnana, gavetta in una piccola e gioiosa trattoria di famiglia a Bollate, Ottaviano, per tutti “Otto” e Paola, quando hanno potuto, han realizzato il loro sogno, creando questa loro enoteca e Wine bar dove tutto è gusto.
Nel loro magnifico locale, nelle salette, tra le pareti che sono "muri" di bottiglie, di vini e distillati, intervallati da cose buone, ai pochi tavoli, la possibilità di gustare salumi e formaggi della formidabile selezione, panini, insalate, qualche piatto e sfiziosità del giorno. Must di una visita, però, la possibilità di assaggiare a bicchiere un grande numero di vini, e di acquistare bottiglie, scegliendo tra oltre 1400 tipologie di vino, con vere chicche. Per capirsi, qui, nelle scorse settimane, alla mescita era possibile godersi la sfida tra Ornellaia e quel Sassicaia che, in questi giorni, è stato premiato come miglior vino del mondo. Quindi non i vini peggiori, ma i migliori.
A dire di cuore e intelligenza di “Otto” e di suo figlio Francesco, e a svelare quanto importante sia il ruolo che hanno gli enotecari, una bottiglia. È di un vino che non conosco, e, potrei aggiungere, al solito, come ogni volta che son stato qui (cosa che, per chi come il sottoscritto, di vini ne assaggia migliaia, non è proprio da poco), perché gli Orsi interpretano il loro lavoro mettendo in campo tutta la curiosità e la competenza che li contraddistingue, rivelando il loro talento di scopritori di cantine. È di un produttore che produce poche bottiglie. Quando scoprirono i suoi rossi, lo incontrarono per potere avere in enoteca i suoi vini. Niente da fare. La produzione è limitata, dovete accontentarvi di pochi cartoni, la risposta. Otto e Francesco, si mettono sulle tracce delle bottiglie, e le recuperano tutte, in giro per l’Italia. Di fronte a una “follia”, sana, come questa, quel vignaiolo “si arrende”. Agli Orsi l’esclusiva. Il produttore è Stefano Granata, e la sua cantina è l’azienda agricola I Luoghi di Castagneto Carducci. Di quella coppia di rossi, due Bolgheri Superiore, Podere Ritorti e Campo al fico, a stregarmi, il secondo. Da uve Cabernet Sauvignon (80%) e Cabernet Franc (20%) ha colore rubino fitto, naso di formidabile eleganza, con profumi di frutti di bosco, e in particolare di more, mirtilli e cassis, nota balsamica, sentori di menta e spezie, mentre al palato è caldo e armonico, nonostante la struttura, beva agile e affascinante , finale di persistenza infinita. A Senago, grazie agli Orsi, vini che saranno famosi!