Non sono un vero uomo come voi.
Io ho paura di questo virus.
Io non sono un duro come voi.
Durante il mio lavoro la paura mi fa piangere, capita.
Non sono invincibile come voi.
Ogni attimo mi sento la febbre, sento se ho sintomi.
Non sono un figo come voi.
Io quando non lavoro sto a casa.
Non sono un imprenditore come voi.
Io vivo il momento per aiutare e servire il prossimo.
Non sono come voi.
Faccio solo il mio dovere come uomo e cittadino.
Non fate gli irresponsabili.
Fate solo male alla comunità.
Andrea
Questo post l’ho trovato navigando su Facebook ed è di una persona di Cremona di cui abbiamo una grande stima. Ha una bottega, dove produce una mostarda speciale che ogni anno assaggiamo a Golosaria. E’ il marito di Alice Contini, anche lei in prima linea a portare avanti la sua attività ereditata dalla famiglia. Ricordo ancora la mia prima visita in quella bottega e quel salame inenarrabile che mi portai a casa. Sono le storie del Golosario, racchiuse in un libro che stiamo lavorando proprio in questi giorni per l’edizione 2021, che dovrà vedere la luce, perché le storie che ci hanno illuminato possano risplendere ancora.
Certo non immaginavo di arrivare alla quarta settimana di aggiornamento della Circolare con il quadro ancor più fosco rispetto a quando iniziava questa storia. È passato oltre un mese ed ora si cominciano ad avvertire i segni della pesantezza. Alle mail collettive rispondono sempre di meno e così nelle chat comuni. E proprio quando avresti bisogno degli amici, cominci a sentire il freddo nelle ossa della notte buia. Dove siete amici?
Gli amici al bar che sono andati tutti via, perché quella non era la vita vera, era lo sfogo, il passatempo, e forse oggi non ce lo si può permettere. Quando qualcosa non gira come deve andare ci si ritira dalla scena, si va sottocoperta, stando a vedere come andrà a finire.
E come andrà a finire se tu non ci sei più?
Non so chi me l’ha detto, che non si può fare così, come se il giro sulla giostra potesse avere un termine a comando. Sei padre, amico, uomo di questo mondo che ha davanti il prossimo: ci sei senza possibilità di dimissioni e deroghe.
Questa è lezione che ci ha fatto Andrea, perché uno può anche piangere, ed è un atteggiamento nobile rispetto a chi cerca di rimanere indifferente a tutto e a tutti e chi s’è visto s’è visto... Nelle lettere che leggerete, se leggerete, ci sono esempi che non possono lasciarci indifferenti. C’è la lettera di Carlin che ci richiama a quel prossimo che è più isolato, quello dei barboni, così chiamati, e c’è quella del nostro amico Alejandro, in Venezuela, dove la situazione si è aggravata. Ci sono i ristoratori che non sanno più che strada prendere e devono resistere chissà fino a quando…e l’elenco potrebbe andare avanti, perché chi più ne ha più ne potrebbe aggiungere di storie che stanno segnando un dramma. Ora è il momento dove ci siamo tutti risvegliati di fronte a una realtà che presenta il conto nella sua crudezza. Però ci siamo. E questo esserci non può trovarci soli: sarebbe da vigliacchi.
Quando abbiamo iniziato questo viaggio dentro l’imprevisto, abbiamo esordito con quella frase di Romani Levi: “Siamo angeli con una sola ala”. La cruda realtà di oggi è anche questa: per non precipitare abbiamo bisogno dell’altra metà, che significa, come ha ben sintetizzato André, un’assunzione di responsabilità, senza essere per forza eroi. E’ tuttavia qualcosa di nuovo ai nostri occhi, che si può tentare di percorrere. Anche piangendo, ma aggrappati all’ala di un altro che forse un Dio ci ha messo accanto.
Paolo Massobrio
Prima del Diario e delle Lettere, una foto che ci ha inviato Arnaldo Cartotto di Chemp in Valle D’Aosta del Cristo che non c’è ma che è tutto in tutto e poi, nel giorno del suo compleanno, un poesia che l’amico Alberto Mina ha dedicato agli amici.
A san Giuseppe, custode della notte
La scadenza dell’IVA è come un monito, un neon incandescente nella notte,
mentre mi rigiro e calcolo il fiato
della mia sopravvivenza.
