Ma intanto ecco l’esito dei nostri assaggi recenti che ci hanno colpito e che finiranno, in alcuni casi fra le PROMESSE da cercare nella prossima edizione de IlGolosario 2025.
L’azienda vitivinicola Cadore vanta oltre 200 anni di storia. Le sue origini risalgono ai primi anni dell'Ottocento, epoca in cui la famiglia si occupava della produzione del vino Torcolato con uva vespaiola a Mason Vicentino in provincia di Vicenza, vicino al comune di Breganze. Nel 1954 la decisione di spostarsi e acquistare i vigneti nella regione del Lugana in provincia di Brescia dove Adriano Cadore, insieme ai suoi fratelli, ha gestito l’azienda agricola per molti anni. Attualmente al timone c'è la nipote Patrizia che nei 9 ettari totali di superficie (di cui 8,50 vitati) ha deciso di puntare soprattutto sulla turbiana da cui si ottiene il Lugana.
E il suo Lugana 2023, per la seconda volta (la prima fu all’Osteria Mondo D’Oro di Verona) ci è molto piaciuto: ha colore paglierino con riflessi dorati, naso intenso di fiori di agrumi e camomilla, molto fini. In bocca è fresco, elegante, croccante. Con un piacevole sentore floreale che si prolunga per via retrolfattiva.
Meno espressivo il Lugana Riserva 2021 con l'iniziale nota fumé che si apre lasciando spazio a una speziatura di sandalo e in bocca un'acidità non completamente composta.
Da applausi, invece, il San Martino della Battaglia 2022 da uve tuchì. Di colore tendente all’oro, ha naso finemente floreale con profumi che evocano timo. Un naso balsamico a cui corrisponde, in bocca, un sorso setoso e al tempo fresco e dall’acidità viva e graffiante.
Questa cantina è molto più di una promessa.
"Rebelot" è un termine dialettale lombardo, che si dice derivi dal francese "rebellion". Esprime il caos che provoca una ribellione: è il fermento tumultuoso e creativo che dapprima spariglia ma alla fine riporta tutto a un suo ordine. Proprio questo termine, "Rebelot", è stato scelto come manifesto di questa cantina di alcuni giovani amici situata ai piedi della Concarena, di fronte al Pizzo Badile: un vigneto di due ettari divisi equamente tra merlot e manzoni bianco.
Dal vitigno a bacca bianca si ottiene il Valcamonica Bianco “Brüsa Crus” 2023, di colore oro con leggera velatura, ha profumo di pera spiccato e una contenuta persistenza.
Di quest'azienda abbiamo già apprezzato, in un'altra degustazione, l'originale etichetta "Sei bollissima" da uve barbera vinificate in bianco con metodo charmat. In questa occasione invece andiamo su un'interpretazione più classica di questo vitigno con la Barbera d’Asti “Il Ritorno” 2021: di colore rubino con sfumature violacee, ha naso ricco, esuberante, come ti aspetteresti da una Barbera giovane, con la frutta fresca e una nota ematica che richiama le interpretazioni più autenticamente contadine. In bocca invece c'è la spada acida che rappresenta la firma del vitigno.
Il Nizza “Viamai” 2020 ha naso di cipria, che apre poi su incenso e frutta matura. In bocca l'acidità fa da contraltare al tannino.
La famiglia Di Carlo è impegnata nel mondo della vite e della vinificazione da ben due secoli e fin dal 1991 ha lavorato per la conversione al biologico, iniziando così un cammino che li ha portati prima a lavorare senza solfiti quindi a impegnarsi nelle fermentazioni naturali in anfora e ancestrali. Il risultato sono una serie di etichette raccolte sotto il marchio Vigna Madre che abbiamo degustato a cominciare dal Colline Pescaresi Pecorino “Becco Reale Bio” 2023: di colore oro brillante, al naso ha tutta la ricchezza della frutta tropicale (ananas) e una mineralità che in bocca si traduce in una sapidità spiccata che imprime come una spinta al sorso vellutato.
Il Pecorino “Nobu1830” 2023 invece cambia registro grazie anche all'utilizzo delle anfore nella vinificazione: naso immediatamente speziato, con profumi che evocano il cumino, su frutta distesa, matura. Il sorso è rotondo con un'acidità spiccata che si esprime sul finale.
Il Terre di Chieti Primitivo “Recastro” 2022 riesce a esaltare appieno le potenzialità di questo vitigno che offre nel bicchiere un vino intenso fin dal primo sguardo, con un colore fitto, impenetrabile. Il naso è ricco, intrigante, con il mallo di noce e il cacao. In bocca è pieno, intenso, caldo con quel particolare sentore di cioccolato che permane a lungo in bocca.
