VERSO LA PASQUA
Non era mai successo nella vita nostra, di noi che siamo sulla soglia dei 60, di veder cambiare così velocemente i connotati del tran tran di ogni giorno, settimana, anno. Ma soprattutto non era mai successo che questo coincidesse con la Quaresima: stesso periodo di inizio… con una Pasqua dove con probabilità assisteremo a un contenimento dei contagi. Non era mai successo ma è accaduto, secondo la legge mai scritta dell’imprevisto che spacca le abitudini… ma fosse solo quello. Quello che non avevamo messo in conto era la morte, che invece è arrivata, e anche in abbondanza a leggere quei numeri e a sentire i casi disperati.
Mentre scrivo queste righe per il nostro quarto aggiornamento che racconta dell’attività messa in piedi in questo frangente, un mio fraterno amico mi scrive che suo figlio, appena laureato in fisioterapia, è stato assunto in trincea, con una mansione diversa, in uno di quei reparti del Covid-19 dove arriva anche la morte, inaspettata. Era una proposta di lavoro, neppure in linea con la sua specializzazione, ma lui senza esitazione ha detto sì. Non so chi aveva scritto che quella che avevamo cresciuto era una generazione di bamboccioni, e non voglio neanche ricordarlo perché le analisi fallite sui giovani fanno solo venire il voltastomaco. Certo è che questi ragazzi, semmai ce ne fossimo dimenticati, ci stanno reinsegnando cos’è l’assunzione di responsabilità. Solo questo, niente eroismi o smancerie degne dei talk show: Chicco ha detto sì perché era così che, in cuor suo, lui doveva fare. E domani incomincerà, accompagnato dalle preghiere dei suoi genitori, che hanno la sorte di dover stare un passo indietro perché quel sì è solo suo, anche se è maturato dentro a un seme certo.
In queste settimane c’è chi ancora si lamenta dell’isolamento a casa, ma se sapessero della vita che volontariamente scelgono taluni, per cui non solo si devono isolare, ma neppure possono mangiare e dialogare con i propri famigliari, la smetterebbero. E invece girano la testa da un’altra parte, perché si può fare anche così. C’è un isolamento che produce libertà, che è la libertà di chi aderisce a un ideale, come può essere quello di tanti medici coscienti e c’è un isolamento dentro se stessi che è la fabbrica della paura, dell’angoscia.
E questo vale anche per i molti, fra l’altro destinatari di queste righe, che giorno dopo giorno vedono minacciata la propria attività, il lavoro proprio e anche di altri. Esattamente come in una guerra. Ma anche qui, c’è chi rimane attonito e chi cerca l’altro, si informa, si muove, comincia a pensare come e con chi uscirne, perché non è mai lo sforzo personale quello che fa vincere una guerra, ma neanche una battaglia. Una delle prime lettere che abbiamo ricevuto questa settimana è di un “allevatore di formaggi” (così vuol essere chiamato) che invita a far bene ognuno la propria parte. Che è già una gran cosa, a dispetto di chi impreca perché il Governo non fa quello che ci si aspetta.
Può darsi che sia così, lo vedremo, ma intanto non sta succedendo come in Canada o in America dove alle prime avvisaglie di nubi sull’economia si procede al licenziamento in massa, poi si vedrà con chi ripartire. Per questo e per questi fatti che ho voluto raccontare, penso anche che siamo un grande Paese che nei momenti più difficili riesce a dare il meglio di sé, magari anche attraverso i propri figli.
Fra pochi giorni è Pasqua, giorno della Resurrezione e, volenti o nolenti, abbiamo percorso un tratto di quel Golgota. Che forse ci ha cambiati o forse no. Ma siamo esattamente come quella gente smarrita e incredula, che man mano ha maturato una certezza: nulla è nelle nostre mani. E anche questa, in fondo, è una speranza.
Paolo Massobrio
DIARIO DI VIAGGIO
1° APRILE - PERCHE’ DI UN DIARIO
Il tempo vola, a quanto sembra, e anche più velocemente di prima se si resta attaccati al computer come succede a me, con una cadenza precisa di orari che si protraggono fino alla mezzanotte. E dire che nell’altra vita (quella pre-Coronavirus), si stava al video metà del tempo, diviso com’era fra riunioni e prove al ristorante. Il tempo, così, sembrava quasi più lento. In ogni caso in questa vita, che non è poi così male, abbiamo imparato ad usare Zoom, una piattaforma che mette in contatto anche 100 persone, per facilitare dialoghi ed incontri. Ed è un modo per sentirsi vicini, che certamente cambierà anche il metodo di lavorare quando torneremo in pista.
