Su ilGusto.it di oggi Paolo Massobrio è a Venosa, la culla dell’Aglianico del Vulture, un vino con oltre 2.000 anni di storia. Qui opera la cantina cooperativa fondata nel 1957, che annovera 350 soci che curano 800 ettari di vigneti e che oggi punta all’innovazione e alla sostenibilità aziendale.
Per alcune annate del del vino di punta (l’Aglianico del Vulture Superiore Carato Venusto) ha adottato il progetto degli Underwater Wines, che riguarda l’immersione a 50 metri di profondità nel mare ligure delle bottiglie per sei mesi.
Venendo agli assaggi ecco l’Aglianico del Vulture “Gesualdo” 2019, dal naso fine e complesso e molto equilibrato, minerale in bocca; l’Aglianico del Vulture Terre di Orazio 2020, dal naso complesso e pieno, intenso, con tannini robusti in bocca; l’Aglianico del Vulture Superiore Carato Venusto 2017, che è prodotto solo nelle annate che offrono la possibilità di esprimere il suo massimo potenziale enologico. E poi una bollicina, il Metodo Classico Rosè Pas Dosé Tansillo, “naso intrigante tra note agrumate e una sapidità che si percepisce già per via olfattiva (un che di acciuga) e che ritroveremo specialmente nel finale” – dice Massobrio.
Infine, il Vino Rosso Matematico 2020, un taglio bordolese in stile italiano, ottenuto da uve merlot e aglianico e una gamma di vini bianchi, tutti piacevolissimi.
Venosa (Pz)
via Appia, 86
tel. 0972 36702
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