Centri commerciali e cibo di qualità per tornare alla vita

11.03.2019

Famiglie in crisi e consumi giù del 10,4%. Secondo i dati raccolti dalla Cgia di Mestre, rispetto all’anno pre-crisi le famiglie italiane spendono meno e se nel 2007 le uscite mensili medie erano pari a 2.649 euro, 10 anni dopo la soglia si è attestata intorno ai 2.564 euro, con una netta riduzione soprattutto al Sud Italia. Una situazione che ha avuto effetti negativi sui fatturati dei piccoli artigiani e dei negozi di prossimità e, sebbene negli ultimi anni i consumi siano tornati lentamente a salire, i benefici di questa ripresa hanno interessato solo la grande distribuzione e le vendite nei centri commerciali (Il Giornale e Libero) @ E proprio su questo tema è da leggere, sulle pagine di Repubblica, anche il focus di Vito De Ceglia sul cibo di qualità come “ritorno alla vita e all’umanità in un’epoca dominata dalle macchine e dal digitale”. Un messaggio che condividiamo e che abbiamo delineato con il nostro Manifesto della Bottega Italiana (per leggerlo clicca qui), presentato all’ultima edizione di Golosaria a Milano e sottoscritto da oltre 500 bottegai arrivati da tutta Italia. @ Raggiunto l’accordo sul prezzo del latte. In Sardegna è stata raggiunta l’intesa tra allevatori e industriali sull’acconto da 74 centesimi al litro. Ma adesso a protestare sono i produttori di olio, scesi in piazza sabato, a Lecce, per denunciare la “gestione inconcludente dell’emergenza Xylella” che ha devastato milioni di ulivi in Puglia. Intanto, giovedì scorso il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al pacchetto emergenze agricole proposto dal ministro Gian Marco Centinaio, che prevede l’eradicazione di tutti gli ulivi infetti compresi quelli monumentali (si salveranno solo quelli collocati in aree protette, previ esami ad hoc su ogni pianta) e multe fino a 60 mila euro per chi si opporrà al provvedimento. (Libero e Italia Oggi). @ E in tema di olio, fa preoccupare anche il mercato. La produzione di oro verde made in Italy cala, ma i prezzi non salgono. Questo perché i prodotti stranieri, venduti a poco, deprimono tutto il nostro mercato. Lo speciale di Attilio Barbieri su Libero di domenica.

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