Durante una di queste call collettive m’è capitato di ascoltare un ragazzo, colpito dal Coronavirus, rinchiuso in quarantena nella sua stanza che ha dichiarato la necessità di scrivere un diario delle sue giornate, apparentemente tutte uguali. “Perché l’ho fatto? - si è chiesto – per scoprire, alla fine di ogni giornata, quanti doni uno riceve che prima manco considerava”.
Mi ha illuminato questa considerazione, perché in fondo, questo diario compilato da 30 anni ha la medesima pretesa: accorgersi di ciò che accade e giudicarlo. Perché se di ciò che ci succede non si trattiene il valore, ogni cosa passa. Passerà anche questo momento, ma che peccato se un sacrificio purificante non ci cambiasse un poco. E in meglio s’intende.
LA FOLGORAZIONE DI GUIDO PORRATI
E’ bastata una mail di quel geniaccio di Guido Porrati, titolare della boutique del gusto Parlacomemangi di Rapallo, per riaprirci gli occhi sul tema della Colleganza. Guido ha messo in piedi un servizio di delivery efficace e subito lo abbiamo intervistato perché altri suoi colleghi potessero ispirarsi per immaginare un’iniziativa simile. Così uno pensa (nell’altra vita magari era così), ma il know-how è mio, perché devo raccontarlo? E invece Guido mi ha inviato questo messaggio: “Oggi con la telefonata hai fatto un meraviglioso regalo a mio papà per i suoi 86 anni. Ti voglio bene Paolo mio”.
Eccola l’essenza della Colleganza: essere felici perché altri possano lavorare. E mi è venuta in mente una frase di Cesare Pavese che più o meno dice: “Se sei presente tutto è gioia, se non ci sei, tutto è noia”.
2 APRILE - ESCE IL SOSTENISARIO
Giornata piena di iniziative quella di oggi, perché esce una sezione del nostro portale proiettata nel futuro. Si chiama IL SOSTENIsario, nome che racchiude in sé i principi di sostenibilità, ma anche di sostegno. Per realizzarlo si è costituito un gruppo di professionisti, nato in seno a Golosaria, che si è dato il nome di Revolù. Eccoli: Andrea Musmeci di Rushnet per la formazione digital; Paolo Beleù, Giovanni Biondani, Giovanni Salvati, architetti di Design E.0, per i progetti legati a interni, compresa la sanificazione e il condizionamento acustico. Roberta Ricci, Maria Grazia Terlizzi, avvocati, Umberto Valvassore, communication & marketing manager, del gruppoi Bgrow per la consulenza legale e marketing. Dietro c’è poi il lavoro di Silvana, di Alessandro e Fabio, che hanno iniziato a coordinare e anche a cercare storie interessanti in seno al mondo di Golosaria. Ne è uscito uno spaccato interessante e subito i giornali hanno preso al volo la notizia, come Italia Oggi, che ha pubblicato un articolo su di noi.
PAPILLON. E anch’io mi sono trovato proiettato in un altro mondo, ad affrontare i temi della qualità dell’aria, ma anche dell’acustica in un locale; dell’illuminazione o della comunicazione attraverso i social, seguendo le dieci lezioni brevi di Andrea Musmeci (questo il link). Un bel salto in avanti, che aiuta a tener desta la mente.
SIAMO IN GUERRA?
Il paragone più diffuso quando si parla del Coronavirus è con la guerra. “Solo che il nemico è invisibile” è il tormentone che si sente sui giornali e nei commenti della gente. Così ho rispolverato un racconto di tanti anni fa, una storia verosimile ambientata al mio paese, Masio, ai tempi della resistenza partigiana. Monica e Beppe di Studio 2 me l’hanno impaginato ed è venuto fuori un e-book di 13 pagine, che si legge tutto d’un fiato, perché non mancano i colpi di scena davanti all’imprevisto. Ma come reagivano allora le persone (penso alle mie zie, ai nonni…)? Reagivano in qualche modo, aggrappandosi all’istinto di sopravvivenza e alla Provvidenza.
Alla sera, quando ho ricevuto il mio racconto impaginato l’ho mandato a 400 amici che ho sul cellulare. Ed ho ricevuto almeno 200 messaggi che mi hanno tenuto sveglio fino all’una di notte. Mi ha scritto Mario Sala, che pochi giorni prima aveva fatto la stessa cosa con “La vera storia del signor Giuseppe”; mi ha scritto Antonio Santini, ringraziandomi perché sua mamma Bruna, quel giorno, compiva gli anni, coeva della protagonista della mia storia.
E tutti quei messaggi che non mi han fatto prender sonno, subito sono diventati ancora più efficaci di una chiacchierata su Zoom. E’ la prima volta che provo il piacere di regalare un racconto per mettere in moto un pensiero.