La luce bluette del pc
Resta accesa, palpitante, nel buio Disordinato della stanza,
Quando tutto sembra capovolto, e la tenebra si spande come lava
Sul contorno luminoso delle cose.
Non so bene dove dirigere lo sguardo, ma tu sei qui, nei pressi.
Presenza di silenzio,
Rigeneratore di imprevisti.
Stai all’erta, senza far rumore.
Apro nuovi file, seleziono graduatorie, Incrocio dati a vanvera in excell,
mi sento affranto dalle mie versioni diurne,
sospendo la ricostruzione degli antefatti,
obbietto al flusso delle memorie oscene - in quest’ora buia
dove il nulla sfoga i suoi ricatti.
A te precursore di tutti noi,
padri fittizi veramente figli,
lavoratore autonomo braccato dall’Impero, salve!
Granito di silenzio nella segreta stanza, emigrato regale, forsennato camminatore, inverosimile custode dell’universo.
C’è un’ordalia qui, te l’assicuro, un’iradiddio di démoni: si schiantano sulla lamiera protettiva,
percuotono le intermittenze del mio sonno,
fracassano forsennati il marchingegno difensivo.
Per me c’è qui troppo rumore,
e tutto è invaso da un cattivo ardore.
Ma tu stai lì
tra gli spazi millimetrici dell’ombra; Non ti vedo bene, ma ci sei.
Lo so perché mi viene da parlare,
mi ricordo dei miei genitori,
del grido “pap’ e mamma!” per le scale,
dei pomeriggi assolati sulle strade, dei boschi e delle cose da mangiare.
Un piccolo moto dell’aria diventa un appoggio; tu non hai fretta, sei a tuo agio nell’essere.
È un istante, ti sento, mi risveglio:
Ecco, posso spiegarti tutto bene
quello che temevo sempre ed era stato così chiaro -
ma non c’è nulla e un dolce sonno viene.
14.04.2020
È crollato un ponte ad Albiano Magra, nei pressi di Aulla. E i giornali e le tivù si occupano anche di questa ennesima disgrazia, anche se per fortuna non ci sono vittime. Però la cosa mi colpisce perché pochi giorni prima avevo sentito Ginetto, il bottegaio di Barbarasco sulle Alpi Apuane ed era sereno in questa situazione in cui i clienti di un tempo sono tornati a far la spesa. Poi succede un imprevisto che lo porterà a un ulteriore isolamento, giacché Albiano dista appena 12 km dalla sua frazione del comune di Tresana.
Gino Gasperini ha 80 anni e la sua bottega è un gioiello, con alcune chicche del Golosario, ma soprattutto i testaroli, che ogni anno a Golosaria non manca di farmi avere. Parlando con lui di un tema che ci è caro, quello delle botteghe, mi dice che la ripartenza poi dovrà essere supportata, perché se mancano i gruppi di acquisto che servono a prezzi competitivi i negozi eroici come il suo, sarà difficile andare avanti facendo economie di scala.
Luca Raimondi, direttore del Sussidiario.net mi ha chiesto un pezzo su quello che sto registrando in questi giorni. Ed ho raccontato la storia di Piero Bertinotti e di Alessandra, due ristoratori rispettivamente del Pinocchio di Borgomanero e della Grangia di Settala che hanno avuto il sold out per Pasqua con il servizio di Delivery.
Ora, conoscendoli entrambi, sono certo che questo è il risultato della loro positività di fondo. Ma ho raccontato anche la storia di quei bottegai che dispensano consigli ai propri colleghi perché si possano organizzare davanti a un mercato che è mutato, dove paradossalmente hai tutta la città a cui fare proposte, basta solamente comunicarle. Tuttavia chi ha seminato oggi raccoglie, dove la semina si chiama rapporto col cliente e capacità di reiterare un racconto della propria attività. E allora basta un cenno e il passaparola inizia a produrre delle risposte. Certo non è facile e la data del 23 maggio, ipotizzata per la riapertura condizionata dei ristoranti, è un peso che non tutti riescono a sostenere, ma non si può stare fermi, questo è chiaro ed evidente. Qui il link al mio articolo sul Sussidiario.net.
