Riso, mandorle, avena o cocco. Gli italiani amano i drink vegetali, ricchi di fibre e vitamine ma poveri in calcio e proteine. Su Repubblica Marta Dore spiega come in realtà queste bevande, che per legge non possano definirsi “latte”, vengano ricavate da cereali (riso, avena) legumi (soia) o semi (mandorla, cocco), con proprietà nutrizionali molto diverse rispetto al latte vaccino ma non senza vantaggi, come ad esempio la presenza di grassi buoni, fibre e vitamine del gruppo B. “Attenzione, però - spiega il docente di Fisiologia della Nutrizione Enzo Spisini - Le loro caratteristiche nutrizionali positive non implicano che possano sostituire il latte animale, che resta molto importante per la salute delle nostre ossa”. Tra i fan più accaniti dei drink di origine vegetale il 60% degli italiani che temono le intolleranze al lattosio, ma anche tantissimi vegani. Per chi invece non rinuncia al latte animale, una buona alternativa può essere il latte d’asina, ben tollerato dalle persone allergiche e un’ottima soluzione anche per i neonati. (Repubblica Salute) @ E di alimentazione parla anche Nicola Sorrentino, che su La Verità di oggi sfata il mito secondo cui la pasta fa ingrassare. “Senza dubbio - scrive - in quanto carboidrato, la pasta ha un suo contenuto calorico. Ma a questa caratteristica si associano molteplici motivi che l’hanno esa l’alimento principe non solo della cucina italiana, ma della dieta mediterranea. (…) Pasta e affini, nonostante il significativo apporto calorico, predispongono molto meno al sovrappeso delle proteine e grassi”.