3 APRILE - I PENSIERI DELLA SERA
Intanto prosegue l’attività sul sito, con i pensieri della sera. Uno che mi ha molto colpito è stato quello di Giovanni Panzeri, che ha raccontato questi giorni di isolamento in maniera commovente. La ricetta della sera che più è stata seguita è la focaccia alla ligure di Francesca Settimi accanto alla piadina senza lievito di Dora e Marco Magi da Riccione. Poi c’è il video quasi virale del nostro Maurizio Lega da Bordighera, in mezzo ai fiori e agli alberi dei grandi giardini, anche se il video più seguito in assoluto, alla fine, è stato quello di don Lucio Guizzo (e non era scontato). Così lui si è proposto per farne un altro per il venerdì santo, che introduce un video più complesso ma che rapisce, di don Giussani. Per Pasqua Enrico Cavalli ci farà ascoltare un brano di musica classica, mentre le Monache Trappiste di Vitorchiano hanno promesso una sorpresa. Poi ci sono gli auguri dei personaggi celebri: Luca Doninelli, Tessa Gelisio, Giacomo Poretti, Antonio Ricci, Evelina Flachi sino a lunedì. Insieme impareremo ad usare il barbecue, ma anche a fare il croccante e la torta pasqualina. Giovanna Ruo Berchera, la nostra maestra di cucina, preparerà il cosciotto di capretto farcito, mentre Lisa Casali andrà sul recupero degli avanzi.
Quanta ricchezza, avendo materiale che già riempie la settimana dopo Pasqua dove è evidente che saremo ancora in casa. E quanta partecipazione. Devo dire che le giornate sono diventate molto intense e ricche. E tutto questo diventerà per noi qualcosa di prezioso, domani, quando sarà bello ricordare come ci siamo fatti compagnia.
4 APRILE - SVUOTA CANTINA N. 3
Il sabato è comunque sabato e per evitare di confondere le giornate, bisogna darsi un ordine, una regola, anche della nostra piccola comunità di tre persone. Dunque il sabato è dedicato alla cantina e poi all’assaggio delle bottiglie dimenticate, che ogni volta riservano sorprese inimmaginabili. Questo pomeriggio ne tasterò 50, raccontando poi l’esito sul Golosario.it, mentre l’ottima Letizia Zanone ci regala una puntata dell’Ascolto del Vino con tutta la sua famiglia, proprio per dimostrare che tutti possono provare a dir la loro davanti a un calice. Basta avere un metodo.
Fra le altre regole che ci siamo dati c’è quella di seguire una dieta, con le indicazioni precise su colazione, pranzo, spuntino del pomeriggio e cena. Il vino è relegato, quindi, solo al sabato e domenica (e in abbondanza). Ma il bello di questa dieta della nostra Raffaella è che la domenica risulta completamente libera, per cui diventa una festa, quasi una conquista, cucinare un piatto che ci piace e che abbiamo desiderato per l’intera settimana.
5 APRILE - IN DIALOGO CON MARIO CALABRESI
Anche Mario Calabresi è connesso in continuazione e dalla sua casa di Milano, solo, coordina un lavoro molto bello, ovvero le storie di questo tempo pubblicare sul sito www.mariocalabresi.it; quindi le dirette via Facebook sulla sua pagina, nella rubrica CASABRESI che va in onda la domenica pomeriggio, il martedì e i giovedì. E questa domenica mi ha voluto come ospite, insieme ad altri quattro, per raccontare quel che vedo nel mio mondo, fatto di vignaioli, produttori di cose buone, cuochi. Ora, anche qui è stato interessante veder scorrere i commenti della gente, durante l’intervista, dialogare su una situazione che rischia di paralizzare tante attività, che pure abbiamo stimato. Al termine dell’intervista Mario poi mi ha chiesto di raccontare di Raffaella e Beppe Bologna che hanno deciso di piantare una nuova vigna di Barbera a Rocchetta Tanaro.
Mi sembra come quando i barbari mettevano a ferro e fuoco i territori di conquista e gli abitanti superstiti, per segnare un periodo di pace, ripiantavano la vigna. Il barbaro dei nostri giorni si chiama Covid, ma il gusto della pace è desiderato oggi come allora. Anche perché le vittime sono davvero tante e fra coloro che sono finiti in terapia intensiva, l’uscita, spesso, si porta dietro qualche segno che un po’ gli condizionerà la vita.
Alla sera, prima di cena, mi richiama Mario, soddisfatto della puntata andata in onda: “Ci hanno seguito 30 mila persone” mi racconta. E fra me penso che questo è il raccolto dell’onesta e della seria informazione. Quella che mi ha fatto vedere Mario Calabresi, quando ebbi la fortuna di averlo come direttore della Stampa, e ancora oggi, in questi giorni, dove diventa ancora più preziosa quella cosa che si chiama amicizia.
