C'è tutta la struggenza del Monferrato, a Lu, il paese dal nome più corto d'Italia (assieme a Ne, Re, Ro, Vo’), dove ogni anno – per Golosaria – ci si ritrova a cucinare sulle stufe. Facile innamorarsene, ed è quello che è capitato a Paolo Martelli, docente universitario di Milano e Cristina Bellorini, studiosa di storia della botanica, che qui sono giunti attratti dalle radici storiche - il nome di Lu potrebbe derivare dalla Legio V (L.V.), la legione di Cesare che qui si fermò al ritorno dalle Gallie, o anche dal termine latino "lucus" che significa "bosco sacro" – e dalla storia per certi versi misteriosa di alcuni monumenti, come la pieve di Mediliano.
Hanno ristrutturato una cascina che guarda verso Conzano (Collefirata - cascina Bersano, 19 – www.collefirata.it), circondata da tre ettari di vigna, e, nel 2011, cominciato a produrre vino (l'enologo è Alberto Morando). Tra i vitigni coltivati, barbera, freisa, merlot e viognier, ma presto saranno a regime altri tre ettari vitati a nebbiolo e grignolino. I vini del 2012 sono frutto di una vendemmia quasi surmatura, più per necessità aziendali che per scelta.
La Barbera 2012 (prezzo in cantina, 8,5 euro), dal colore rosso rubino fitto, affinata in acciaio, spicca al naso per aromi inconsueti di frutta: più che la fragrante frutta rossa, solleticata dalla viola tipica di tante barbera del Monferrato, si sentono note di frutta matura e un leggero agrumato (pompelmo), accompagnato da una speziatura piuttosto accentuata. All'assaggio, l'acidità non spinge, ma è abbastanza rotonda, e di bella sapidità. È una Barbera meno esuberante e più austera.
La Barbera Superiore Mediliano 2012 (prezzo in cantina, 18 euro), invece, fa due anni di affinamento in barriques nuove. Il passaggio in legno è ancora caratterizzante, fin dai profumi, dove la surmaturazione assume note di albicocca passita. In bocca, il frutto è rotondo, leggermente vanigliato, e il sorso asciuga la bocca.
Infine, il Monferrato Rosso Converso 2012, uvaggio di freisa (40%), merlot (40%) e barbera (20%), affinato in acciaio (prezzo in cantina, 8,5 euro). Al naso spicca la frutta della freisa e del merlot, e una curiosa nota salmastra. All'assaggio, i tannini della freisa si fanno ancora sentire, imprimendo una certa vigoria al sorso, comunque di buona acidità e persistenza. Sono vini di buona personalità, dall'impronta comune, che merita riassaggiare nelle annate successive.