Siamo in Val Borbera dove il Piemonte sconfina con la Liguria, la Lombardia e l'Emilia Romagna: un territorio a tratti aspro – e difficile da "ripopolare" – ma di una bellezza sorprendente, con numerosi percorsi in cui avventurarsi con gli scarponi, in bici o comodamente sulla propria auto, alla scoperta del monte Ebro, del monte Carmo e su tutti del maestoso Antola.
Questo originale crocevia – che tocca anche alcune tappe della Via del Sale – rivela grandi sorprese: commistioni di saperi e sapori, storie di uomini coraggiosi che hanno scelto di "resistere" in queste valli per produrre, coltivare, ospitare o semplicemente sfuggire alla città e ritrovare se stessi nella natura e nel silenzio.
All'agriturismo Alta Valle (tel. 3473867270) abbiamo ritrovato un mix di tutto questo: deliziati dalla schietta ospitalità di Stefania in sala e coccolati dalla cucina casalinga di Paola che si occupa anche delle camere (4) per gli avventori non propriamente fuori porta. Un viaggetto in effetti è da mettere in conto poiché arrivati a Cabella Ligure (Al) occorre inerpicarsi per la frazione Piuzzo che equivale ancora a 30 minuti di tornanti, ma con un panorama mozzafiato... ancor meglio se colorato dalla luce del tramonto.
Parcheggiamo nei pressi e curiosi ci avventiamo sul nostro aperitivo, servito in giardino. Con un calice di vino bianco, la scioglievolezza di un crostone con lardo e pomodoro fresco e fragranti fiori di zucca in pastella. Il resto del menu ci viene servito negli spazi interni, al piano terra di uno stabile sapientemente ristrutturato e reso caldo e accogliente da travi e arredi di legno, pavimenti in cotto e qua e là scorci di pietra.
Arrivano i salumi (tutti di produzione propria e tutti di maiali di Cinta Senese che scorrazzano a km ravvicinato). Il prosciutto cotto è d'altri tempi (la stagionatura in questo caso viene fatta da Pernigotti), il crudo di una dolcezza commovente (anche per lui ci si appoggia per la stagionatura a Langhirano). Il resto è tutto 100% made in Alta Valle: dallo speck al salame crudo, alla coppa fino alla testa in cassetta con un comune denominatore: il colore intenso, il gusto saporito, la morbidezza.
Prima delle abbondanti tagliatelle ai funghi (un pochino spesse ma ben condite), stacchiamo con un intrigante sformatino di patate con fonduta di fontina d'alpeggio.
E il secondo? Sarà ancora un taglio di Cinta...oppure il maestoso Fassone? Oppure il coniglio... Chiacchierando scopriamo infatti che la famiglia ha anche piccoli animali da cortile, due manzi che – a rotazione – fa macellare per la scorta dell'agriturismo. Paola, che dal lunedì al giovedì fa il medico con il marito a Genova, ha quindi da sbizzarrirsi per i suoi menu sempre in movimento con tante verdure del suo orto, i risotti, i ravioli di carne che ci dicono essere i cavalli di battaglia. A noi ha preparato l'ossobuco in umido con tanto pomodoro arginato da riso pilaf.
A questo punto siamo veramente pieni, ma il dolce chiude la nostra cena con la piacevolezza delle pesche di Volpedo sormontate da gelato con bacche di vaniglia, rigorosamente fatto in casa. Anche il conto è dolce: 30 euro con vino, acqua, caffè e ammazzacaffè compresi.
Torneremo: prenotando dal venerdì alla domenica e in tutte le stagioni per godere della passione dell'Alta Valle e di un territorio che non si finisce mai di esplorare!