6 APRILE - LA NOSTRA GUIDA AL DELIVERY SU STRISCIA
Riprende la settimana con i suoi ritmi: la messa di papa Francesco alle 7 del mattino, il pranzo all’una. Poi la ripresa alle 15 fino alle 19 circa. Ci si sente coi collaboratori attivi, con Marco Gatti, con qualche amico e con i delegati dei Club di Papillon. Ogni tanto, almeno due volte al giorno, suonano alla porta per consegnare un pacco: vino da degustare, la colomba di Fiasconaro e dell’Antica Corona Reale, ma anche le marmellate e i biscotti (oltre alla colomba), davvero eccezionali di Anna Lafisca di Fanzolo che presto racconterò perché era tanto tempo che non assaggiavo prodotti di qualità così elevata. Arrivano notizie sugli amici, che stanno lentamente uscendo dalla positività (come sono cambiati i significati dei termini…); ci si collega con i figli, a Milano e a Barcellona e si prosegue con solerzia. Ad un certo punto, alla fine di Striscia la Notizia, Gerry Scotti e Michelle Hunziker fanno vedere in video la copertina della nostra guida al Delivery invitando a sostenere il mondo della ristorazione. E subito si accendono i messaggi su What'sApp. Il sito viene travolto di visite tanto che dopo un quarto d’ora va in crash. Chiamo subito il tecnico che mi dice “Ma non lo sapevate che arrivava una sberla del genere?”. Dopo pochi minuti Mirko di Bluedog riesce a rimettere in piedi il sito e Alessandro mi informa che i numeri sono pazzeschi: 1000 persone collegate in un minuto.
Dopo un’ora frenetica dove devo rispondere ai messaggi, chiamare Marco Gatti che resta anche lui sorpreso per postare sui nostri social la notizia, finalmente cala il silenzio e il sito è nuovamente navigabile con facilità. Scrivo ad Antonio Ricci non solo per ringraziarlo ma anche per raccontargli che succede dopo una notizia del genere. E anche questa sera farò fatica a prender sonno. Però che carezza deliziosa rappresenta l’amicizia.
7 APRILE - LA ROBIOLA SOSTENUTA E GOLOSARIA MONFERRATO VA A SETTEMBRE
Oggi bisogna scrivere La Circolare, rispondere alle lettere che sono sempre tante e scrivere anche tre articoli: per Avvenire, per il Sussidiario.net e infine per La Stampa, con la scelta dei miei 12 vini per la Pasqua. Ma intanto la nostra iniziativa del SOSTENIsario desta sempre più interesse. Ne parla Andrea Guolo sul portale Pambianco, mentre i giornali locali riprendono il nostro ennesimo comunicato che Golosaria Monferrato cambia data: due week-end a settembre. Ma tutto è sospeso e non ci sono più i commenti dello primo spostamento di data.
Mi arriva poi l’appello del Consorzio della Robiola di Roccaverano che invita a comprare il prodotto, perché le aziende rischiano di rimanere ferme. Mi attivo, faccio chiamare il presidente del Consorzio per un’intervista, pubblichiamo un articolo accorato, ancor più per un formaggio che proprio in questa stagione raggiunge l’apice della sua qualità. Insomma ci diamo da fare, salvo poi ricevere messaggi di gente che, fidandosi di noi, ha chiamato i produttori indicati sul sito scoprendo che alcuni non avevano intenzione di fare spedizioni e consegne. A quel punto apro la homepage del sito del Consorzio e mi appare il messaggio della festa della robiola; in un angolo il pulsante con l’elenco dei produttori. E qui mi arrabbio. Andrea richiama il presidente e gli fa presente l’imbarazzo, io sento il loro addetto stampa che si rende conto che non bastava fare un comunicato scritto bene. In poco tempo aggiustano il tiro e con soddisfazione, dal nostro portale, notiamo che oltre 650 persone hanno letto il nostro post, solo oggi, magari ordinando un po’ di robiole, come ci scriverà Maresa nella lettera pubblicata in seguito.
Ecco perché abbiamo fatto il SOSTENIsario. Per evitare questo pressapochismo che vanifica ogni sforzo. Ma è mai possibile che nel 2020, con una realtà che certamente avrà ricevuto contributi per attività di promozione, ci si trovi a questo punto? Ma quale logica può avere scrivere un comunicato e non verificare le conseguenze, per scoprire dopo che 4 dei produttori indicati non fanno neanche produzione. Ma il negoziante o il consumatore che si è fidato di noi e chiama si demoralizza… oltre a pensare che lo abbiamo preso in giro. Nella nostra guida al Delivery e nel nostro post abbiamo tuttavia pubblicato i nomi di chi non produce o non fa consegne, e la situazione un poco si aggiusta. Il mondo contadino che vogliamo però non è quello che rimane fermo e non si preoccupa di tutti i passaggi necessari per ottenere soddisfazione. Oggi un bravo produttore deve saper comunicare, ancor più in situazioni dove vengono annullati i mercati e viene limitata la mobilità. Avranno imparato la lezione, oppure il massimo sarà pensare alla prossima sagra della robiola?
