Il consumo di prodotti a base di canapa è in costante ascesa e dopo decenni di oblio, in cui la coltivazione sembrava a rischio scomparsa, oggi torna a essere una risorsa. Sono soprattutto i territori storicamente più vocati a essere protagonisti di questa rinascita. Carmagnola è stato per secoli uno dei centri più importanti della coltivazione della canapa, al punto da aver dato il nome ad una varietà, la Gigante di Carmagnola, tra le più grandi e produttive, usata sia nel settore tessile (sembra che dai suoi tessuti siano nati i jeans) sia in quello delle corde (infatti era sottoposta ad ammasso per ragioni militari). L’Italia è stata per secoli uno dei principali produttori al mondo, fino al Dopoguerra, sostituita dalle fibre artificiali e colpita dal pregiudizio per il suo contenuto di THC (il principio psicoattivo della cannabis). La legge oggi permette nuovamente di coltivarla, nelle varietà selezionate con un THC inferiore allo 0,2% e l’interesse - moderno - è soprattutto per le proprietà nutrizionali di questa pianta.
I semi di canapa e di conseguenza l’olio ottenuto da questi - spiega Assocanapa - contengono naturalmente omega 6 ed omega 3 in rapporto 3/1, che in natura è quello più vicino al rapporto raccomandato dall’OMS. L’associazione della assunzione di olio di semi di canapa con l’impiego in cucina di olio extravergine di oliva per condire (l’olio di oliva contiene omega 6) fa raggiungere il rapporto ottimale.
A Baldissero d’Alba una famiglia di molitori (sono proprietari del marchio Goccia d’oro), i fratelli Ruata, ha scommesso proprio sulla canapa e sull’olio prodotto con spremitura a freddo dai suoi semi. Nella struttura della Tenuta del Roero (frazione Baroli 107 - tel. 0172 40811), accanto a una piantagione di canapa, hanno installato un nuovo impianto di molitura, unico in Italia, dedicato. L’olio vergine di semi di canapa, dalla consistenza lieve e dal sapore simile a quello di nocciola, si usa a freddo, sia per insaporire zuppe e insalate sia in piatti estivi come le creme di verdura. E’ inoltre disponibile anche in una versione che, rispettando alcuni parametri dichiarati al Ministero della Salute, viene commercializzato come integratore alimentare (e venduto in farmacia). I semi invece sono proposti sia decorticati sia interi, ideali i primi per arricchire le zuppe, i secondi - una volta tostati - per dare una nota croccante in più alle insalate. Poi c’è la farina da usare nella panificazione, e alcune preparazioni sfiziose come il pesto con Basilico Genovese Dop e semi di canapa.
Ma gli orizzonti della canapa, spiegano, sono ancora in gran parte inesplorati. Pianta rustica e resistente, non necessita di trattamenti e si presta quindi ad essere naturalmente biologica. Ma non solo: i semi di canapa sono ricchi di proteine e sono perciò indicati all’interno di una dieta vegana. A Baldissero d’Alba, all’interno della Tenuta del Roero, sta nascendo un vero e proprio centro dedicato alla canapa, con l’intera filiera produttiva a disposizione, dai campi allo stoccaggio fino alla lavorazione e all’impianto di molitura ideato ad hoc. Ma non solo: nei campi si stanno sperimentando varietà diverse di canapa per capire quale sia la migliore (la difficoltà è infatti quella di mantenere l’olio a un livello di acidità basso), identificare il momento giusto di raccolta, la corretta essicazione. Un grandioso progetto che mira a riportare Carmagnola al centro dell’Europa per la coltivazione della canapa e per la trasformazione in olio vergine, di cui l’Italia è pioniera. Nel progetto dei fratelli Ruata entrano poi altri semi, come quelli di lino, ma anche nocciola e noci, con l’idea di creare un polo dell’olio piemontese (che a breve si comporrà anche di un extravergine di oliva dalle colline saluzzesi).