Il Rosso “Apoteo” 2020 da uve montepulciano, primitivo e sangiovese, si presenta di un bel colore viola intenso, al naso la barrique si fa sentire con la parte immediatamente vanigliata che lascia poi spazio alla curcuma e al fungo. In bocca è caldo armonico con un tannino avvolgente.
Tra i Montepulciano (abbiamo assaggiato infatti anche le etichette “Terreum91” 2022 e “Becco Reale Bio” 2020) spicca la Riserva “Nobu1830” 2018 che combina l'affinamento in anfore e botti di rovere. Il risultato è un vino dal colore rubino, naso elegante di amarena sotto spirito, cioccolato e menta. In bocca c'è la potenza e l'intensità del Montepulciano in un'interpretazione che non difetta di eleganza e finezza grazie anche a un tannino setoso.
Antica Hirpinia nasce alla fine degli anni Cinquanta quando viene fondata la cantina sociale di Taurasi che nel 1992 imbottiglierà la bottiglia numero 00000001 di Taurasi DOCG. Oggi, Antica Hirpinia è una cantina privata guidata da un gruppo di amici che la rilevano nel 2016 puntando sui vitigni simboli di questo territorio: aglianico, fiano e coda di volpe.
Partiamo proprio da quest'ultimo: l'Irpinia Coda di Volpe 2023 si presenta con un bel colore oro, ha naso intenso di prugna gialla accompagnato dalla balsamicità della menta. In bocca risulta decisamente sapido, rotondo ed elegante.
L' Irpinia Falanghina 2023 invece combina le note più esotiche caratteristiche della falanghina con una evidente coté erbacea, di ortica e foglia di pomodoro. In bocca ha la giusta acidità, è rotondo e sapido.
Passando al Fiano di Avellino, l'etichetta 2023 può vantare un naso minerale, di grafite, su fondo fruttato con l'albicocca matura che preannuncia un sorso pieno, caldo ma mantenuto vibrante da una importante spada di acidità.
Molto interessante, passando ai rossi, l'Irpinia Aglianico 2019 con un profilo olfattivo dove l'origine vulcanica viene richiamata al naso dai profumi minerali, di roccia calda, accompagnati dal caffè verde. In bocca un tannino ancora amaro ci racconta un sorso in divenire che tra qualche anno troverà la sua perfezione.
Applausi anche per il Taurasi 2018. Di colore impenetrabile, ha naso sontuoso, caldo e balsamico allo stesso tempo, con una complessità in divenire al pari del sorso pieno, caldo e con un tannino ruvido che ci pone di fronte a un vino ancora giovanissimo (nonostante sia un 2018).
L'azienda nasce nel 1988 per la cessione da parte del padre alla figlia Maddalena Cordella di parte dei vigneti appoggiati sulla parte sud – orientale della collina di Montalcino. Qui sorge il Podere Meleto, centro dell'azienda che affianca alla vinificazione quella dell'agri-relais Fattoria al Meleto.
In vigna naturalmente il vitigno più rappresentativo è il sangiovese da cui si ottiene un Toscana Rosato dal colore della cipria e dal naso decisamente erbaceo. Quindi un Rosso di Montalcino 2022 anche questo dal naso che riporta immediatamente alla parte verde del sangiovese per poi arrivare al Brunello di Montalcino, assaggiato nell'annata 2019. Al naso è un concerto di erbe, spezie ed erbe aromatiche. In bocca il tannino ancora non perfettamente disteso, rimanda a un nuovo assaggio tra qualche anno.
Notevole anche il Rosso Toscana 2021, che risulta piacevole per l'equilibrio che esprime al sorso.
Azienda che non ha bisogno di presentazioni, già celebre per il suo Amarone che abbiamo premiato tra i Memorabili a Golosaria 2023 con l'etichetta 2018. In questo caso però siamo andati ad assaggiare due tra le produzioni di punta dell'areale gardesano. Il Lugana 2023 ha naso fine, dove l'esuberanza della frutta tropicale caratteristica lascia spazio alle erbe aromatiche e al cedro. in bocca torna proprio questa nuance aromatica in un sorso lungo e secco. Il Chiaretto di Bardolino classico 2023 rispecchia la sua vocazione di vino ideale per questa stagione, dal bel colore buccia di cipolla con sfumature aranciate che evocano i tramonti sul lago. Al naso è fine, quasi etereo, con profumi appena accennati di ciliegia e in bocca trova il suo equilibrio in un sorso immediato.