8 APRILE - MA LE MONETE SONO ESENTI DAL CORONAVIRUS?
Il quarto aggiornamento della Circolare è pronto anche questa settimana. Nel mio articolo che esce su Avvenire faccio una riflessione banalissima, insieme ad altre che denunciano una schizofrenia istituzionale: ma perché nessuno ci parla del virus che rimane o no sulla superficie delle monete o delle banconote? Perché non dire che qui si sarebbe d’obbligo utilizzare la carta di credito, che si può facilmente sanificare, mentre le monete passano di mano in mano. Sembra una banalità imporre tutto questo ora (e solo ieri si pensava il no ai contanti per combattere l’evasione). Invece sembra che il problema dei problemi sia la distanza di sicurezza al ristorante o al bar. Vabbè. Ecco il link al mio articolo odierno.
Buona lettura!
LE LETTERE DELLA CIRCOLARE
SE OGNUNO DI NOI FARA’ BENE LA SUA PARTE…
Gentili,
grazie per la cortese comunicazione ma, soprattutto, grazie a Marco e a Paolo (a cui chiedo cortesemente di inoltrare il messaggio) per l'iniezione di fiducia rappresentata da questa citazione. L'indicazione delle eccellenze de tenere in dispensa va nella direzione di una saggezza antica: i "vecchi" hanno sempre detto che se le cose vanno male il corpo non deve soffrire, ma in momenti eccezionalmente gravi come quello che stiamo vivendo, ricevere un tale atto di stima fa bene anche al cuore ed allo spirito.
E aiuta a "tener duro" per noi, per i clienti, e particolarmente per i produttori perché meritano anche loro il più grande sostegno. Se ognuno fa bene la propria parte, allora ce la faremo!
Un forte abbraccio a tutti
Carlo Fiori - Guffanti Formaggi - Arona (NO)
E’ così Carlo, c’è bisogno di riscostruire quello che fino a ieri chiamavamo la filiera, che vuol dire mettere in fila ogni anello della catena perché torni la circolarità economica che ora è stata spezzata. Ma c’è bisogno esattamente ciò che dici tu: “Che ognuno faccia la sua parte”. E devo dire che al di là di ogni critica, nel Palazzo, governo e opposizione hanno convenuto di prendere provvedimenti perché questa catena si ricostruisca in fretta, con fiducia. Ognuno potrà dire che è stato merito suo, ma è patetico avocarsi meriti durante un’emergenza come questa. E allora i medici cosa dovrebbero dire? Sono proprio loro caro Carlo, che ci insegnano che ognuno deve fare la propria parte.
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SCOMMETTERE SULLA BELLEZZA?
Caro Paolo,
ti ringrazio per questa Circolare che raccoglie il mio animo di quesì giorni, anche attraverso la mestizia per la morte di Mauro Berretta, un’amicizia nata nelle giornate di resistenza umana, che diventava sempre più vera ad ogni nuovo incontro.
L’altro pomeriggio quando ci hai spronato su WhatsApp per produrre il “pensiero della sera” mi ero messo a scriverti qualcosa, ma poi non l’ho mandato, come uno scolaro che non interviene per paura di non dire cose che valgono. Ma te lo invio adesso.
“
Le vicende di questi giorni, le testimonianze di molti medici ed infermieri che lottano con una passione non scontata per l’altro, sofferente, impaurito, disperato, che sta davanti loro, mi hanno fatto riflettere: che cosa anima queste persone? Mentre parlavo con alcuni amici per telefono che sono ammalati e cercavo di dire parole di conforto mi ha sorpreso la mente la frase che Dostoevskij mette in bocca al principe Miškin nell’Idiota quando afferma: “La bellezza salverà il mondo”.
Penso che i medici e gli infermieri lottino per i loro ammalati con questa convinzione, quando, superando le remore che ogni giorno ognuno di noi vive, stringono la mano dell’ammalato prima di lasciare il turno, con un sorriso e a volte sussurrando: “
Pregherò per Te” .
Ma più banalmente mi chiedo perché molti amici hanno deciso di risistemare un ripostiglio in disordine o di imbiancare la propria casa , e alcune amiche che non avevano mai tempo di cucinare si sono messe ai fornelli per preparare qualcosa di diverso e di bello da portare in tavola , dedicando cura e attenzione per preparare bene la tavola, se non per la passione ritrovata del bello, imitando un po’ quello che facevano gli alpini come raccontava don Gnocchi durante la campagna di Russia (è stato un “pensiero della sera”), segregati in trincea, per un anno cercavano di abbellire per quel che potevano quello spazio angusto che era diventata la loro abitazione. Perché? Se non per un amore alla bellezza. Che cosa può salvarci dalla paura e dall’angoscia, se non la bellezza di quello che abbiamo vissuto e che vogliamo ancora vivere”.
