E in questa puntata vogliamo presentare dieci aziende che ci avevano colpito magari con un vino e poi hanno inviato altre espressioni della loro produzione, per una valutazione più complessiva.
Iniziamo dunque da una cantina che durante le Anteprime Toscane ci aveva folgorato al primissimo campione della lunga batteria di assaggi.
Tutto ha inizio all'alba del millennio, quando Paolo, fresco di studi agrari, decide di trasformare il terreno di famiglia in una cantina. Un progetto ambizioso, nato dal profondo amore per la terra e la viticoltura. L'azienda viene intitolata al nonno Altiero, figura di riferimento e mentore, che con la sua esperienza in viticoltura ha aperto la strada. Nel 2001 l'azienda apre i battenti con il nome di Maurizio, padre di Paolo, che poi nel 2005 cede il testimone al figlio, il quale ne assume interamente le redini. Da quel momento, Altiero inizia a crescere e ad affermarsi nel panorama vitivinicolo del Chianti Classico: una crescita certificata anno dopo anno, come hanno confermato gli assaggi che abbiamo svolto alle recenti Anteprime Toscane, occasione in cui il loro Chianti Classico della vendemmia 2022 è risultato uno dei migliori.
Impressione confermata anche dall'assaggio del Chianti Classico 2021: di colore impenetrabile, ha naso intenso di mora e menta. In bocca ha acidità e corpo filigranoso. Grande anche il Chianti Classico Gran Selezione 2018, un vino che tira fuori tutta l'eleganza di questa denominazione con un naso balsamico, di liquirizia fresca e rabarbaro che in bocca ha sorso ampio, con un tannino finissimo. Bravi davvero!
Quiliano è il paese della granaccia, orgoglioso vitigno mediterraneo (con grandi esempi in Spagna e in Francia) che in questa valle del Savonese trovò probabilmente la sua prima casa. A novembre fummo invitati all’evento dedicato e il campione di questa cantina si fece notare. Infatti su questo vitigno ha voluto scommettere l'azienda agricola Viarzo di Elena Tavella e Giuseppe Parenti, coppia nella vita e nella vigna, che ha iniziato il proprio percorso dal recupero di due vigneti abbandonati dietro casa che oggi sono il cuore della loro attività.
Il Colline Savonesi Rosato di Granaccia “Grixo” 2022 è un grande rosè: di colore rosa antico, appena accennato, ha naso dove il fiore lascia spazio alla nota balsamica. In bocca è pieno, vellutato, ma creato con mano leggera, tanto da mantenere un’ ottima acidità. Uno dei migliori rosati d'Italia, credeteci!
Quindi il Riviera Ligure di Ponente Granaccia “Bricco dei Bambini” 2020 che ha naso di ribes nero maturo e mentuccia. In bocca è molto simile al rosato, con un velluto a tratti allappante e l'amaricante in fondo che viene domato dalla piacevolezza del sorso nel suo complesso. Infine il Colline Savonesi Granaccia “Trexenda” 2019 con un naso che lascia spazio alla complessità dove la frutta viene affiancata dalla carrube e in bocca mostra un sorso più muscoloso, pieno. Anche a Elena e Giuseppe vanno i nostri appassionati complimenti.
La rocca è quella su cui poggia uno dei castelli più antichi e affascinanti - con la sua grande torre di avvistamento centrale - delle colline che dal Piemonte si innalzano verso il mare. L’azienda ha origine nel 2004, con una attività legata all’allevamento di cavalli e piccoli animali da cortile, alla fienagione, e alla coltura sperimentale di essenze particolari quali lo zafferano, su un territorio appenninico di circa 12 ettari nella Valle Scrivia. Successivamente, rilevando vigneti vicini al castello di Rocca Grimalda, in Monferrato, la famiglia Venturini-De Rege è riuscita a coniugare il profilo agricolo che aveva caratterizzato un'anima importante della storia del castello con le esperienze sapientemente custodite dai vignaioli rocchesi e il recupero di antichi vigneti.
Oggi la produzione è basata sui vitigni caratteristici del territorio (dolcetto) con qualche sorpresa. Tra queste il Monferrato Bianco “Gagà” 2021, un timorasso fuori dalla sua core zone che si traduce in un vino di colore oro, con naso minerale e profumi di miele, pesca e lavanda che in bocca è pieno, intenso, di bella acidità. Interessante anche la Barbera del Monferrato “Rosa Munda” 2022 di colore rubino vivo con unghia tendente al viola, al naso è un vero e proprio canestro di frutta fresca e in bocca ha un sorso ricco, con acidità viva.
