Confessioni da chef e comicità ai fornelli

09.05.2016

L’affettato per me è una festa: uno spezzafame che non ha paragoni”. A fare outing è chef Carlo Cracco, che sul Giornale confida la sua passione per i salumi e dice: “Sin da quando ero bambino, la nostra Soppressa era sinonimo di festa. Oggi è sinonimo di confort food: lo puoi gustare in ogni momento, soli o in compagnia. Non so quanti altri cibi reggano la competizione”. E a proposito del vino con cui abbinarlo, aggiunge: “Meglio un non vino, quasi impercettibile al gusto. Come una Barbera fresca”. @ Da Carlo Cracco ad Annie Fèolde, patronne dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze, che nell’intervista di Paolo Pellegrini su QN dice con orgoglio: “Sono autodidatta, per dovere e piacere. Amo tutti i paesi, ma nella cucina rimango italiana”. La sua passione? La pasta: “Un mondo immenso, con cui si può fare di tutto”. @ Protagonista sulle stesse pagine anche il riso, visto con gli occhi dello scrittore Carlo Emilio Gadda, che nel suo libro “Quel pasticciaccio brutto di via Merulana” riporta filosoficamente la ricetta del risotto alla milanese definendo il chicco come “Un individuo”, e la sua monade udibile, diventa con i chicchi fratelli un patto armonico e sociale. @ “La mia seconda passione è la cucina. Sono un curioso e ho sempre letto molto e fra le mie letture preferite c’erano i libri di storia e di cucina”. Parola di Nino Formicola, alias Gaspare della coppia Zuzzurro&Gaspare, che da qualche settimana si è dato ai fornelli nello spazio milanese di Open Kitchen, dove tra foto e video nascono le social dinner, ovvero cene in compagnia dove gli chef intrattengono gruppi ristretti di ospiti. E che a proposito della sua cucina dice: “Vado a richiesta, perché ormai è un delirio. Non ho un piatto forte, ma cucino con la logica, anche dell’improvvisazione. Vado dai peperoni imbottiti al maiale in agrodolce, con la ricetta cinese vera, senza ananas. Faccio anche il sushi”.  

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