Ora che la Michelin ha mortificato come tutti gli anni la vera ristorazione italiana, con il solito, e di anno in anno sempre più stanco, rituale del premiare pochi, escludendo migliaia (!) di bravi cuochi italiani. E ora che la giornata in cui "vive" la Rossa, cioè solo quando premia, è alle spalle. Aperta e chiusa parentesi, il mondo va avanti con o senza stelle o forchette. E soprattutto l'Italia del gusto ha persone come noi, e realtà come il nostro popolo di Papillon, che 365 giorni all'anno racconta e valorizza le migliaia di campioni della ristorazione, del vino e dell'agroalimentare che fanno grande il nostro Paese.
Tra questi "giganti" innanzitutto di umanità, persone come Gilberto Farina. È un grande chef, ed è il titolare de La Piana (via Pietro Zappelli 15 - tel. 0362909266) di Carate Brianza (Mb). Ma oltre ad avere un ristorante che è un gioiello, ha cuore e intelligenza grandi così (caratteristiche che alla guida francese, si intende, non interessano, ma a noi sì, visto che son doti che cambiano il destino di persone e paesi). Infatti, senza trascurare il lavoro al locale, per senso di gratitudine e desiderio di restituzione per quanto ricevuto dalla vita e per responsabilità per chi verrà dopo di noi e nei confronti del paese in cui vive, ha scelto di dedicare ore anche all'insegnamento, e fa lezione ai giovani di una scuola di Carate, In-Presa. E non fa mai mancare il suo aiuto nell'organizzazione di iniziative che promuovono il gusto (come il bel Brianza Wine Festival, organizzato nei giorni scorsi dai talentuosi giovani di Brianza Wine Club) nel territorio in cui lavora (coinvolgendo sempre anche i suoi giovani studenti, in modo che possano crescere e appassionarsi sempre di più al loro lavoro). Ultimo, ma non ultimo - smentendo il luogo comune che chi opera in cucina debba per forza non avere legami stabili - è buon padre, come dimostra il fatto che i figli, pur giovanissimi, sono già contagiati dalle sue passioni, cucina e ricerca di prodotti top (il figlio Luigi, l'estate scorsa, ha fatto le "vacanze" lavorando in una malga di quella Val Biandino conosciuta seguendo papà Gilberto, che lì sale a procurarsi alcuni dei formidabili formaggi che si trovano al ristorante).
Ora, questa umanità e questo cuore, le marce in più che spiegano l'eccellenza dei prodotti scelti per la sua cucina, la grande professionalità, la cura con cui è arredato il ristorante, l'anima dei suoi piatti. Nelle belle salette, romantiche, o nel bel dehors (attrezzato anche per l'inverno), gusterete stragolosa insalata di nervetti e cannellini con crema calda di patate di Oreno, millefoglie di riso croccante con ragù di pasta di salame fresca (che è Piatto del Buon Ricordo), salmerino della Valsassina arrostito fondente di zucca bertagnina De.Co. e cipolla bionda di Cureggio e Fontaneto, zuppetta di castagne con crumble di grano saraceno.
Tre i colpi di cuore, però, che valgono il viaggio. La selezione di vini, personale e sempre invitante. I formaggi, appunto, con vere chicche procurate solo per passione smisurata da Gilberto. E quella cassoeula, per noi numero uno di Brianza, e sul podio assoluto con quella del Monsignore, che è specialità da andar giù di testa. Un nota bene. La "Rossa"? Sì, ma di vergogna, per non premiare realtà così. Il GattiMassobrio? Fieri di aver scoperto ai suoi esordi e di aver tra le nostre eccellenze un grande come Gilberto Farina e quel suo vero gioiello italiano che è La Piana! W i locali "Coronati"! Le Corone son così!