Quindi i Dolcetto: il Dolcetto di Ovada “Spessiari” 2018 ha naso di erba bagnata e sorso pregnante. A conquistare il nostro plauso sarà però l'Ovada Riserva “Gesusio” 2019, un vino che sembra evocare il Dolcetto di Pino Ratto con quel naso ricco di frutta rossa e caffè verde, con speziatura di sandalo che in bocca non fa sconti con il suo tannino ruvido, onesto. (Posso dire che mi sono commosso quando a novembre, nella sede dell’enoteca di Ovada ho assaggiato al volo un vino di Lucesio Venturini ripromettendomi di contattarlo. Io volevo bene a Pino Ratto e se penso ai suoi “Scarsi” e “Olive” posso dire, oggi, di averli ritrovati qui. Grazie! Paolo Massobrio)
Un'azienda agricola giovanissima (così come lei nata intorno all’anno 2000) sul mercato da poco più di due anni, che reca in etichetta (ed è un plauso) le bellissime figure disegnate dal fotografo ed artista albese Bruno Murialdo, che è pure un nostro caro amico.
Per lei una Nas-cetta 2022 che pronostica un grande futuro: di colore paglierino chiaro, ha un naso quasi dolce, di albicocca, ma speziato e con una bella mineralità che ritroviamo in bocca con un'acidità integrata e il finale amaricante che è tipica espressione di questo grande vitigno langarolo. Il Langhe Rosso 2021 da uve dolcetto ha naso di mora e grafite con un'acidità pregnante. Il Langhe Rosso 2020 è ancor più interessante con una speziatura di cannella e gli agrumi, mentre in bocca offre un corpo caldo e tannico.
Brava Roberta, avanti tutta!
Sei ettari di vigneti a Prepotto hanno segnato l'inizio di questo bel progetto intrapreso da Giancarlo Traverso e Ornella Molon negli anni Novanta. Qui hanno messo a dimora vitigni autoctoni come ribolla gialla, schioppettino di Prepotto e friulano, oltre a varietà internazionali, che hanno trovato in queste terre un clima ideale. Nel 2011 hanno rinnovato la cantina con un approccio orientato alla sostenibilità, usando tecniche sperimentali come la stabulazione e la criomacerazione per esaltare il bouquet aromatico dei vini.
Nostro Top Hundred 2015 è stato il Friuli Colli Orientali Rosso “Troj”, da merlot, refosco e schioppettino) che abbiamo appena riassaggiato nell'annata 2018: ha naso profondo molto elegante. Un'eleganza che ritroviamo nel sorso pieno con un tannino equilibrato. Grande il Friuli Colli Orientali “Merlot” 2011 con un naso di grande complessità in cui si alternano il pomodoro, la radice di liquirizia e un non so che di legno antico. In bocca è intenso, tannico caldo, ricco di sensazioni. Interessante anche il Friuli Colli Orientali Friulano 2020 con naso decisamente minerale, quasi sulfureo, e un sorso fresco e vellutato.
Non so se si è capito, ma questo riassaggio dei vini di Traverso dice di un debole che nutriamo per questa cantina, che ha sempre saputo darci grandi soddisfazioni, fossero vini giovani o meno giovani come quel maestoso 2011. Grazie per esistere!
Un convento di nome e di fatto, edificato poco dopo l'anno Mille e abitato dalle monache fino a pochi anni fa. Acquisito solo nel 2022 dal vignaiolo Mamete Prevostini conserva un piccolo ma splendido gioiello: il suo vigneto, chiamato clos, l'unico nel paesaggio terrazzato della provincia di Sondrio ad essere custodito da antiche mura. I filari, coltivati sui terrazzamenti sorretti da secolari muri in pietra, si trovano lungo i pendii delle Alpi Retiche tra i 400 e i 600 metri con esposizione a sud. In vigna naturalmente domina il nebbiolo.
Il Rosso di Valtellina Nebbiolo “Vesper” 2021 ha naso ricco, intrigante, di mirtillo, rabarbaro e grafite. In bocca ha un tannino già abbastanza compiuto. Il Valtellina Superiore Nebbiolo Sassella “De Le Mur” 2020 ha naso di ginger e arancia amara con retrogusto di liquirizia che ritorna a lungo nel sorso.