Disfida delle porcellane, Provenza in Sicilia e solidarietà per l'apicoltore

14.05.2021

L’Italia non ha più legna in cascina. Undici milioni di ettari di foreste e un indice di raccolta tra i più bassi d’Europa. Dall’imballaggio ai trasporti, dipendiamo dalle importazioni. E non manca chi chiede che si tagli di più e meglio. L’approfondimento di Andrea Gaiardoni sul Venerdì di Repubblica. @ Colorno sfidò Versailles a colpi di piatti e tazzine. Nella Reggia dei Duchi di Parma sono state riunite per la prima volta le porcellane che Luisa Elisabetta collezionava per abbellire la sua residenza, pur “modesta” rispetto ai fasti di papà Luigi XV. La mostra, dal titolo “Le porcellane dei Duchi di Parma. Capolavori delle grandi manifatture del ‘700 europeo” è in programma alla Reggia di Colorno da domani al 19 settembre. (Il Venerdì di Repubblica) @ “Grazie ai miei maestri ora mi sento un re”. Sul Giornale è da leggere l’intervista di Andrea Cuomo a Wicky Priyan, lo chef cingalese cresciuto in giappone che si racconta e a proposito della ripartenza dice: “La riapertura? Ci sono meno clienti, ma sono quelli giusti”. @ Il segreto dei semi seppelliti oltre un secolo fa. Nel 1879 il botanico William James Beal nascose 20 contenitori sotto terra. Uno alla volta vengono recuperati (l’ultimo pochi giorni fa) e le piantine che nascono aiutano a capire come si adattano le specie. Ne parla Giulia Villoresi sul Venerdì di Repubblica. @ Sulle stesse pagine anche l’interessante storia di Gaetano D’Anca, ex agente penitenziario che in Sicilia, a Santa Caterina Villarmosa, ha portato la lavanda della Provenza. In un campo di un ettaro e mezzo, dal 2006 raccoglie ogni anno tra i 60 e i 100 quintali di lavanda e recentemente ha aperto anche un laboratorio culinario in cui crea dolci e panettoni alla lavanda. Ma per la pasta occorrerà attendere ancora. @ 70 arnie buttate a terra e distrutte per dispetto, con milioni di insetti morti e anni di lavoro completamente andati in fumo. E’ quanto successo al giovane apicoltore della Valle Maira Mattia Landa, che da qualche giorno aveva trasferito le sue arnie a Candia, nel Canavese, per sfruttare la fioritura dell’acacia. Un atto vandalico “mirato” che ha però scatenato una catena solidale senza precedenti, con 30 mila euro donati in 24 ore (l’obiettivo era 15 mila euro) attraverso i social che aiuteranno l’apicoltore a ripagare le arnie. 

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