Ciao Paolo
Luigi Camana – Mortara
Grazie caro Gigi, io credo che questa settimana sia l’occasione per domandarsi cosa vogliamo veramente, cosa desideriamo in fondo. Anche la strategia editoriale del nostro sito internet, in questi giorni, va in quella direzione, tenendo presente tutto: la cucina che si prepara a una festa, ma anche chi può aprirci mente e cuore su un fatto accaduto nella storia, che ha segnato la compagnia di Dio all’uomo, manifestata lungo 33 anni. Tutto questo ci farà più ricchi. Io vi chiedo scusa per i miei solleciti continui, le mail, i messaggi su What'sApp ai Delegati. Ma penso che dobbiamo cogliere l’occasione per vivere davvero insieme un’esperienza che già ora, vivendola, ci sta cambiando. E ogni volta che mando un messaggio so già che alcuni volteranno il pensiero altrove, alle proprie giuste cose, alla scala di valori di ciò che è importante o meno. E’ legittimo che sia così. Noi, fra un pensiero della sera, una ricetta, un aiuto all’economia del gusto in termini di segnalazioni, abbiamo scelto di condividere qualcosa che riguarda proprio la bellezza. E che peccato se ci si gira da un’altra parte.
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UNA CARICA DI POSITIVITA’
Grazie Paolo,
seguo sempre, e ancor più in questo periodo, la vostra inesauribile carica di
positività. È un grande esempio per tutta la nostra comunità, che si trova spaesata
di fronte ad una situazione sconosciuta e... ahnoi! gestita maldestramente (per usare un eufemismo) dal governo e spesso anche dai media.
Grazie di cuore e felice di trovarvi come ho sempre pensato che foste, geniali
sempre al passo con i tempi!
Buon lavoro!
Isi Coppola – Rosolina
Cara Isi, che piacere ricevere tue notizie, sentirti vicina. A volte basta solo un semplice messaggio, una mail, per destare la sensazione che ci siamo, dopo esserci incontrati. Ci siamo per cosa? Per vivere, per evitare la solitudine, per continuare a confrontarci. Per scoprire che si può riscostruire la fiducia, in noi e nella gente.
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IL SOSTEnisario CHE SEGUIRO’
Grazie del vostro sostegno.
E' importante sentirsi considerati e valutati in un momento in cui si sta soffrendo.
Oltre alla reclusione forzata, subiamo anche la mancanza di un sostegno economico adeguato. Sicuramente guarderò i vostri link con grande attenzione.
E' bello non sentirsi soli.
Un saluto
Ornella - Osteria La Piccola - Sestri Levante (GE)
Sì Ornella, la prima cosa che abbiamo fatto è non stancare mai di cercarci, fra professionisti che si sono stimati. Il SosteniOSTENIsario è questo dialogo quotidiano fra architetti, avvocati, comunicatori, per offrire a voi un’ipotesi di ripartenza, adeguata alla realtà che si presenterà. Fai bene a seguirci. Il nostro è, come dire, un tentativo, che però parte da una assicurazione molto forte: insieme diventa più semplice trovare una strada.
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IL TUO RACCONTO E’ UNA PEDATA FURTIVA DELLA STORIA
Caro Paolo,
ti ringrazio dell'affettuoso e gradito pensiero (e ringrazio i tuoi collaboratori in indirizzo che mi hanno trasmesso il racconto). L'ho letto subito, con gioia, e mi permetto di inviarti, a seguire, un rapido e istintivo commento.
Un racconto breve e intenso. In poche pagine e nel contesto della grande storia, Massobrio ci offre la sua opera come un grande affresco, dove risaltano i personaggi nella loro naturale, persino infima, umanità, e risaltano lo spazio, l'ambiente fisico, la terra. E queste sono le caratteristiche peculiari del Massobrio giornalista, affabulatore, scrittore che abbiamo apprezzato in tutti questi anni. Insomma, per dirla con il grande scrittore Gesualdo Bufalino, nelle narrazioni di Massobrio ci sono "Le pedate furtive della storia".
Grazie ancora e un forte abbraccio.
Salvatore Vullo - Torino
Salvatore la tua recensione simpatica del mio racconto ambientato negli anni della guerra al mio paese, mi ha reso felice. Hai usato la parola gioia. Proprio per questo l’ho inviato a una serie di amici storici, quelli con cui avrei voluto incontrarmi in questi giorni, per prendere un caffè’ e raccontarci la vita. Qui ho voluto raccontare che talvolta l’imprevisto pende verso il negativo, ma anche il positivo. Ed è la vita, che ci vuole sempre vigili, sempre attenti per capire dove sta, in fondo, la nostra soddisfazione. P.s. Chi ancora non lo avesse letto, può scaricarlo
qui.