Inizia il triduo della settimana santa, con la via crucis del Papa realizzata dai carcerati della casa circondariale Due Palazzi di Padova, dove fanno le colombe e i panettoni della cooperativa Giotto. Un momento solenne, con Papa Francesco che non commenta, ma resta in silenzio come tutti, davanti al mistero che è contemporaneo più che mai in questa situazione. Sul nostro sito internet abbiano cercato di offrire tanti spunti, come la riflessione della sera di don Lucio Guizzo, anch’egli di Padova, che presenta un video di pensieri di don Giussani. E poi il pensiero di Antonio Ricci di sabato e di Giacomo Poretti domenica, accanto a ricette della Pasqua, assaggi di vino e quant’altro. Domenica ci arriva poi il regalo delle Monache Trappiste di Vitorchiano che per tutti noi hanno registrato un filmato che mostra come hanno vissuto il triduo. Ma per tutti è stato un regalo grande anche il concerto di Andrea Bocelli in Duomo, prima all’esterno e poi sul sagrato, che ha dispensato un senso di gioia.
All’accensione del barbecue il vicino di casa con il quale ci sono stati solamente dei rapporti fugaci offre un po’ di materiale per alimentare il fuoco. Ed io lo invito a brindare con una bottiglia di vino. C’è voglia di stare insieme, di mettersi in rapporto, di chiacchierare. Si moltiplicano le videochiamate su WhatsApp, dove ci vede in quei quadratini, quattro alla volta, coi capelli lunghi e qualche chilo in più. Non è mai stato così, ma il paradosso di questa situazione è proprio riscoprire il prossimo, che è qualcosa di speciale. Fino a ieri non ci si faceva caso, oggi rappresenta un contatto vivo che può cambiare una giornata.
Grazie Paolo per questi momenti di "disimpegno" e arricchimento mentale che tu e tutti del Club ci regalate giornalmente.
Oggi è il mio compleanno e certo è piuttosto triste non stare con la famiglia, figli nipotini sorella oppure con gli amici (ricordo un week-end splendido al Relais del Santo Uffizio nel Monferrato…. e poi tutti a mangiare il fritto piemontese).
So che ci saranno per me, per te, per tutti altre occasioni ma i ricordi dei bei tempi mi lasciano un po’ di magone. Comunque, stanotte ho potuto ammirare la grande LUNA e forse la vedremo anche stasera.
Che sia di buon auspicio per tutti noi comuni e deboli terrestri.
Buona Pasqua.
Isabella Cavazzini
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Caro Paolo,
sfogliando La Circolare ho letto le lettere dei tuoi amici che ti hanno inviato, mi è venuto il desiderio di scrivere due parole anch’io.
Quando ci hanno imposto di stare a casa per via del Coronavirus, in un primo momento sono rimasta sconvolta, quando poi giorno 13 marzo hai dato la comunicazione dicendo “Noi ci saremo” mi sono compiaciuta pensando che avremmo avuto la vostra compagnia.
È successo che tutti i vari momenti che ci avete comunicato: il pensiero della sera, le varie ricette, compresa una ricetta da realizzare personalmente, mi hanno spinta a comunicarlo ad amici e conoscenti.
È stato cosi che ho fatto conoscere la bellezza di ciò che sta accadendo. In seno al Club di Papillon con tutte le nuove iniziative; in particolare la guida al Delivery, le Botteghe della Colleganza, il SOSTENisario e tanto altro.
Questo fatto mi ha provocato a creare rapporti e comunicare le novità del CLUB, tutto ciò mi ha fatto riconoscere di appartenere a una bella storia di amicizia.
Non posso che ringraziarti per quello che fai e per la tua amicizia.
Giovanna Linguanti - Siracusa
Carissimo Paolo,
a noi vecchi soci del Club di Papillon, che viaggiamo con le vostre pubblicazioni alla ricerca di nuovi posti da scoprire e sperimentare, suona strano dover stare rinchiusi tra quattro mura in solitudine, ma ci consola sapere che è per il bene di tutti e che non siamo i soli a subire tutto questo. Sfogliando le tue guide da casa immaginiamo di visitare un giorno i luoghi descritti e ci consoliamo così...
Un abbraccio virtuale e te, alla tua famiglia ed a tutti i tuoi collaboratori:
A presto!
Paolo e Antonella Costa
Buongiorno caro Paolo,
io ho avuto il piacere di conoscere il grande maestro Bertinotti tra il 2010/11, conoscevo già Pinocchio di Borgomanero da anni perché passavo davanti al suo locale per raggiungere un caro amico in un paesino vicino. Un bel giorno ero con Giovanna e abbiamo deciso di pranzare lì; ho telefonato per prenotare, siamo entrati intorno alle 12,30 circa e siamo usciti dopo circa 3 ore. Lui come al solito è stato un grande.
