Cannubi Path: un nuovo percorso artistico tra le vigne dedicato a Michele Chiarlo

Un percorso multisensoriale ideato da Ugo Nespolo visitabile liberamente

09.10.2024

Si fa presto a dire che il vino è cultura, ma Michele Chiarlo, vignaiolo in Calamandrana questa idea ce l’aveva ben chiara, tanto da immaginare l’arte che si compenetrava coi vigneti. E ieri la famiglia Chiarlo, con i figli Alberto e Stefano ha inaugurato il suo terzo percorso artistico, quello dei Cannubi, realizzato dal Maestro Ugo Nespolo.


"È una giornata speciale per noi – ha detto Stefano – non solo perché inauguriamo il percorso di Cannubi dedicato a nostro padre Michele, ma anche perché stiamo portando avanti un sogno che dura da quasi 70 anni. Con il Maestro Nespolo al nostro fianco, stiamo dando vita a un progetto che invita tutti a immergersi nella cultura e nella passione che queste viti rappresentano”.
“In questi decenni abbiamo messo insieme grandi vigne a Barolo, Barbaresco e nel Nizza – incalza Alberto – Le grandi vigne sono sempre state tutto per noi, ma a un certo punto abbiamo cominciato a guardarle con un occhio diverso. È successo precisamente nell’estate del 1996, durante una festa al tramonto a Cerequio, cru di La Morra. Allora il Palás era ancora una borgata diroccata, non c’era nulla, ma è stata la festa più bella che abbiamo mai fatto. Da lì l’idea: ci siamo resi conto che da queste grandi vigne non ci bastava più “solo” fare un grande vino, ma volevamo anche portarci la gente e condividerle con loro.”
Ora, il percorso artistico di Cannubi prende ispirazione nel suo concetto dall’Art Park La Court, (nato nel 2003 e allestito a Castelnuovo Calcea), snodandosi tra i filari del cru più antico d'Italia: un cammino tra le vigne che non è decorazione estetica ma uno spazio di visita trasformato in un’esperienza multisensoriale e artistica attraverso installazioni tra i filari e nel ciabot. In questo modo i visitatori possono immergersi nell'essenza del paesaggio e nella passione di chi lo coltiva.
Caveau del Barolo - OpereOltre all’Art Park La Courte, c’è anche l’etichetta per La Court Vignaveja Nizza DOCG Riserva. Ma l’evento di questo 8 ottobre si unisce alle altre novità 2024 che hanno visto la rappresentazione delle molteplici sfaccettature dell'universo Chiarlo, come lo Sky Bar & Lounge, inaugurato a giugno all’interno del resort Palás Cerequio di La Morra, nel cuore di uno dei cru più prestigiosi del Barolo, e la mostra “Nespolo & Chiarlo: dal 2010 arte in vigna”
allestita nel caveau del Barolo e visitabile fino alla fine dell’anno, dove si possono ammirare alcune delle opere più importanti di Ugo Nespolo e scoprire bozzetti inediti che raccontano la lunga collaborazione con Michele Chiarlo.
Michele Chiarlo all'Art Park La Court nel 2019Cannubi è una delle menzioni geografiche aggiuntive più celebri del Barolo. La sua storicità è testimoniata dalla prima bottiglia a portarne il nome, risalente al 1752 e conservata nell'archivio della famiglia Manzone a Bra. La fama internazionale di Cannubi è stata consolidata da Lorenzo Fantini, che nel 1879 ha identificato la zona come una delle migliori per la viticoltura. Questo cru è il punto d'incontro tra due zone geologiche, l’unione tra i suoli profondi e compatti dell’elveziano e quelli più morbidi del tortoniano. E infatti Cannubi deriverebbe da connubio.
Ogni sottozona di Cannubi (Cannubi Boschis, Cannubi San Lorenzo, Cannubi Muscatel e Cannubi Valletta) aggiunge sfumature uniche all'espressione del terroir. Detto questo, è davvero un’esperienza immersiva e unica quella che è possibile fare al Palas con 1.000 etichette in carta, e nello Sky bar con 25 Barolo a bicchiere e le grandi bottiglie del mondo servite col sistema Enomatic; ma c’è anche la possibilità di degustare i frutti di ogni singolo cru secondo l’interpretazione dei vari produttori.
Ci sono poi 11 suite, che presto aumenteranno e una cucina informale che offre la possibilità di accompagnare il vino, sia nella lounge sia nel relais vero e proprio.
I 3 progetti artistici sono stati realizzati ispirandosi alle tre vigne più grandi della maison Chiarlo: il primo dedicato alla Barbera che poi è diventato Nizza La Court, e qui il direttore artistico è stato Giancarlo Ferraris, che a sua volta ha coinvolto l’artista Daniele Luzzati; quindi Cerequio e Cannubi, nella zona del Barolo. I Chiarlo ottengono vini, tuttavia, da 9 cru e per i bianchi la loro preferenza va alla zona del Gavi (oltre a un Arneis).

Una curiosità è la possibilità di visitare liberamente questi luoghi artistici, al netto dei giorni di vendemmia. Per l’art Park La Court c’è addirittura una App che aiuta a scoprire, lungo un percorso di 2 chilometri, le varie installazioni artistiche poste ogni 100 metri. Insomma un mondo che ha permesso di vincere il premio di Wine Spectator fra i 5 migliori resort del mondo ambientato in una cantina.

Prima dell’incontro col maestro Ugo Nespolo, c’è stata una degustazione: il Gavi “Rovereto” 2023 fantastico, balsamico con la speziatura dell’anice stellato;
il Gavi “Fornaci" 2019 dall’accento minerale creato con un clone di cortese pre filosserico.
Un grande bianco che promette longevità. Superbo, tanto da stupire all’unanimità tutti, il Nizza La Court riserva 2021 dal colore rubino luminoso con la sorpresa di una grande integrità del frutto, dove senti la mora e la rosa, in un sorso pregnante di freschezza.
Un Nizza che a mio avviso rappresenta la strada maestra per questo grande vino che si presenta con meno opulenza e più eleganza. Il Barolo Cannubi 2021 ha colore trasparente e subito note di cuoio e di grafite intensa. Senti la roccia da cui poi esce un petalo di rosa appassito, ma anche la viola e la liquirizia. La finezza setosa dei tannini è davvero incredibile.
Sempre del Cannubi ecco la riserva 2019 che ha dolcezza olfattiva anche se è ancora giovane
mentre il regalo della giornata è stato il Barolo Cannubi 2006 che esce con note di canfora e biancospino e poi un effluvio balsamico, etereo, dove senti il giglio e il tartufo.
Il sorso è pregnante grazie alla freschezza indomita, ma soprattutto ha finezza nei tannini quasi come il campione del 2021. Infine il Barbaresco Montestefano riserva 2019 che è il cru dei Barbaresco che più ricorda i Barolo. Il colore trasparente è bellissimo; al naso senti la viola, l’erba bagnata, la nota balsamica e poi quel carattere anche un po’ ruvido che gioca con la nota ancora verde in bocca. Un Barbaresco di carattere e profondità.
Che dire, un bellissimo pomeriggio. Da replicare, come ben indica IlGolosario Wine Tour.

Michele Chiarlo

strada Nizza-Canelli, 99
Calamandrana (At)
tel. 0141769030

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