Chiudiamo l'anno con una degustazione, tra nuove referenze e cantine ormai consolidate, che sarebbero perfetti anche sulla tavola delle feste, mentre l’ultimissima degustazione è per le bottiglie d'antan che abbiamo stappato per riordinare la cantina e vedere se c’era qualche sorpresa all’orizzonte. Ma questi assaggi difficilmente saranno replicabili, per noi e per voi, mentre cresce, per le bottiglie che avremo salvato, la reputazione delle cantine.
Ecco allora una serie di assaggi tra Piemonte, Basilicata e Sicilia che potremmo sfruttare anche nei pranzi e nelle cene dei prossimi giorni. Proviamo ad abbinarli, non a un piatto ma a una situazione.
Azienda esordiente in una zona della Sicilia tutta da scoprire, con i suoi boschi e gli straordinari salumi. Oggi parliamo però di vino: il Metodo Classico Brut si presenta con un colore paglierino tendente all'oro, brillante. Al naso c'è la pera e una leggera crosta di pane, in bocca è fine senza essere troppo complesso. Ideale per un aperitivo fuori dagli schemi, per i più curiosi.
Il Vino Spumante Brut Rosè La Gazzella è un unicum, una rarità dal bel colore rosa antico che al naso rivela profumi di piccoli frutti, in particolare ribes, mentre in bocca si presenta cremoso con una piacevole acidità. Per gli eterni indecisi (sul menu e sul vino da abbinare). Brava Marilena, figlia dell’indimenticato Ezio Voyat, che ha lavorato con uve moscato.
Santa Ninfa è più di un territorio, è una sorta di Geoparco con un substrato gessoso dove le infiltrazioni hanno dato vita a un dedalo di galleria come la Grotta di Santa Ninfa, un complesso ipogeo carsico nel cuore della Sicilia. Terra quindi di contrasti e fortunate contraddizioni che si esprimono nella produzione di questa cantina che annovera un esaltante Terre Siciliane Muller-Thurgau Frizzante 2022 dal naso di cedrata e mela, bolla ricca ed esuberante con un bel retrogusto di mela. O ancora il Terre Siciliane Vino Bianco Frizzante Rabzir 2021, sempre da uve muller thurgau, non filtrato che al naso offre una nota distintiva, minerale, che racconta proprio delle marne e dei gessi di questo territorio che in bocca si esprimono in finezza, un'acidità ficcante e un tocco graffiante. E poi ancora il Terre Siciliane Viognier 2022 con note citrine di agrumi, pompelmo e miele che si riverberano anche nel retrogusto. O il Sicilia Grillo del 2022 con naso di pesca e fieno e un'acidità ben delineata e il Terre Siciliane Cataratto 2022 che esalta le note speziate, di fiori di arancio e zenzero e in bocca è delicato, equilibrato, capace di farsi notare senza pungere. Una cantina tutta da scoprire per raccontare una Sicilia forse meno nota ma altrettanto interessante. Ideale per quelli che il vino può essere il là per tanti diversi racconti.
La situazione, anticipiamolo subito, non potrà che essere un evento centrale di queste feste - pranzo di Natale compreso. Perché questo tridente di Vajra è da Champions League. Partiamo dal vino che più di tutti identifica la cantina, il Freisa, un vitigno troppo spesso sottovalutato capace però di dare grandi risultati, anche se molti hanno smesso di crederci. Eppure il Langhe Freisa Kyè 2021 che è stato il vino Top di tutti gli assaggi di questa tornata dai 5 asterischi pieni (lo scorso anno lo assaggiammo di vent’anni indietro ed era perfetto) lo dimostra appieno, con quel naso profondo, dove la frutta rossa è ben espressa, e che in bocca a occhi chiusi potrebbe rivaleggiare tranquillamente con le migliori espressioni da nebbiolo per la l'equilibrio e la tannicità. Il Barolo Albe 2019 al naso mostra tutta l'espressività di questo vino, con i sentori di radice di liquirizia, mirtillo e sottobosco e in bocca - come ci si aspetterebbe - mette in pari equilibrio e tannini. Eppure a fare innamorare noi (e i vostri commensali) sarà un'altra referenza: il Barolo Bricco delle Viole 2019 con la violetta e la liquirizia nera e la nota minerale. In bocca, i tannini e la speziatura si fondono in un finale persistente con una nota di liquirizia che si riverbera nel retrogusto. Grandissimi vini. Sulla tavola di Natale, senza se e senza ma.
Dieci ettari terrazzati tra Savona e Imperia. Pochi numericamente ma tanti se pensiamo alla conformazione di un territorio difficile da coltivare, che deve essere continuamente manotenuto. L’azienda, curata dal giovane e geniale enologo Alex Berriolo, sorge all'ombra del Castello dei Marchesi Del Caretto che si dice sia anche infestato: e non è un caso che sia anche stato tentato un esperimento (para)scientifico tentando di attirare il fantasma con un bicchiere di bianco. Di certo a non far paura è il Vino Rosso Bertolo Poggi del Santo, da uve sangiovese, che si presenta con un bel colore rubino tendente al viola. Al naso è intenso, concentrato con note di frutta rossa e polvere da sparo. In bocca, offre una grande acidità, creando un equilibrio armonioso. Il vino ideale per chi non vuol rinunciare a un brivido, nemmeno a Natale.
E' la “creatura” di due sorelle, giornaliste in Milano, che hanno deciso di rilanciare i terreni in Calabria con un progetto ambizioso dove si sperimenta sui vitigni e sui vini e che in passato ci ha dato grandi soddisfazioni. In questo caso il nostro assaggio è per il Vino bianco La Clara, un Metodo Ancestrale a base trebbiano toscano, non filtrato, che al naso di presenta di un colore opaco che vira verso e note aranciate. Al naso c’è l’albicocca accompagnata da una bella speziatura, in bocca la stoffa è ruvida, con un’acidità che vibra e punge. Ideale per chi ha ospiti innamorati degli orange (e vuole comunque bere bene).
E' una delle cantine che abbiamo avuto modo di seguire da vicino durante quest’anno, in più di una degustazione. Il Provincia di Mantova Malvasia Evvèa 2021 però ancora ci mancava all’assaggio. Un vino sfidante a base di uve malvasia, che al naso spicca per i profumi di tè alla pesca e zenzero, ma in bocca rinuncia alla coté aromatica per orientarsi al secco senza essere mai amaro. Per chi ama profumi che intrigano.