Più di 50 persone martedì sera hanno affollato la sala conferenze della Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, per il battesimo della nuova Delegazione di Biella del Club di Papillon, guidato da Arnaldo Cartotto.
E la sorpresa è stato il confronto fra
Michelangelo Pistoletto, artista di fama internazionale, e
Paolo Massobrio, fondatore del Club Papillon, che hanno dichiarato che sono partiti da una domanda profonda. Per Pistoletto la domanda era
“chi sono io” ossia la ricerca di un’identità, che poi ha ispirato le sue creazioni di arte povera, ma soprattutto gli specchi, fino al terzo Paradiso, che è considerata l’opera forse più celebre dell’artista. Per Massobrio la domanda è stata invece
“Perché c’è il gusto”. Da qui l’invito a tutti i partecipanti del Club a stare davanti a quei creatori di gusto, ma anche a riflettere sull’importanza culturale di questo elemento.
Michelangelo Pistoletto ha anche presentato il ruolo dell'iniziativa Cittadellarte, che ha voluto essere un attore del cambiamento responsabile nella società attraverso idee e progetti creativi.
«L’artista è chiamato a svolgere un nuovo ruolo, mettendosi in collegamento diretto con tutti gli ambiti dell’attività umana e portando l’intervento artistico in ogni ambito della società civile».
In questo senso – ha poi proseguito Pistoletto –
«l’arte è da intendersi come attività di connessione tra le persone, sia che si parli di moda che di politica, di economia o di gusto».
«Il gusto ha un senso maggiore se il cibo è bello e buono, e questo cosa significa se non che stiamo parlando di estetica del gusto?» - ha continuato Pistoletto - aggiungendo poi che
«i piatti su un tavolo imbandito sono lo specchio della convivenza» e infine che
«il cibo nel piatto è un inno alla convivialità e quindi, di riflesso, il gusto è un fattore sociale».
Il delegato Arnaldo Cartotto con Paolo Massobrio hanno quindi colto l’occasione per nominare “Socio onorario” Michelangelo Pistoletto. E questo prima di dichiarare che «Gli obbiettivi dell’attività della delegazione locale saranno orientati a dare valore al territorio biellese attraverso la filiera del gusto», grazie a iniziative volte a promuovere e valorizzare i prodotti locali per rendere più appetibile il Biellese come meta di un turismo.
Per perseguire questi obbiettivi si sta definendo con i soci
«un piano di attività pluriennale dove il gusto sarà il focus di eventi che avranno però un contorno anche culturale e che proprio per questo saranno accomunati in un progetto dal titolo Sapori&Saperi: potranno essere cene, corsi di cucina, serate di degustazioni con abbinamenti con vini o birre artigianali locali, visite ai produttori, ma sempre con la presenza di un ospite che di volta in volta tratterà problemi diversi che potranno andare dallo sport alla salute, dalla musica ai libri, dalla scuola all’arte e così via. Una sfida che anche Biella deve raccogliere per inserirsi a pieno titolo fra le mete dei nuovi itinerari del gusto» ha concluso Cartotto.
Paolo Massobrio si è complimentato per la nascita della nuova Delegazione e per il ricco programma di iniziative e ha ripercorso in breve gli anni di vita del Club ricordando come
“le finalità di 25 anni fa siano ancora oggi attuali”. Dall'amicizia con Giacomo Bologna che lo spinse alla sua creazione, all’alluvione di Alessandria del 1994, momento in cui iniziarono eventi di carattere solidale, come le “
Cene in ComPagnia”, con lo scopo di raccogliere fondi a favore di popolazioni colpite da disastri ambientali. Ha ricordato infine che gli ultimi destinatari dei fondi raccolti sono stati nel 2017 alcuni produttori del Centro Italia colpiti dal terremoto e che quest'anno saranno invece devoluti alla
Transumanza della Pace, progetto di solidarietà internazionale, portato avanti da
Gianni Rigoni Stern di Asiago a favore della popolazione di Srebrenica, in Bosnia, sopravvissuta ai massacri della guerra.
La serata è poi continuata nella Cafeteria di Cittadellarte dove la discussione si è sviluppata attorno all’idea del Terzo Paradiso e del progetto Let Eat Bi.
«Il Terzo Paradiso – hanno detto Michelangelo e Armona Pistoletto –
è là dove la natura e la società si incontrano e imparano a convivere. Let Eat Bi è una delle possibili concretizzazioni di questa filosofia: è un progetto di aggregazione e promozione delle risorse e delle attività che hanno come denominatore comune il cibo e la cura del paesaggio naturale e sociale che insiste intorno ad esso».
L’evento ha avuto come partner
Banca Generali Private, con i consulenti finanziari della sede di Biella che hanno voluto offrire il proprio contributo all’iniziativa, mentre i soci hanno deciso di rendere questo incontro la prima delle Cene in ComPagnia dell’anno, raccogliendo oltre 700 euro per la realizzazione del caseificio a Srebrenica.
COMMENTO FINALE DI PAOLO MASSOBRIO. Sono rimasto commosso da questo incontro, nel senso proprio letterale del termine. L’incontro con una personalità così profonda come Michelangelo Pistoletto mi ha rimesso in moto rispetto all’idea del Club di Papillon che significa proprio stare davanti a chi ci insegna il gusto, la bellezza, ponendoci anche domande profonde. Martedì sera ho vissuto questo e quando Arnaldo mi ha chiesto come avevo programmato la nascita del Club di Papillon m’è venuto da rispondere che non avevo programmato nulla. Tutto è iniziato per dire grazie a Giacomo Bologna attraverso un treno d’epoca. E poi, quando mi è stato chiesto di continuare, dopo quell’iniziativa epocale raccontata in un video che è su you tube (per vederlo clicca qui), ho cercato di fare come faceva Giacomo. Ma c’è un altro aspetto che mi ha commosso, ed è la vivacità culturale di Armona, la sua iniziativa per esempio della restituzione delle terre abbandonate a chi invece le vuole fare fruttare. Iniziativa di cui parleremo prestissimo. Poi mi ha colpito che proprio qui, tre mesi fa, rivedendo il filmato di Srebrenica di Gianni Rigoni Stern, ho pensato che quei volti era divenuti famigliari e che non potevamo abbandonarli. Da qui l'idea della Cena in ComPagnia 2018, ma anche l’invito a Gianni Rigoni Stern a scrivere un libro. Caro Arnaldo e cari amici di Papillon, la nostra opera esiste esattamente per questo: per commuoverci e quindi per mobilitarci. E la Circolare, nome del nostro periodico serve - come diceva Bruno Lauzi, altro socio onorario del Club - a far circolare le idee. Tutte cose impalpabili, ma straordinariamente importanti, che dicono perché è importante che esistiamo.