Da fine febbraio il paese si è fermato, i decreti ministeriali e regionali via via succedutisi hanno costretto tutti o quasi a casa, sconvolgendo le normali abitudini quotidiane, modificando drammaticamente il tessuto economico e sociale del nostro territorio. Anche il rito della cena o del pranzo è stato colpito duramente. Quello che era gioia, passatempo, convivialità, ricerca di gusti e profumi innovativi con storie di eroici produttori si è bruscamente interrotto e si è aperto un nuovo capitolo di riscoperta della cucina di casa, andando a rovistare tra quello che offrivano frigo e freezer o saccheggiando il negozio sotto casa. Scoprendo nell'occasione che il negoziante di prossimità di cui conoscevi credenziali interessanti ti consegna a casa velocemente ogni ben di Dio. Era incominciato il Food Delivery o meglio la consegna del cibo a domicilio.
Anche i ristoratori, o almeno una parte di essi, decisi a combattere la mala sorte che li esiliava, per più che condivisibili motivi igienico-sanitari, hanno cominciato a pensare e organizzarsi per una consegna a domicilio, chi impegnandosi su menu più semplici chi su percorsi anche di maggiore impegno. Oggi in grandi centri, ma anche nei borghi più piccoli, si stanno cimentando nell'impresa un numero importante di ristoranti, trattorie e pizzerie (consultare al proposito il Golosario Delivery) e non è fantasia immaginare un nuovo modo modo di andare al ristorante senza muoversi dalla propria abitazione.
Si è aperta una nuova modalità di ristorazione? Un futuro finalmente normalizzato vedrà ancora vivere e svilupparsi questo tipo di servizio? Affiancherà invero il classico pasto in sala che sarà ovviamente ridimensionato nei numeri stante il perdurare delle precauzioni preventive imposte? Arduo fare previsioni, ma per predisporsi ai nuovi scenari lunedì 20 aprile abbiamo deciso di approcciare anche noi, due reclusi in casa, il mondo delle consegne a domicilio e tra le varie offerte abbiamo scelto la proposta del Petit Japonais di Rosta, locale da noi già frequentato e insignito dalla nostra guida (tramite i nostri esperti Claudio Gallina e Motoko Iwasaki) del faccino radioso. Tra l'altro avevamo già prenotato a marzo, ma il coronavirus ha bloccato tutto. Saputo che anche Simone e Naomi (marito e moglie nonché patron e chef del ristorante) avevano iniziato il servizio, abbiamo preso la palla al balzo.
Si può telefonare o prenotare all'email (tel. 3409624553 - mail: info@lepetitrestaurantjaponais.com). Consegne il lunedì a Torino, gli altri giorni solo sera nei comuni più vicini al locale (Rivoli, Bruino, Rivalta, Pinerolo ed altri).
Menu a 35 euro quasi fisso, possibilità di variare carne-pesce. Consegna puntualissima dalle 19 alle 19,45. Antipasti a temperatura ambiente pronti da servire, primi (quasi d'obbligo i loro deliziosi Gyoza) e secondi da scaldare per qualche minuto in forno. Dolce finale. Due birre giapponesi Kirin comprese. A richiesta a prezzi modici possibilità di avere Sakè di buona qualità. Pagamento in contanti in busta o bonifico il giorno dopo.
Nel dettaglio il nostro menu prevedeva edename, insalata di patate, chirashi di pollo Felice e shitake, gyoza tradizionali, cavolfiori miso e sesamo e hamburger della mamma di Naomi, come dolce una specie di cheesecake alla giapponese. Il tutto ben confezionato in contenitori di plastica e consegnato direttamente rispettando le norme di sicurezza, usando le protezioni adeguate e contenendo il cibo in busta grande di carta per alimenti.