Diario di Viaggio tra vigne e sapori: l'Umbria accoglie i suoi ospiti (parte 3)

Le nostre ultime visite in terra umbra: alla cantina Lungarotti e alla cantina Tabarrini

24.06.2024

L’ultima giornata di visita si è aperta con la visita alla tenuta Lungarotti (Torgiano - viale Giorgio Lungarotti, 2 - www.lungarotti.it), nome storico nel panorama vitivinicolo umbro, che vanta oltre 60 anni di esperienza e una produzione di 2,5 milioni di bottiglie all'anno, esportate in 50 paesi del mondo.

Credendo nella potenzialità del vitigno sagrantino Lungarotti nel 2000 ha acquisito 20 ettari di terreno a Montefalco, in località Turrita, dando vita a una realtà produttiva d'eccellenza. Francesco Zaganelli (figlio di Chiara Lungarotti) è il responsabile dell'export e ci ha accolti nella tenuta, un'elegante struttura ispirata alle ville di campagna dell'Ottocento. Cuore della tenuta è la cantina ipogea, che si sviluppa su due livelli. Qui, il microclima ideale e la tecnologia all'avanguardia si fondono per creare l'ambiente ideale per la vinificazione. Le uve pregiate, coltivate con metodo biologico dal 2010, vengono trasformate in vini complessi e raffinati, espressione autentica del territorio.

Francesco ZaganelliLa prima annata di Sagrantino di Montefalco prodotta a Turrita risale al 2003. Oggi, la tenuta vanta una produzione di circa 27.000 bottiglie all'anno, tutte certificate bio. L'imbottigliamento avviene per gravità, nel rispetto della tradizione e della qualità del prodotto. I vigneti sorgono su un terreno ricco di argilla, limo e sabbia, eredità di un antico lago pleistocenico che ha conferito al terroir una vocazione vitivinicola unica.

Francesco ci ha guidato alla scoperta dei loro vini prodotti nell’areale della Doc Montefalco, una gamma di 3 vini di carattere e personalità. Da non perdere il loro Sagrantino Passito, spettacolare! Oltre alla produzione di vini pregiati, la tenuta di Montefalco offre un'ampia gamma di servizi. La struttura può essere affittata per banchetti e cerimonie, mentre per gli appassionati di vino sono organizzati corsi di sommelier e degustazioni guidate, abbinando i vini Lungarotti a prodotti tipici del territorio.

L’ultimo appuntamento del nostro viaggio è stato presso la cantina Tabarrini. Immersa tra le suggestive colline di Montefalco (fraz. Turrita - www.tabarrini.com), rappresenta una realtà vinicola d'eccellenza, con una storia che affonda le sue radici ben quattro generazioni fa. Fin dal 1920, la famiglia Tabarrini si dedica con passione alla coltivazione della vite e alla produzione di vini pregiati, tramandando di padre in figlio tradizioni e un amore profondo per la propria terra.
Dal 1996 c’è Giampaolo alla guida, che ha stravolto il modo di concepire la viticoltura grazie al suo sguardo rivoluzionario e la sua capacità imprenditoriale.
Giampaolo TabarriniOggi, l'azienda conta su 22 ettari di terreno, di cui 11 vitati, suddivisi in nove appezzamenti che regalano scorci paesaggistici di rara bellezza. I vigneti, condotti secondo i principi dell'agricoltura sostenibile, si trovano in una zona vocata per la viticoltura, caratterizzata da un clima ideale e da terreni ricchi di minerali.
Giampaolo può essere definito il padre del trebbiano spoletino: nel 2003, in collaborazione con l'Università di Firenze, partendo da sole 13 piante produttive, ha completato la selezione clonale di questo vitigno autoctono. La riprova l’abbiamo avuta a tavola, insieme a Giampaolo assaggiando 3 calici del suo Adarmando, da uve trebbiano spoletino in purezza, di 3 annate differenti: 2022, 2021 e 2009. Tre campioni spettacolari, in particolare quello del 2009, colore oro puro, naso di frutta matura e un sorso vellutato. Un vino che porta in maniera incredibile i suoi 15 anni rivelando tutte le potenzialità di questo straordinario vitigno.
Ma la produzione comprende anche 3 versioni di Sagrantino, compreso “Il Bisbetico Domato” realizzato seguendo il Metodo Tabarrini, un’idea rivoluzionaria brevettata da Giampaolo in persona. Questo metodo innovativo rappresenta una sfida alla tradizione vinicola del territorio, che spesso tende a valorizzare la rusticità e la potenza del Sagrantino. Giampaolo, invece, ha voluto dimostrare che questo vitigno può esprimere anche raffinatezza ed equilibrio, senza perdere la sua personalità unica. La passione di Giampaolo per la qualità si riflette in ogni fase del processo produttivo: dalla vinificazione per gravità, che permette di trattare il vino con la massima delicatezza, all'affinamento in botti inertizzate con azoto, che evita qualsiasi contatto con l'ossigeno.
Un vero gioiello è la barrel room, dove le botti riposano in un ambiente suggestivo, con impianto di illuminazione attivabile da remoto e in grado di riprodurre lo spettro della luce solare. E poi i grandi scaffali a muro dove vengono conservate le vecchie annate dei vini Tabarrini, fino all’ultima parete, quella dei “vini degli amici”, perché per Giampaolo la condivisione è un valore imprescindibile. 
Ogni tipo di vino viene imbottigliato in un unico lotto, garantendo così la massima omogeneità e qualità.
Al cuore della tenuta sorge la cantina, un luogo funzionale e bello in continua espansione (durante la visita Giampaolo ci ha raccontato dei suoi progetti futuri, a partire dall’orto didattico) dove i visitatori possono concedersi un aperitivo con salumi e formaggi scelti accuratamente da piccoli produttori locali, o un pranzo, prenotando con anticipo, che Federica, moglie di Giampaolo ed esperta cuoca, prepara con passione.

Tra un calice e l’altro, cullati dalla splendida vista sulla vallata, ci accorgiamo di aver passato quasi due ore in compagnia di Giampaolo, parlando dell’emergenza climatica che pone nuove sfide ai viticoltori, di crescita potenziale dei vini umbri, di territorio e colleganza, un tema caro a noi del Golosario.

Ph Matteo Cutini

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