Oggi su La Stampa Paolo Massobrio è in Valle d'Aosta, dove incontra Stefano Celi che coltiva, tra i 700 e i 900 metri d'altezza, vitigni internazionali (syrah, gamay e müller thurgau) e autoctoni (fumin, cornalin, premetta, petit rouge e petit arvine) per produrre circa 40 mila bottiglie.
Tra queste spicca il Vallée d’Aoste Petit Arvine 2018, che prevede macerazione delle uve sulle bucce per 12 ore e vinificazione in acciaio, tranne un 10% che fermenta in barrique. Il vino – dice Massobrio – "è un concentrato di frutto della passione, sia al naso sia in bocca, con quell’acidità avvolta dentro a un corpo rotondo ed elegante".
Tra gli altri vini: lo Chardonnay, il Syrah, il Cornalin, il Gamay dalle note vegetali, il Rosè (da uve petit rouge) e il Torrette Supérieur 2014 da uve petit rouge (85%), cornalin e fumin (15%), affinate per un anno in tonneaux, dal sorso pieno e rotondo. Tutti vini unici.
La Source
Saint-Pierre (Ao)
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