Ci ha presentato la sua famiglia e ci ha regalato un suo libro con dedica. Abbiamo provato ad invitarli in Sicilia ovviamente ma non sono mai venuti; in varie altre occasioni ci siamo rincontrati, spero di poterci ritornare.
Buon giovedì Santo a tutti.
Salvatore Sipala – Siracusa
Buongiorno Paolo,
volevo solo ringraziarvi perché sto facendo il corso di Food marketing e sono
occasioni uniche per noi. Fermarsi sì, ma acculturarsi e programmare una
ripartenza intelligente.
Grazie ancora per tutto l'intrattenimento culturale.
Sergio Barzetti - ristorante Cucina Barzetti di Malnate (VA)
Grazie Paolo,
certo che la cuoca pugliese ha colto subito l'occasione per il reddito di cittadinanza.
La chiusura di Pasqua mi porta indietro di 43 anni, quando proprio nel giorno di Pasqua era morta mia nonna. Un ricordo tristissimo, ma noi non molliamo e teniamo duro. Siamo del Toro!
Un caro saluto.
Maurizio - Cravanzana
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Care amiche e cari amici, spero che questa mia vi trovi bene.
Da poco più di quattro giorni, come ben sapete, abbiamo dato inizio alle danze e ai preparativi di questo 25 Aprile. In questi giorni il riscontro che abbiamo avuto è stato straordinario: 2000 follower in sole 48 ore, più di 70.000 euro raccolti, moltissime adesioni su diversi canali e tante testate giornalistiche che hanno parlato di noi.
Nonostante i primi buoni risultati, però, di lavoro da fare ce n'è ancora tanto e richiede il contributo di tutti, nella coscienza che questo 25 Aprile deve testimoniare anche la nostra solidarietà verso i senza tetto e i molti che non hanno cibo in questo nostro paese e in questo particolare momento. Un 25 Aprile di liberazione e solidarietà: dobbiamo essere uniti nelle nostre diversità senza lasciare indietro nessuno. Le due settimane che ci aspettano possono quindi essere importanti per la nostra iniziativa, sia per la raccolta fondi che per la campagna di adesione. Mi piacerebbe che, in questo lasso di tempo, la campagna #iorestolibero sia sempre più viva e che ognuno di voi la faccia propria. Mi piacerebbe che i vostri social, i vostri pensieri tradotti su carta, le vostre canzoni e opere d'arte di ogni tipo, parlino al mondo di questa iniziativa, coinvolgano più gente possibile e raccontino che cosa significa per voi oggi resistere e "restare liberi".
Carlo Petrini
Oggi è un giorno speciale, per questo ho deciso scriverti. Dopo settimane di silenzio, fatica, per la situazione pandemia, dopo che ho sentito Papa Francesco questa sera ho capito il valore della speranza, il silenzio e il dolore che pensavo già di sapere. Che bello condividere tutto: dolore, morte e vita.
Noi stiamo bene, dopo un mese fuori e in quarantena lunedì scorso Alexandra è tornata a casa e siamo contenti ma ha sofferto molto, le ragazze (come un po’ tutti) fanno fatica a rimanere a casa, con un collegamento a internet molto instabile, solo 3 volte al giorno, e di acqua (grazie a Dio, perché abbiamo amici che arriva una volta alla settimana). Abbiamo tutto vicino e si utilizza poco la macchina, perché non c’è benzina, solo per medici (che devono fare fila per 6 ore) e militari.
Sono più preoccupato per amici, collaboratori e ex-allievi che vivono giorno al giorno. Se era già dura, viene ancora peggio riguardo al cibo, salute, trasporto, acqua, elettricità e comunicazioni. Però dentro tutto questo mi ha confortato vivere questa Pasqua offrendo anche il dolore fisico e la preghiera. Come recita l’ora media del sabato: Ci pensa Lui, sempre.
Alejandro Marius - Venezuela
Io ho sempre lavorato. Siamo riusciti ad organizzarci... è un periodo paradossale: da un lato questo dramma della morte, della sofferenza e della paura.
Dall'altro - quello che mi capita di vivere - un'intensità e una bellezza straripante, nelle giornate e nei rapporti. Spero e prego che non torni tutto come prima.
Alberto - Belluno