Le 10 signore del vino italiano

In occasione dell’8 marzo 10 produttrici che hanno contribuito a cambiare l’immagine del vino italiano, ognuna con un carattere particolare. Eccole.

07.03.2016

• Raffaella Bologna, per la risata. Erede, insieme col fratello Giuseppe, della cantina Braida di Rocchetta Tanaro (At), ha infatti una risata squillante che esprime proprio la gioia del vino, come il papà. E come lui sta portando la Barbera nel mondo.



• Marianna Cardone, per continuità e innovazione. Artefice del successo di una piccola doc (Locorotondo) e molto legata alla Valle d’Itria, ha puntato sulla continuità con la tradizione di famiglia. Guardando però alla comunicazione (anche su web) e al turismo.



• Marina Cvetic, per la caparbietà. L’abbiamo chiamata ad Expo per raccontare come la potenza del limite spinge ad oltrepassarli. In questo caso, di fronte a una grande perdita, la forza di portare avanti il Montepulciano d’Abruzzo di famiglia nel mondo e rilanciare con nuovi progetti. La rivista Spirito di Vino ha dedicato un servizio all’azienda. Ma lei non c’è in copertina: ha voluto il padre di Gianni Masciarelli e la figlia. Anche da questi dettagli si vede una grande donna che è anche madre.



• Filomena Ruppi D’Angelo, per la passione. La signora dell’Aglianico, cresce in una famiglia dove il vino era di casa, da sempre, grazie al papà. Poi l’incontro con Donato D’Angelo e le nozze. Con lui e con l’Aglianico, di cui è instancabile promotrice.



• Elda Felluga, per l’eterna giovinezza. Figlia del patriarca dei vini friulani, Livio, 101 anni, insieme ai fratelli conduce la sua azienda ben oltre i confini nazionali. Dalla sua l’impegno e la lungimiranza per coniugare turismo e vino che si sono materializzati anche nel bel progetto Terra e vino e nella presenza all’Abbazia di Rosazzo che è uno dei siti più belli d’Italia. Il suo spirito è di una donna sempre giovane, che ama la sua terra, la sua famiglia, i suoi vini.

• Maria Cristina Geminiani, per la fantasia. Le viti ad alberello nel cuore della Romagna, la scommessa (vinta) su alcuni vitigni considerati minori come l’ancellotta. Questo per raccontare Cristina Geminiani, pasionaria del Sangiovese e dell’Albana, quando nessuno ancora avrebbe scommesso fino in fondo. Ma lei è sulla cresta dell’onda da sempre. E il suo Sangiovese, nel 1988 fu uno dei 100 migliori vini d’Italia che recensimmo nella nostra prima raccolta.



• Antonella Manuli per l’ecologia. Cresce tra Stati Uniti e Svizzera, lavora nel mondo della finanza. Poi folgorata dal movimento Organic decide di tornare e mettersi sulle tracce dei terreni giusti che diventeranno le vigne de La Maliosa. E il suo vino - Top dei Top nell’edizione 2014, è l’esempio di un percorso che si può fare, mettendo dentro tutto se stessi.



• Giovanna Prandini per l’intuizione imprenditoriale. Cresciuta nell’ambiente delle assicurazioni e della finanza, ha tra le prime una visione fortemente imprenditoriale del vino. Nella sua cantina di Lonato, Perla del Garda, investimenti mirati, una visione internazionale e l’ambizione di puntare subito molto in alto. Con successo, vista la presenza dei suoi vini (ora anche un rosso) nei migliori ristoranti. Una che ce l’ha fatta in tempi rapidi, avendo idee chiare. Chapeau!



• Jose Rallo per l’arte e la musica nel vino. È il volto di Donnafugata, una delle cantine più importanti della Sicilia. L’abbiamo conosciuta come donna impegnata in cantina, capace anche di accogliere gli amici con la musica e il canto. E lei canta veramente sulle note del jazz, esprimendo così l’anima che c’è nel vino, che è anche quella di una terra. Non dimenticherò mai la dedica di una canzone nel suo baglio. Era il 2006!



• Angela Velenosi per la visione internazionale. È uno dei volti femminili del vino italiano più noti nel mondo. La sua azienda è stata tra le prime a scommettere sui vitigni del Piceno e a rivoluzionare la gamma delle proposte. Lei li ha portati nelle più importanti fiere internazionali, dimostrando come un territorio che comunica poco, può invece fare molto, solo se ci si crede. Ma ancora una volta a crederci è stata una donna. A lei dunque abbiamo rivolto alcune domande, che appariranno in un altro post a fianco.



W le donne.
W le donne del Vino !!!

Credits foto: Movimento turismo del Vino; Wine Dharma

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