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DOVE NASCE LA CREATIVITA’ IN MOMENTI COME QUESTI?
Carissimi Paolo e Marco, grazie di cuore!!!!
Anche noi vi vogliamo bene.
Il mio papà è stato ricoverato in ospedale con la polmonite bilaterale da Covid-19, è stato attaccato al ventilatore per tantissimi giorni ed ha rischiato di essere intubato. Abbiamo ricevuto una grazia dal Gius: ce l’ha fatta ed è tornato a casa. Quando è sceso dall’ambulanza e ci ha visti da lontano ci ha detto: siete bellissimi! Anche il nostro locale come tanti è per metà fermo, i catering non ci sono e tutti i clienti ci hanno sospeso i pagamenti. Ma la grazia più grande che ho ricevuto è la consapevolezza ancora più chiara che non ha senso fermarci, abbatterci, anche se si fa fatica! La vita ha un senso più grande, direi Infinito!
In questi giorni anche noi ci siamo lanciati nel delivery. Tutti i nostri dipendenti sono a casa e noi con le nostre figlie ci stiamo muovendo per farci venire idee: burger Qdg, aperitivo a casa vostra! E…. pizza gourmet a domicilio!!!!!! Anche le ragazze sono “uscite fuori” di più e ci stanno spronando con la loro creatività ch , come dice il Papa, è proprio “creatività dell’amore”… Ecco, esattamente come la vostra!!!!! Quindi ve lo ridiciamo con il cuore in mano: grazie e…. VI VOGLIAMO BENE ANCHE NOI!!!!
Donatella e Mario, Elisa, Simona e Daniela
Sei come sempre solare cara Donatella. Però se ci pensiamo bene, noi dobbiamo fare così, dobbiamo fare questo. Lo dici tu stessa: per i nostri figli, che allora sprigionano una creatività impensabile. Io credo che abbiamo bisogno di persone che si possano guardare in momenti come questi. E guardandole, succede qualcosa. Come anche tu ci hai raccontato. Siete bellissimi!
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I CONTADINI CUSTODI DEL CREATO
Carissimo Paolo,
ho letto con attenzione la tua Circolare e condivido il tuo pensiero.
Vorrei solo, ancora, sottolinearti l'importanza della tutela dei territori, che solo i contadini ai limiti della sopportazione rimangono a presidiare.
Io, come altri ultimi dei moicani, testimoniamo veramente il Creato. Con le nostre mani, con gli occhi, tuteliamo la Grande Bellezza di ogni dove.
Tu, Paolo, continua con la tua penna a descrivere la vera cultura che ci è stata tramandata dai nostri padri, che la mia generazione non è stata capace di trasmettere ai suoi figli, in particolare la Famiglia. Prima cellula di società e stato.
P.S: condivido il Sostenisario, mi attiverò su tutto.
Grazie!
Vittorio Beltrami – Cartoceto
Grazie Vittorio per la tua lettera vergata a mano, che tua figlia mi ha trasmesso. Conservo il ricordo di quando ci siamo visti prima di Natale, nella tua bottega, con la tua famiglia. Ogni volta che ci vediamo mi colpisce di te il silenzio, perché quando ci si incontra, a volte, è un momento già pieno, già solenne di per sé, che le parole possono solo banalizzare. Quello che tu scrivi in queste poche righe, del resto, è così evidente quando si viene a Cartoceto. Lo è attraverso il sorriso di tua figlia Cristiana, la tenacia di tua moglie, la tua burbera bontà di un uomo legato profondamente alla sua terra.
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LA CUCINA E LE TRADIZIONI BIELLESI
Tradizione significa ricordare, che vuol dire possedere. Le cose che si possiedono ci sono care, ma ve ne sono alcune come le tradizioni culinarie che sono state possedute dai nostri avi e ci sono state tramandate. Questo è un possesso senza limiti di tempo e, con il passare degli anni, diventa collettivo: quindi questo patrimonio del sapere non si deve dimenticare, ma riscoprire. Il mondo va avanti con i suoi progressi, ci offre una vita sicuramente più comoda ma, purtroppo, con parecchi lati negativi. Sta a noi, e ne abbiamo la possibilità, procurarci qualche spazio piacevole, divertente e rilassante.
