Crisi del catering (e dei matrimoni) e l'appello per salvare le "fries"

27.04.2020

Tempi duri per il catering. La sospensione di eventi, manifestazioni, matrimoni e congressi ha dato un colpo pesantissimo anche alle 1.500 aziende che fanno parte del settore del banqueting, che pure sarà tra gli ultimi a ripartire. Su Qn di domenica l'analisi di Paolo Galliani, che spiega come - anche in questo caso - molte realtà note (vedi "Da Vittorio" a Brusaporto) si siano dovute riorganizzare impostando la loro attività sul servizio di consegna a domicilio. @ Oltre al catering, anche il settore dei matrimoni  è in crisi. Lo stop forzato al business, che in Italia vale 15 miliardi, ha spinto Assoeventi e Confesercenti a chiedere aiuto. E in Italia restano "promessi", almeno fino all'autunno, il 90% degli sposi. (Repubblica). Sulle stesse pagine parla anche la wedding planner Monia Re, che dice: "Ho perso 8 grandi eventi, ma non mi rassegno. Torneremo a fare festa, e sarà ancora più bello di prima". @ E se la maggior parte dei matrimoni è stato rimandato c'è anche chi proprio non vuole aspettare. Per queste coppie lo chef pavese Giovanni Ricciardella del ristorante Cascina Vittoria di Rognano (Pavia) ha inventato un servizio di catering decisamente non convenzionale, che prevede la consegna dei piatti "iniziati" dallo chef e completati dagli invitati con le istruzioni ricevute dal cuoco. (Corriere della Sera) @ Tutti pazzi per i pomodori (in scatola). Dall'inizio del lockdown in Gran Bretagna la domanda è cresciuta del 30%, costringendo i fornitori a razionare le scorte per non esaurire le disponibilità di prodotto prima della prossima campagna di trasformazione. La corsa degli inglesi all' "oro rosso" ha fatto registrare un record di 3,3 milioni di barattoli venduti nel giro di poche settimane. (Italia Oggi).  @ E se in Uk i pomodori in scatola vanno a ruba, in Belgio è allarme per le patatine fritte. Il Covid-19 ha messo in ginocchio l'industria della patata e 750 mila tonnellate del prodotto simbolo del Paese sono a rischio. "Cucinatele a casa o le buttiamo" è l'appello lanciato da Belgapom. (Il Giornale) @ Intanto, sulle tavole degli italiani torna il pesce dei nostri mari. Le temperature primaverili e i prezzi ribassati del 30%  hanno riportato i pescatori in mare e fatto crescere la domanda, che risente in ogni caso della chiusura dei ristoranti. Una buona notizia, che chiude un periodo nero legato all'emergenza Coronavirus: secondo Fedagripesca-Confcooperative, nel solo mese di marzo è andato perso il 70% del fatturato, pari a 60 milioni di euro. (La Stampa) @ Se l'ortolano  non va alle piante, le piante arrivano all'ortolano. E' il segreto di  Agricooltur, la start-up di Carignano fondata da Marco Divià che ha sviluppato un sistema di coltivazione in cui le piante "si coltivano da sole", senza bisogno di curarle o annaffiarle. (Per la gioia di chi non ha il "pollice verde" ndr). Se ne parla su La Stampa di Torino. @ Niente più colazioni a domicilio. L'apecar di Caffè Vergnano a Torino chiude la sua corsa per mancanza di autorizzazioni. E l'azienda punta il dito contro "Chi preferisce l'immobilismo all'evoluzione". (Corriere della Sera)

 

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