La cucina tradizionale ci permette, attingendo al bagaglio del nostro territorio, innumerevoli “piatti” di una volta che erano cucinati nelle famiglie allora “patriarcali”, quando i soldi scarseggiavano e le donne di casa erano costrette a inventare ogni giorno. Cucinando questi piatti antichi, se si ha l’accortezza di prepararli con ingredienti sani e reperibili nel loro periodo ottimale, si risveglieranno colori, sapori e aromi che i nostri predecessori anno lasciato, trasmettendoli di generazione in generazione, senza che noi ci accorgessimo. Cerchiamo di non dimenticare questa ricca memoria del passato attraverso la buona cucina. I turisti che avranno il piacere di riscoprire queste chicche biellesi, non dimenticheranno e, con il passa parola torneranno con altri amici
Bianca Rosa Zumaglini – Biella
Cara Bianca, alla tua lettera sono seguite poi dieci ricette, una più curiosa dell’altra. Questa settimana ne presenteremo una, la zuppa di ajucche, che racconta di quella povertà creativa che tu hai visto da testimone, nell’arco di quasi un secolo di vita. Grazie per quello che ci trasmetti e per i tuo entusiasmo infinito che ci pone una domanda essenziale su cosa sia, in fondo, la giovinezza?
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LA GENTE HA VOGLIA DI TORNARE ALLA NORMALITA’
Ciao Paolo e Marco. Grazie per essere sempre vicini alla ristorazione.
Ho visto soltanto ieri sera il "golosario delivery", così importante in questa situazione ingarbugliata. Mi sarebbe piaciuto farne parte. Peccato non mi sia arrivata alcuna notizia prima. Avevo il "tutto esaurito" per il giorno di Pasqua e molti clienti hanno mantenuto il desiderio di pranzare coi miei piatti, a casa. Questo mi fa sperare che la gente abbia voglia di tornare alla normalità e godere di quegli attimi di serenità di cui si ha sempre bisogno.
Una carezza Paolo
Alessandra – La Grangia di Settala (Mi)
Cara Alessandra, figurati se non vogliamo la Grangia fra i nostri ristoranti. Lo abbiamo inserito subito, martedi, tanto la scia di Striscia la Notizia è ancora lunga e la consultazione della nostra guida prosegue. Ai ristoranti del Golosario abbiamo inviato due mail con il form da compilare, ma probabilmente c’è stato qualche inghippo. In ogni caso siamo felici di annoverarti fra i nostri, al pensiero della tua trippa e della casseoula della scorso ottobre. Wow!
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GRAZIE PER LA SEGNALAZIONE DELLE ROBIOLE!!!
Buongiorno Paolo e Marco grazie per quello che state facendo per noi e la nostra categoria! Vi metto al corrente di una iniziativa. Abbiamo provato a chiedere una grande consegna all’agriturismo San Desiderio di Monastero Bormida (compreso Robiola di Roccaverano visto vostro Sos per tutti i produttori). Abbiamo stabilito che loro consegnano a noi il Lunedi e noi grazie alla possibilità di fare consegne in Italia e a Monaco e Francia ci prestiamo a portare la loro merce direttamente nelle case di Montecarlo e Mentone. Non ci guadagnano nulla, anzi, ma almeno proviamo a fare vivere economia di produttori seri. Loro preparano già i pacchi per ogni cliente così noi non tocchiamo nulla, tutto con massima attenzione all'igiene. Lo facciamo per dare una mano ad aziende come queste. Non lavoreremo, ma almeno aiutiamo qualcuno. Buona Pasqua!
Maresa - Dolceacqua (Im)
E poi arriva sempre qualcuno… come te, che lancia il cuore oltre l’ostacolo o, in questo caso, oltre il confine. Quello che ci scrivi, circa la tua iniziativa a favore della Robiola di Roccaverano, ci riempie di gioia perché va nella direzione della Colleganza, che è quella parola che descrive l’impegno della nostra community nel tempo a venire. Abbiamo raccolto l’appello dei produttori di Robiola, ci siamo permessi di suggerire al Consorzio di rimettere a posto il sito internet e quando abbiamo comunicato questa opportunità c’è stata un’adesione sopra ogni aspettativa. Quindi ci consola sapere che c’è gente come te, dietro a questo sostegno per la produzione di qualità. Grazie infinite Maresa.
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AVETE CAPITO CIO’ CHE SERVE
Ciao Paolo! Ma che bello!!! Oggi papà è un’altra persona, e noi pure. Grazie, grazie, grazie per questa iniezione di energia che ci avete regalato, bravissimi. Avete capito e interpretato benissimo quello che serve ai ristoratori in questo momento.
Paola Bertinotti - Borgomanero
Il filmato sugli agnolotti del Presidente che abbiamo postato lunedi, in realtà è un regalo che avete fatto voi a noi. E anche la telefonata di Piero è stato un toccasana che ho voluto riprendere in un articolo che è uscito su IlSussidiario.net proprio oggi. Te lo segnalo in questo link, perché racconta tante belle storie. Un abbraccione e buona Pasqua!